Vienna:
sul Der Standard il ritratto al vetriolo del politico austriaco che ha
criticato Monti e l'economia italiana.
di Pierluigi Mennitti
Un tempo la prudenza era una virtù,
anche in politica. I vecchi volponi dell'Europa che fu erano capaci di gestire
con sangue freddo anche i momenti più difficili e i grandi statisti del passato
rafforzavano la propria autorevolezza attraverso dichiarazioni pacate e piene
di buon senso. Nell'Europa di oggi, strapazzata da mercati e agenzie di rating,
i politici dell'ultima generazione sembrano nocchieri di navi sballottate dai
venti, incapaci di navigare nella tempesta, tentati dal quarto d'ora di
notorietà concesso dai media in cambio di una battuta salace o di un pensiero
apparentemente eterodosso.
SPECULAZIONI POCO GRADITE.
È accaduto così che nel mezzo di un inizio settimana ricco di tensioni, dovute
allo scetticismo degli operatori finanziari sull'efficacia degli aiuti europei
alla Spagba e alle preoccupazioni di
contagio per l’Italia, il ministro delle Finanze austriaco Maria Fekter si sia
lasciata andare a personali speculazioni sull'ipotesi che anche il nostro Paese
avrebbe dovuto, prima o poi, far ricorso alla rete di salvataggio
internazionale. Il ministro non ha resistito alla tentazione offertale dalle
telecamere della trasmissione televisiva Zib2,
l'approfondimento giornalistico del canale pubblico Orf. Immediata e piccata la
reazione di Mario Monti, sorpreso e infastidito dalla leggerezza con cui «un
ministro di uno Stato dell'Ue commenta la situazione di un altro Stato membro».
L'editoriale:
un politico dalle carenze troppo grandi
Ma
chi è Maria Fekter? Quale è stato il percorso politico che l'ha portata a
occupare un posto di tanta responsabilità? Il quotidiano austriaco Der Standard
le ha dedicato un editoriale che aiuta a fare luce sulla sua figura e in
qualche modo consola gli italiani convinti di avere i politici più inadeguati
d'Europa: «Una donna che dice di basare la sua politica su una serie di valori
chiari, ordinata e diligente, cattolica e conservatrice, pragmatica e
parsimoniosa, non priva di attenzione a temi sociali per affrontare i quali è
necessario però il presupposto del successo economico. Basi che potrebbero
rappresentare un contributo indispensabile al suo partito (il
cristiano-democratico Övp) e alla politica austriaca in generale, dove è
assente un chiaro pensiero liberista, la consapevolezza di un lento declino in
tutti i parametri economici e la percezione che una quota di debito pubblico
dell'85% può portare il Paese su una strada greco-spagnola».
La parola chiave di questa introduzione è nel verbo declinato al condizionale:
«Maria Fekter potrebbe far questo, ma le sue carenze sono state finora troppo
grandi».
TENDENZA A DICHIARAZIONI AFFRETTATE. Lo Standard le ha rimproverato una diffusa
tendenza a lasciarsi andare a dichiarazioni avventate, che già in passato hanno
suscitato confusione e irritazione, non solo in Austria. Sulla vicenda
italiana, il quotidiano austriaco ha sposato nettamente la posizione di Monti:
«Le sue certezze sul fatto che anche l'Italia dovrà far ricorso agli aiuti
europei potrebbero essere interpretate come un segnale di fresca onestà, ma il
premier italiano si è arrabbiato a ragione, temendone gli effetti sui mercati».
LA GAFFE SULLA GRECIA. Non è la prima volta che il ministro scivola sul
terreno delicato della crisi finanziaria. Tempo fa affermò pubblicamente che se
la Grecia abbandonasse l'euro, dovrebbe conseguentemente anche uscire
dall'Unione Europea senza poterci poi far ritorno. Allora fu Angela Merkel a
intervenire riservatamente sul cancelliere austriaco Werner Faymann per
invitare il governo di Vienna a una precipitosa rettifica. La stessa che Maria
Fekter è stata costretta a fare poche ore dopo l'infelice uscita sull'Italia:
«Non ci sono indicazioni su un accesso dell'Italia al programma di aiuti
europei, dal momento che il Paese ha comunque un'economia forte».
IL VIZIO DELLE PROMESSE NON MANTENUTE. «La tendenza a esternazioni roboanti ma
controproducenti è un aspetto della sua persona», ha concluso lo Standard,
«ma ben più pesante è il fatto che il ministro abbia in passato fatto promesse
che poi non ha mantenuto: aveva escluso nuove tasse, ma poi è stata costretta a
introdurre misure fiscali che hanno penalizzato proprio la clientela elettorale
del suo partito». Il problema è che l'esperienza ministeriale non sembra averle
suggerito maggiore prudenza: «Fekter continua a fare il passo più lungo della
gamba. In un clima di pensiero dominato da egoismi sociali, difesa di privilegi
acquisiti, produttori di debito e tifosi di pensioni baby, è di enorme
importanza collegare pensieri liberisti a una condotta decisa ma intelligente. E Fekter non è in grado di farlo».
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