Pensare Globale e Agire Locale

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lunedì 13 febbraio 2012

PRIMARIE GENOVA: Doria vince a sorpresa col 46%, sconfitto il Pd

Il candidato indipendente: "Dietro a successo voglia cambiamento"

Genova, 13 feb. - Colpo di scena a Genova dove ad aggiudicarsi le primarie del centrosinistra per la carica di sindaco del capoluogo ligure è stato il candidato indipendente Marco Doria, appoggiato da Sel, che ha sbaragliato i due esponenti del Pd dati per favoriti alla vigilia, l'attuale primo cittadino Marta Vincenzi e la senatrice Roberta Pinotti, che durante la campagna elettorale non si erano risparmiate critiche e attacchi.

A pesare sul risultato finale, che ha visto imporsi Doria con il 46% dei voti, seguito da Marta Vincenzi con il 27,5%, Roberta Pinotti con il 23,6%. l'ex vice questore Angela Burlando con l'1,1% e l'ex assessore comunale Andrea Sassano con l'1%, sarebbe stata proprio la divisione tra gli elettori del principale partito della coalizione ma anche la mancanza di fiducia verso la politica tradizionale da parte dei cittadini.

Doria, il docente universitario di 54 anni che aveva incassato anche il sostegno di Don Gallo, il sacerdote genovese da sempre vicino ai movimenti, ha festeggiato la sua inattesa affermazione davanti al proprio point elettorale, dove si erano radunati centinaia di sostenitori, che hanno stappato bottiglie di spumante e intonato cori fino a notte fonda. "Penso che dietro al mio successo ci sia una grande voglia di cambiamento", sono state le sue prime parole.

"Gli elettori del centrosinistra -ha sottolineato Doria, tra gli applausi e lo sventolio di drappi arancioni- hanno apprezzato il mio modo di intendere l'impegno politico come servizio alla comunità, il fatto di essere animato da passioni e da valori forti e di aver usato un linguaggio comprensibile e non criptico. I cittadini -ha concluso- penso che abbiano bisogno di una politica un po' diversa rispetto a quella che sono abituati a vedere".

A recarsi nei 73 seggi allestiti nei vari quartieri della città, nonostante il freddo pungente e le raffiche di tramontana che per tutta la giornata hanno spazzato il capoluogo ligure, sono state oltre 25 mila persone. Un dato positivo secondo i vertici locali del Pd ma di 10 mila voti inferiore alle primarie che nel 2007 avevano incoronato il sindaco uscente Marta Vincenzi candidato della coalizione alla poltrona di Palazzo Tursi.

Vincenzi sconfitta: “Io come Ipazia, suicidio Pd”

GENOVA – “Sono come Ipazia”, “non ci saranno più sindaci donna in città importanti”, questa è tutta colpa “dei gruppi di potere” interni al Pd. Marta Vincenzi ha perso le primarie del Pd e non sarà il candidato sindaco di Genova per il centrosinistra. Nella mattina successiva alla sua sconfitta, il sindaco si è lasciato andare e si è sfogato su Twitter.

Lo sfogo è consistito in circa  mezz’ora di messaggi su Twitter per raccontare la delusione e la rabbia di avere perso contro Marco Doria. Marta Vincenzi non è stata tenera con nessuno ed è arrivata a paragonarsi a Ipazia, la filosofa di Alessandria d’Egitto assassinata da fanatici cristiani. “Ora bisogna ricominciare”, ha esordito il sindaco, “il rischio di una città che muore e non vuole riconoscerlo è lì. Nel voto a Doria come voto anticasta del tutti uguali. Viva i predicatori“. Il sindaco di Genova ha attaccato prima di tutti i maggiorenti del partito democratico, e “l’agitarsi dei gruppi di potere dentro e a fianco del Pd”. Tra parentesi, dopo il risultato delle primarie si dimetterà il segretario provinciale del partito, Victor Rasetto. Stessa sorte per il segretario regionale, Lorenzo Basso.
“Dovevo dargli una mazzata subito invece di aspettare che si rassegnassero”, ha sottolineato, “il mio errore è stato questo ho persino cercato di nobilitare la guerra che mi hanno fatto dipingendo le primarie come utili. Ho provato a tenere insieme una maggioranza impossibile. Speravo che il Pd mi digerisse elaborando il lutto del 2007. Non è successo”.

Poi Vincenzi se l’è presa con “l’intellighenzia” che ha sostenuto Doria. “La cultura, mi raccomando! I nostri intellettuali, i loro giovani studenti, le firme dei giornalisti, la buona borghesia!”.
Infine il parallelo con Ipazia e l’attacco a don Andrea Gallo, grande sponsor di Doria. “Comunque a Ipazia è andata peggio. Oggi le donne riescono a non farsi uccidere quando perdono”, ha scritto, “da maggio non ci sarà più un sindaco donna in nessuna grande città italiana nè di destra nè di sinistra”. A proposito, ha poi chiesto polemicamente, “chissà dove sarebbe stato don Gallo ai tempi di Ipazia?”.

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