Pensare Globale e Agire Locale

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lunedì 25 giugno 2012

GERMANIA - Berlino, la paura fa -10%

Tanto calerebbe senza euro il Pil tedesco.
Lunedì, 25 Giugno 2012 - Nessuna immunità. Il contagio è contagio. E la crisi è crisi. Anche per la forte e “sicura” Germania.
Non è passato molto tempo da quando il numero uno della Banca centrale europea, il rigido Mario Draghi, ha detto: «Il peggio è alle spalle».Vero, ma forse non per tutti. Perché ora la Germania inizia ad aver paura, e vede cadere (prevedibilmente) alcune delle certezze su cui la cancelliera Merkel sembrava aver fondato la super-stabilità tedesca e la linea di rigore per l'euro.
E proprio dall'euro, sulla cui irreversibilità si è espresso anche il premier italiano Mario Monti in occasione del summit di Roma venerdì 22 giugno, parte l'ondata di paura che ora rischia di frenare la locomotiva tedesca.
UN DOSSIER DEI TENICI DEL MINISTERO. Timori che sono tutti contenuti in un dossier stilato dai tecnici del ministero delle Finanze tedesco e rivelato dal settimanale Der Spiegel in un articolo che già dal titolo («Uno sguardo dall'abisso») non promette dati molto ottimistici.
I numeri infatti confermano indicazioni molto tetre per tutti i Paesi dell'Eurozona. E ora, sull'orlo del baratro, pare esserci proprio la Germania di ferro. Soprattutto se dovesse avverarsi l'ipotesi della fine della moneta unica che si tradurrebbe in un duro colpo per molti Paesi.
DISOCCUPAZIONE VERSO IL 9,3%. E anche l'economia tedesca verrebbe pesantemente danneggiata e subirebbe una flessione del 9,2% (il passo al -10% sarebbe brevissimo). A questo si aggiungerebbe il fatto che il numero dei senza lavoro schizzerebbe da meno di 3 milioni a più di 5 cinque. Con un tasso di disoccupazione che potrebbe salire al 9,3%.
Il settimanale tedesco spiega che il ministero delle Finanze ha tenuto finora lo studio nel cassetto, per timore di non riuscire piuù a tenere sotto controllo i costi per salvare la moneta unica. Un funzionario ministeriale ha spiegato allo Spiegel che «di fronte a questi scenari, anche un salvataggio dell'euro a caro prezzo appare come il male minore».

Schäuble: «L'unione monetaria non è stato un errore»


Sempre sullo Spiegel è lo stesso ministro tedesco delle finanze Schäuble ad avvertire che una disintegrazione della moneta unica «sarebbe assurda» e che l'unione monetaria non solo non è stato un errore, ma anzi è stata la «logica conseguenza» dell'integrazione comunitaria.
E le parole di Schäuble si fanno ancora più dure quando si parla delle conseguenze. Secondo le parole del ministro una rottura della zona euro metterebbe in discussione anche conquiste che sono ormai entrate nei patrimonio acquisito di tutti i cittadini, come il mercato unico e la libera circolazione.
LA PRIORITÀ RESTA LA MONETA UNICA. Insomma a leggere questi dati e a carpire questi timori, la linea - dura e cauta al tempo stesso - della cancelliera Merkel sull'Eurozona non sembra aver mai voluto mettere in discussione l'impegno prioritario alla salvaguardia della moneta unica. Anche se, a volte, nei fatti la cancelliera Merkel sembra essersi contraddetta più volte. Solo che ora la paura è troppo forte e vince addirittura il rigore imposto agli altri Paesi: l'euro va salvato a tutti i costi.
Con questa proprità in mente Merkel si prepara all'incontro di mercoledì 27 giugno con Hollande a Parigi: i due hanno in programma un confronto importante prima del Consiglio europeo del 28 e 29 a Bruxelles. (Claudia La Via)

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