Pensare Globale e Agire Locale

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giovedì 21 giugno 2012

ITALIA - I retroscena del club Bilderberg

L'autore del best-seller Daniel Estulin: «Voi italiani date troppa importanza a Monti».

di Silvia Ragusa

Giovedì, 21 Giugno 2012 - Del Club Bilderberg si sa poco o niente. Le cronache lo descrivono come un circolo quasi massonico, i cui componenti appartengono alle alte sfere dell’economia e della società. E, in virtù di questo ruolo, assumono decisioni importanti sugli equilibri mondiali.
Le riunioni annuali sono off limits per i comuni cittadini o per la maggioranza dei giornalisti.
Lo scrittore investigativo e giornalista lituano Daniel Estulin, però, sul club ha scritto fiumi d’inchiostro.
Nipote di un ex agente del Kbg e lui stesso talvolta indicato come 007, Estulin nel 2005 ha pubblicato Il club Bilderberg, diventato un best-seller internazionale tradotto in 24 lingue, in cui ha svelato parecchi retroscena sul club, sulla cui veridicità, ovviamente, non è possibile avere riscontri.
A pochi giorni dall’ultima riunione del Bilderberg in Virginia, che ha fatto discutere per la vociferata presenza della giornalista italiana Lilli Gruber, abbiamo intervistato l’autore lituano.
La conversazione si è svolta, per sua esplicita richiesta, solo via email, quindi non c'è stato modo di approfondire alcune risposte sibilline nè di declinarne meglio altre piuttosto tranchant e discutibili, ma Estulin si prende le responsabilità della sue affermazioni.

DOMANDA. Partiamo dall’inizio. Cos’è esattamente il club Bilderberg?
RISPOSTA. È una riunione di persone che rappresentano una certa ideologia. Un mezzo per mettere insieme le istituzioni finanziarie più potenti di tutto il panorama economico mondiale.
D. Quale ideologia?
R.
È stato uno strumento molto importante delle strutture oligarchiche durante la guerra fredda perché gli interessi privati finanziari furono capaci di imporre le loro politiche ai governi sovrani.
D. Tutto suona così misterioso da sconfinare nella fantascienza…
R.
Bildergberg non è un mondo di fantasia cartesiano. Non parliamo della Guerra delle Galassie o del Signore degli Anelli.
D. E quindi cosa fanno i suoi membri?
R.
L’idea che sta dietro questi incontri è creare quella che loro chiamano l’aristocrazia dell’intento tra le élite europee e nordamericane per gestire il pianeta.
D. Cioè?
R.
Creare una rete globale per controllare gli Stati.
D. I n che modo?
R. Gli accordi di Bretton Woods, per esempio, sono frutto delle decisioni del club che ha il potere di influenzare il Fondo monetario internazionale e la stessa Banca mondiale. È alla base di tutte le crisi finanziarie, sempre più frequenti e profonde.
D. E perché dovrebbero provocare le crisi?
R. Per creare un’enorme truffa finanziaria e controllare il mondo.
D. Chi ci guadagna?
R.
Col pretesto di voler salvare l’economia, si stanno trasferendo enormi quantità di debiti dalle banche private ai conti dei governi. I debiti sono così ingenti che non verranno mai ripagati. E i governi collasseranno.
D. Ma il club Bilderberg cosa intasca?
R.
Centra l’obiettivo: rimpiazzare i governi attuali con dittature corporative.
D. Converrà che la versione è un po’ fumosa…
R.
Mi lasci raccontare. Nella riunione del club del 1968 in Canada, George Ball, un banchiere di Lehman Brothers ed ex sottosegretario agli affari economici sotto i presidenti John Kennedy e Lyndon Johnson, annunciò un progetto per costruire quella che fu definita l’Impresa mondiale SA. L’idea era creare una nuova forma di governo che distribuisse in maniera più equa le risorse del mondo. Altrimenti detto, la globalizzazione.
D. Quindi la globalizzazione sarebbe l’Impresa mondiale SA?
R. I bancari delle grandi industrie e delle multinazionali oggi governano il mondo, più di qualsiasi potente Stato. In un certo senso è come essere tornati ai tempi della Compagnia britannica delle Indie orientali, ma in chiave moderna.
D. E come reagisce il Bilderberg alla crisi dell’Eurozona?
R. Niente. Grecia e Spagna sono già Paesi morti.
D. Ma lei come fa ad avere tutte queste informazioni?
R. Nel 1992 una persona legata ai servizi segreti russi mi parlò per la prima volta di questo misterioso club mentre mangiavamo in un ristorante spagnolo, a Toronto. Da allora non ho smesso di chiedere.
D. Ha partecipato a qualche riunione del Bilderberg?
R. Non sono mai invitato. Ho accesso alle informazioni grazie agli informatori dentro il Club.
D. Ci dica allora se è vero che il presidente del Consiglio italiano Mario Monti è stato invitato all’ultima riunione, in Virginia.
R. Monti fa parte del Bilderberg da sempre. Ma in Italia non dovreste dargli tutta questa importanza. È solo un burattino nelle mani di lobby e potenti. È stato anche a Stresa nel 2004 e a Rottach-Egern, in Germania, nel 2005.
D. Chi sono gli altri invitati italiani del club?
R. Tutti i più importanti. La famiglia Agnelli, Monti, Giulio Tremonti, Mario Draghi, Franco Bernabè, Tommaso Padoa-Schioppa, Paolo Scaroni.
D. Perché hanno invitato anche la giornalista Lilli Gruber?
R. Perché ha origini ebraiche ed è una persona conosciuta e carismatica, una qualità che serve per infondere le idee del Bilderberg agli italiani attraverso i mezzi di comunicazione di massa come la televisione.
D. Lei è andato al Parlamento europeo a parlare del Bilderberg con Mario Borghezio, non certo un politico molto inserito…
R. Per forza, Monti non mi invita, né Draghi.
D. Ma quelli del Bilderberg perché le passano ancora informazioni dopo la pubblicazione del libro?
R. Questi sono affari tra loro e me.
D. È vero che suo nonno lavorava come spia per il Kgb, i servizi segreti russi? Ci possiamo fidare?
R. È vero. Anch’io ho lavorato per il Kgb. Tutto può essere vero e tutto può essere una bugia in questo mondo di fumi e specchi.

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