Chiesta una missione con l'Onu. Damasco replica: «È un atto ostile».
Sulla crisi siriana la Lega araba ha alzato il tiro, liquidando la sua missione di osservatori e invocando una forza di pace congiunta con l'Onu. Via libera anche alla proposta della Tunisia di ospitare una conferenza degli amici della Siria il 24 febbraio, in vista della quale ha chiesto all'opposizione siriana di unire i ranghi, assicurando l'apertura dei canali di comunicazione e sostegno politico e finanziario.
Dura la reazione di Damasco che ha parlato di atto ostile e di egemonia di alcuni paesi nella Lega araba. Dopo l'ennesimo nulla di fatto nel porre fine alle violenze i ministri degli esteri arabi hanno così indurito la loro posizione nei confronti di Damasco, che proprio in occasione della riunione del pomeriggio del 12 febbraio è sembrata aver allentato per qualche ora la morsa dei colpi dei artiglieria pesante sulla città di Homs, sebbene attivisti abbiano segnalato vittime civili e una situazione di emergenza umanitaria.
Dura la reazione di Damasco che ha parlato di atto ostile e di egemonia di alcuni paesi nella Lega araba. Dopo l'ennesimo nulla di fatto nel porre fine alle violenze i ministri degli esteri arabi hanno così indurito la loro posizione nei confronti di Damasco, che proprio in occasione della riunione del pomeriggio del 12 febbraio è sembrata aver allentato per qualche ora la morsa dei colpi dei artiglieria pesante sulla città di Homs, sebbene attivisti abbiano segnalato vittime civili e una situazione di emergenza umanitaria.
Anche al Qaeda schierata contro Assad
Ha fatto il suo ingresso sulla scena siriana anche il capo di al Qaeda, successore di Osama bin Laden, Ayman al Zawahiri che ha dato il suo sostegno alla rivolta anti Assad e ha messo in guardia i siriani dal fidarsi degli occidentali o arabi, in un video dal titolo 'Avanti, leoni di Siria'.
Da giorni il segretario generale della Lega araba Nabil el Araby stava lavorando ad una ripresa dell'iniziativa diplomatica, dopo lo stop subito al Palazzo di vetro la scorsa settimana. E il 12 febbraio ha trovato l'accordo dei ministri degli Esteri, con la sola riserva di Libano e Algeria, nel sollecitare il consiglio di sicurezza a varare una missione congiunta non più di semplici osservatori, ma di pace col compito di monitorare e verificare l'attuazione di un cessate il fuoco immediato.
LA LEGA ARABA DIALOGA CON L'OPPOSIZIONE. La palla è tornata di nuovo a New York con la consapevolezza che per trovare un'intesa occorre coinvolgere anche Russia e Cina. Attesa intanto per l'inizio della settimana fra 13 e 19 febbraio la presentazione all'Assemblea generale di una dura risoluzione di condanna del regime di Bashar al Assad elaborata da Paesi arabi. La bozza, che era stata fatta circolare dall'Arabia Saudita, è simile a quella bocciata in consiglio di sicurezza da Russia e Cina.
Sotto la spinta dell'Arabia saudita e del Qatar presidente di turno, la Lega araba ha inoltre aperto al dialogo con le opposizioni siriane, senza arrivare ancora a un loro esplicito riconoscimento, ma assicurando loro sostegno politico e finanziario e invitandole a presentare un fronte più unito.
Da giorni il segretario generale della Lega araba Nabil el Araby stava lavorando ad una ripresa dell'iniziativa diplomatica, dopo lo stop subito al Palazzo di vetro la scorsa settimana. E il 12 febbraio ha trovato l'accordo dei ministri degli Esteri, con la sola riserva di Libano e Algeria, nel sollecitare il consiglio di sicurezza a varare una missione congiunta non più di semplici osservatori, ma di pace col compito di monitorare e verificare l'attuazione di un cessate il fuoco immediato.
LA LEGA ARABA DIALOGA CON L'OPPOSIZIONE. La palla è tornata di nuovo a New York con la consapevolezza che per trovare un'intesa occorre coinvolgere anche Russia e Cina. Attesa intanto per l'inizio della settimana fra 13 e 19 febbraio la presentazione all'Assemblea generale di una dura risoluzione di condanna del regime di Bashar al Assad elaborata da Paesi arabi. La bozza, che era stata fatta circolare dall'Arabia Saudita, è simile a quella bocciata in consiglio di sicurezza da Russia e Cina.
Sotto la spinta dell'Arabia saudita e del Qatar presidente di turno, la Lega araba ha inoltre aperto al dialogo con le opposizioni siriane, senza arrivare ancora a un loro esplicito riconoscimento, ma assicurando loro sostegno politico e finanziario e invitandole a presentare un fronte più unito.
L'Arabia chiede il riconoscimento dei ribelli
Secondo quanto riferiscono alcuni media egiziani, nella riunione dei sei ministri degli Esteri dei paesi del Golfo che ha preceduto la plenaria, l'Arabia saudita aveva spinto per un vero e proprio riconoscimento del Consiglio nazionale siriano che però non ha trovato d'accordo tutti i ministri arabi, molti dei quali temono che una simile mossa spianerebbe la strada ad una vere a propria guerra civile.
Sospeso anche il coordinamento diplomatico con la Siria a livello nazionale e nelle organizzazioni internazionali, una decisione che non è arrivata all'espulsione dei rappresentanti siriani dai paesi arabi, ma che ha lanciato un ulteriore segnale a Damasco insieme alla ribadita volontà di mantenere sanzioni economiche che non colpiscano i civili.
APPELLO ALLA PACE DEL PAPA NELL'ANGELUS. E per quanto riguarda i civili, che a migliaia sono morti nei combattimenti di questi mesi, i ministri hanno inserito un comma nella bozza finale col quale chiedono che gli autori delle violenze contro la popolazione siano puniti in base dal diritto internazionale.
Di Siria ha parlato anche il Papa che all'Angelus di domenica 12 febbraio ha rivolto un «pressante appello a porre fine alla violenza e allo spargimento di sangue« nel Paese, dove è in atto, ha detto, «un conflitto sempre più preoccupante» e dalle conseguenze drammatiche. «È urgente rispondere alle legittime aspirazioni delle diverse componenti della Nazione, come pure agli auspici della comunità internazionale», ha detto il pontefice. (di Danila Clegg) (Ansa)
Sospeso anche il coordinamento diplomatico con la Siria a livello nazionale e nelle organizzazioni internazionali, una decisione che non è arrivata all'espulsione dei rappresentanti siriani dai paesi arabi, ma che ha lanciato un ulteriore segnale a Damasco insieme alla ribadita volontà di mantenere sanzioni economiche che non colpiscano i civili.
APPELLO ALLA PACE DEL PAPA NELL'ANGELUS. E per quanto riguarda i civili, che a migliaia sono morti nei combattimenti di questi mesi, i ministri hanno inserito un comma nella bozza finale col quale chiedono che gli autori delle violenze contro la popolazione siano puniti in base dal diritto internazionale.
Di Siria ha parlato anche il Papa che all'Angelus di domenica 12 febbraio ha rivolto un «pressante appello a porre fine alla violenza e allo spargimento di sangue« nel Paese, dove è in atto, ha detto, «un conflitto sempre più preoccupante» e dalle conseguenze drammatiche. «È urgente rispondere alle legittime aspirazioni delle diverse componenti della Nazione, come pure agli auspici della comunità internazionale», ha detto il pontefice. (di Danila Clegg) (Ansa)

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