Pensare Globale e Agire Locale

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giovedì 14 giugno 2012

AUSTRIA - Fekter, Ministro al condizionale

Vienna: sul Der Standard il ritratto al vetriolo del politico austriaco che ha criticato Monti e l'economia italiana.


di Pierluigi Mennitti
Un tempo la prudenza era una virtù, anche in politica. I vecchi volponi dell'Europa che fu erano capaci di gestire con sangue freddo anche i momenti più difficili e i grandi statisti del passato rafforzavano la propria autorevolezza attraverso dichiarazioni pacate e piene di buon senso. Nell'Europa di oggi, strapazzata da mercati e agenzie di rating, i politici dell'ultima generazione sembrano nocchieri di navi sballottate dai venti, incapaci di navigare nella tempesta, tentati dal quarto d'ora di notorietà concesso dai media in cambio di una battuta salace o di un pensiero apparentemente eterodosso.
SPECULAZIONI POCO GRADITE. È accaduto così che nel mezzo di un inizio settimana ricco di tensioni, dovute allo scetticismo degli operatori finanziari sull'efficacia degli aiuti europei alla Spagba  e alle preoccupazioni di contagio per l’Italia, il ministro delle Finanze austriaco Maria Fekter si sia lasciata andare a personali speculazioni sull'ipotesi che anche il nostro Paese avrebbe dovuto, prima o poi, far ricorso alla rete di salvataggio internazionale. Il ministro non ha resistito alla tentazione offertale dalle telecamere della trasmissione televisiva Zib2, l'approfondimento giornalistico del canale pubblico Orf. Immediata e piccata la reazione di Mario Monti, sorpreso e infastidito dalla leggerezza con cui «un ministro di uno Stato dell'Ue commenta la situazione di un altro Stato membro».

L'editoriale: un politico dalle carenze troppo grandi

Ma chi è Maria Fekter? Quale è stato il percorso politico che l'ha portata a occupare un posto di tanta responsabilità? Il quotidiano austriaco Der Standard le ha dedicato un editoriale che aiuta a fare luce sulla sua figura e in qualche modo consola gli italiani convinti di avere i politici più inadeguati d'Europa: «Una donna che dice di basare la sua politica su una serie di valori chiari, ordinata e diligente, cattolica e conservatrice, pragmatica e parsimoniosa, non priva di attenzione a temi sociali per affrontare i quali è necessario però il presupposto del successo economico. Basi che potrebbero rappresentare un contributo indispensabile al suo partito (il cristiano-democratico Övp) e alla politica austriaca in generale, dove è assente un chiaro pensiero liberista, la consapevolezza di un lento declino in tutti i parametri economici e la percezione che una quota di debito pubblico dell'85% può portare il Paese su una strada greco-spagnola».
La parola chiave di questa introduzione è nel verbo declinato al condizionale: «Maria Fekter potrebbe far questo, ma le sue carenze sono state finora troppo grandi».
TENDENZA A DICHIARAZIONI AFFRETTATE. Lo Standard le ha rimproverato una diffusa tendenza a lasciarsi andare a dichiarazioni avventate, che già in passato hanno suscitato confusione e irritazione, non solo in Austria. Sulla vicenda italiana, il quotidiano austriaco ha sposato nettamente la posizione di Monti: «Le sue certezze sul fatto che anche l'Italia dovrà far ricorso agli aiuti europei potrebbero essere interpretate come un segnale di fresca onestà, ma il premier italiano si è arrabbiato a ragione, temendone gli effetti sui mercati».
LA GAFFE SULLA GRECIA. Non è la prima volta che il ministro scivola sul terreno delicato della crisi finanziaria. Tempo fa affermò pubblicamente che se la Grecia abbandonasse l'euro, dovrebbe conseguentemente anche uscire dall'Unione Europea senza poterci poi far ritorno. Allora fu Angela Merkel a intervenire riservatamente sul cancelliere austriaco Werner Faymann per invitare il governo di Vienna a una precipitosa rettifica. La stessa che Maria Fekter è stata costretta a fare poche ore dopo l'infelice uscita sull'Italia: «Non ci sono indicazioni su un accesso dell'Italia al programma di aiuti europei, dal momento che il Paese ha comunque un'economia forte».
IL VIZIO DELLE PROMESSE NON MANTENUTE. «La tendenza a esternazioni roboanti ma controproducenti è un aspetto della sua persona», ha concluso lo Standard, «ma ben più pesante è il fatto che il ministro abbia in passato fatto promesse che poi non ha mantenuto: aveva escluso nuove tasse, ma poi è stata costretta a introdurre misure fiscali che hanno penalizzato proprio la clientela elettorale del suo partito». Il problema è che l'esperienza ministeriale non sembra averle suggerito maggiore prudenza: «Fekter continua a fare il passo più lungo della gamba. In un clima di pensiero dominato da egoismi sociali, difesa di privilegi acquisiti, produttori di debito e tifosi di pensioni baby, è di enorme importanza collegare pensieri liberisti a una condotta decisa ma intelligente. E Fekter non è in grado di farlo».

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