Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


venerdì 22 giugno 2012

Italia - Lusi in cella: «Dico tutto». L’ex tesoriere della Margherita, senatore PD.

Interrogatorio a Rebibbia il 23 giugno.
Giovedì, 21 Giugno 2012 - Si è preso del ladro-furbetto-lestofante, è stato 'scaricato' dal Senato che ha votato sì al suo arresto e ha dichiarato di «vivere un incubo».
L'ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi, accusato di appropriazione indebita di oltre 25 milioni di euro dalle casse del partito, non deve aver trascorso una notte serena, la sua prima dietro le sbarre, quella tra il 20 e il 21 giugno.
Si trova in isolamento in una cella di Rebibbia.
Una grande preoccupazione anima i suoi pensieri: i quattro figli. Soprattutto la più piccola, una bambina. Ma, «riesce a controllare le sue emozioni», ha spiegato chi lo ha potuto incontrare dietro le sbarre.
Tra questi, Angiolo Marroni, garante dei detenuti del Lazio, con cui ha avuto un colloquio, e il cappellano del carcere, con cui ha avuto un confronto spirituale e al quale ha confidato di essere stato trattato bene in queste prime ore di detenzione.
CARTE ALLO STUDIO. L'intenzione è quella di passare questi giorni che lo separano dall'interrogatorio di garanzia, previsto per sabato 23 alle 14, a rileggere le carte del processo.
Lusi vuole sottoporsi all'interrogatorio, non fornire memoriali bensì dare «un'accurata e dettagliata, nonché definitiva, versione della vicenda finanziaria del partito dicendo tutto ciò che sa e suffragando i fatti che riferirà con prove e carte». «Dirò tutto e darò le prove», ha promesso.
Lasciando palazzo Madama, dopo il voto dell'Aula che ha dato il via libera all'arresto, l'ex tesoriere, del resto, aveva annunciato di avere «ancora una marea di cose da raccontare agli inquirenti». Una frase commentata anche da Beppe Grillo. In un post pubblicato nel suo blog, il comico genovese si è auspicato che Lusi parli con i pm e «lo faccia al più presto senza tralasciare alcun dettaglio». Poi, un'ironia amarissima: «Pisciotta e Sindona, e forse anche Don Verzé, insegnano che un caffé corretto in carcere non manca mai».
INTERROGATORIO A REBIBBIA. Intanto, l'appuntamento davanti ai giudici, inizialmente previsto al Regina Coeli, è stato programmato a Rebibbia per motivi organizzativi.
E prima dell'interrogatorio di garanzia, il senatore ripasserà in rassegna i vari provvedimenti che hanno scandito le fasi dell'indagine: dalle prime segnalazioni di flussi anomali sui conti della Margherita, fatte nel dicembre scorso dalla Banca d'Italia, alla richiesta di arresto arrivata il 3 maggio scorso con ordinanza del gip Simonetta D'Alessandro. Ed è proprio con lei che l'ex tesoriere si confronterà alla presenza dei suoi avvocati, Luca Petrucci e Renato Archidiacono, e del pm Stefano Pesci, titolare dell'inchiesta.

CONSIDERAZIONI. Nei primi anni 70, l'allora leader del PSI pre-Craxi, Giacomo Mancini, difese e non scaricò l'amministratore, Augusto Talamona, spiegando alle toghe che della linea politica, ma anche dei finanziamenti al partito, il responsabile, davanti agli iscritti, agli elettori e anche alla magistratura, era il segretario nazionale e non il cassiere. Ma era un'altra epoca, con dirigenti con le schiene più dritte rispetto agli attuali, modesti, protagonisti e comprimari dello spettacolo, tutt'altro che esaltante, del teatrino politico

2O anni dopo (1992), dopo tante ore passate nell'anticamera del segretario del PSI, in attesa di essere ricevuto,l'allora esponente radicale, Rutelli, con stile, augurò a un Bettino Craxi, declinante e travolto dagli avvisi di garanzia mitragliati da Borrelli e da Tonino Di Pietro, di finire in cella e di assaggiare il rancio delle patrie galere in quanto lui, segretario, non poteva non sapere.
20 anni dopo ancora(2012), contrordine, compagni e amici :"Cicciobello" giura che un leader politico, nella fattispecie quello della defunta - ma ricchissima, persino post-mortem - Margherita, poteva benissimo non sapere cosa combinava, con i fondi del partito, il segretario amministrativo. Cioè, Luigi Lusi, definito adesso "grandissimo ladrone", ma da decenni uomo di fiducia di Rutelli e dal medesimo nominato senatore non un secolo fa, ma nel 2008.

Alla considerazione dei  cittadini  se l' esternazione rutelliana sia convincente oppure no. E tengano presente che l'attuale presidente del partitino API ha anche ammesso e pubblicamente denunciato che "tutti i bilanci dei partiti sono opachi".

Intanto, Ugo Sposetti,storico cassiere prima del PCI e poi dei DS- sconvolto, come tanti elettori e militanti "de sinistra", dalle notizie sulla bufera giudiziaria, che sta investendo, da Milano a Bari, i dirigenti del centro-sinistra- ha urlato :"Mascalzoni ! Sui milioni spariti, i capi parlino e dicano tutta la verità ! Altrimenti, sarà la nostra rovina politica".

Se i media non fossero influenzati anche loro da sollecitazioni varie, la rovina politica di tutta una serie di pseudo soggetti politici sarebbe già un fatto, in realtà tutto viene sottaciuto e sempre di più è valido il pensiero per cui : “ Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario” e la verità è che una mazzetta tira l'altra.

Guardando in casa nostra alla faccia della superiorità morale, quelli del Partito democratico alle inchieste ci stanno facendo l'abitudine. Dal 2009, quando Panorama pubblicò un elenco di qualche decina di indagati del PD,  ad oggi sono ormai quasi 400 gli indagati all'interno del partito: uno degli ultimi casi arriva da Pomezia, dove un consigliere comunale, Renzo Antonini, è stato beccato con la busta in mano. In cambio avrebbe favorito l'assegnazione di appalti. Una (vecchia?) abitudine che accanto alle ombre sulle tangenti rosse a Sesto (caso Penati) e quelle dell'Enac (caso Pronzato), le molestie sessuali (il vicepresidente del consiglio della Regione Umbria, Goracci) dipingono un quadro a tinte foschissime.

I  soldi rubati dai tesorieri (l'ex della Margherita Lusi, poi passato al Pd): la punta di un iceberg.

Tutto ciò parlando solo del cosiddetto centro-sinistra, casa nostra, se poi andassimo  a toccare il centro destra è opportuno stendere un velo “peloso” altrimenti  dovremmo girare la schiena al nostro governo e cominciare drammaticamente  a pensare veramente ai forconi.

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