Giovedì, 21 Giugno 2012 - Allarme rosso in zona euro: la crisi ha raggiunto
uno «stadio critico» e «nonostante azioni politiche straordinarie, le banche e
i mercati dei titoli di Stato, in molti Paesi, restano sotto forte stress».
L'allarme è arrivato dal Fondo monetario internazionale, nell'Article IV
sull'Eurozona.
COMPLETARE L'UNIONE MONETARIA. L'Unione monetaria europea «va completata per superare la crisi, un'azione determinata e forte, soprattutto con una maggiore integrazione bancaria e di bilancio, è necessaria per fermare il calo di fiducia».
«La situazione economica e finanziaria continua a deteriorarsi», ha chiarito il Fondo monetario, e «la crisi richiede ora uno sforzo collettivo più forte».
La Banca centrale europea ha «spazio, anche se limitato, per allentare la politica monetaria. Se necessario», è stato sottolineato, «misure non convenzionali potrebbero essere usate». La politica monetaria - hanno affermato dall'Fmi - non può però offrire una «soluzione duratura alla crisi».
INTRODUZIONE DEL DEBITO COMUNE. L'introduzione di una limitata forma di debito comune può essere un passo intermedio verso una integrazione fiscale e una condivisione dei rischi». Secondo il Fmi, questi titoli di debito potrebbero all'inizio essere limitati a quelli a più breve scadenza ed essere condizionati ad un controllo più centralizzato.
Nell'Article IV dell'area euro, è stato anche chiarito che «una ricapitalizzazione delle banche deboli, anche tramite il supporto diretto dall'Efsf/Esm, aiuterà a rompere il circolo vizioso fra banche e debiti sovrani a livello nazionale».
UN VERTICE DECISIVO PER L'EURO. Tutto questo quando manca appena una settimana al vertice Ue fondamentale per il futuro dell'euro e dell'Unione.
Nel rapporto del Fmi è scritto che la Bce ha «spazio, anche se limitato, per allentare la politica monetaria».
Il Fondo ha anche caldeggiato, se necessario, il ricorso a misure non convezionali, come per esempio «un programma di acquisto delle obbligazioni sovrane», ma Christine Lagarde ha ricordato che spetta alla Bce decidere come agire.
APERTURA AGLI EUROBOND. I suggerimenti comunque non mancano: «L'introduzione di una limitata forma di debito comune può essere un passo intermedio verso una integrazione fiscale e una condivisione dei rischi», ha fatto presente il Fmi, segnando una convinta apertura a ipotesi attualmente al vaglio dei Paesi membri dell'Ue, come gli eurobond o un fondo di riscatto del debito.
C'è anche una proposta dell'Italia, che venerdì 22 giugno ospita a Roma un vertice con la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese François Hollande e il premier spagnolo Mariano Rajoy: Roma vorrebbe utilizzare il fondo Efsf per limitare le oscillazioni degli spread tra Btp e Bund, senza per questo dover ricorrere alla procedura prevista per i Paesi che chiedono assistenza finanziaria.
La Bce sarebbe aperta all'ipotesi, la Germania un po' meno: «Abbiamo già discusso degli strumenti. Ora è il momento di agire, non di discuterne ancora. Non abbiamo bisogno di discutere tutto il tempo di nuovi strumenti», ha dichiarato il ministro tedesco Wolfgang Schauble.
COMPLETARE L'UNIONE MONETARIA. L'Unione monetaria europea «va completata per superare la crisi, un'azione determinata e forte, soprattutto con una maggiore integrazione bancaria e di bilancio, è necessaria per fermare il calo di fiducia».
«La situazione economica e finanziaria continua a deteriorarsi», ha chiarito il Fondo monetario, e «la crisi richiede ora uno sforzo collettivo più forte».
La Banca centrale europea ha «spazio, anche se limitato, per allentare la politica monetaria. Se necessario», è stato sottolineato, «misure non convenzionali potrebbero essere usate». La politica monetaria - hanno affermato dall'Fmi - non può però offrire una «soluzione duratura alla crisi».
INTRODUZIONE DEL DEBITO COMUNE. L'introduzione di una limitata forma di debito comune può essere un passo intermedio verso una integrazione fiscale e una condivisione dei rischi». Secondo il Fmi, questi titoli di debito potrebbero all'inizio essere limitati a quelli a più breve scadenza ed essere condizionati ad un controllo più centralizzato.
Nell'Article IV dell'area euro, è stato anche chiarito che «una ricapitalizzazione delle banche deboli, anche tramite il supporto diretto dall'Efsf/Esm, aiuterà a rompere il circolo vizioso fra banche e debiti sovrani a livello nazionale».
UN VERTICE DECISIVO PER L'EURO. Tutto questo quando manca appena una settimana al vertice Ue fondamentale per il futuro dell'euro e dell'Unione.
Nel rapporto del Fmi è scritto che la Bce ha «spazio, anche se limitato, per allentare la politica monetaria».
Il Fondo ha anche caldeggiato, se necessario, il ricorso a misure non convezionali, come per esempio «un programma di acquisto delle obbligazioni sovrane», ma Christine Lagarde ha ricordato che spetta alla Bce decidere come agire.
APERTURA AGLI EUROBOND. I suggerimenti comunque non mancano: «L'introduzione di una limitata forma di debito comune può essere un passo intermedio verso una integrazione fiscale e una condivisione dei rischi», ha fatto presente il Fmi, segnando una convinta apertura a ipotesi attualmente al vaglio dei Paesi membri dell'Ue, come gli eurobond o un fondo di riscatto del debito.
C'è anche una proposta dell'Italia, che venerdì 22 giugno ospita a Roma un vertice con la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese François Hollande e il premier spagnolo Mariano Rajoy: Roma vorrebbe utilizzare il fondo Efsf per limitare le oscillazioni degli spread tra Btp e Bund, senza per questo dover ricorrere alla procedura prevista per i Paesi che chiedono assistenza finanziaria.
La Bce sarebbe aperta all'ipotesi, la Germania un po' meno: «Abbiamo già discusso degli strumenti. Ora è il momento di agire, non di discuterne ancora. Non abbiamo bisogno di discutere tutto il tempo di nuovi strumenti», ha dichiarato il ministro tedesco Wolfgang Schauble.
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