RISPARMI IN CALO, DEBITI IN AUMENTO – Nel 2010 si sono prodotti 10 euro di risparmio ogni
100 euro. In rapporto, nel 1990 se ne potevano produrre 23. Solo il 28,6% dei
giovani under 35 riesce a risparmiare qualcosa, mentre le rimesse degli
immigrati scendono del 13% tra 2009 e 2010. I debiti invece aumentano: dell’1%
in generale, del 6% nel caso dei mutui, a cui possono accedere sempre in meno
(erano il 62% degli italiani nel 2004, il 48% nel 2011). Considerando poi
l’aumento annuo delle retribuzioni orarie (+1,8%) nel 2011 e il livello di
inflazione (+2,8%) “si arriva all’1% di salario mangiato dall’inflazione, il
valore peggiore dal 1995″. “Questa crisi – ha commentato il presidente dell’Arci,
Paolo Beni – ci fa capire che bisogna cambiare rotta”.
PER ISTAT 15,6% L’ITALIANO E’ POVERO – Ma secondo gli indicatori di poverta’ europei la
percentuale e’ del 24,5%. Aumenta il numero delle persone senza dimora, il 79%
delle pensioni non supera quota 1.000 euro, i pensionati co.co.co. vivono con
121 euro al mese. “Il 36% dei giovani e’ disoccupato, tre milioni sono precari
– osserva Segio – e 2 milioni non studiano ne’ cercano lavoro”. Gli appelli
alla famiglia care giver, si legge nel rapporto, appaiono ‘ipocriti e deboli’ e
‘le politiche sociali a favore di nuclei familiari sono ridicole’, tanto che
‘l’Italia e’ al 25/mo posto per gli investimenti in spesa sociale a sostegno
della famiglia’. L’Isee, con la riforma, e’ ‘destinato a diventare piu’
selettivo’ ai danni dei disabili e degli anziani non autosufficienti, mentre
‘cresce la quota di compartecipazione’ alla sanita’ (nel 2012 si pagano 2,18
miliardi di euro in piu’ di ticket rispetto al 2011) e ‘cala l’accesso
universalistico alle cure’.
AUMENTANO SUICIDI PER MOTIVI
ECONOMICI – Erano il 2,9% nel 2000, sono
arrivati al 10,3% nel 2009, afferma Segio. Si tratta di persone che hanno perso
il lavoro o che comunque non riescono a trovarlo, ma cresce anche il numero
degli imprenditori e lavoratori autonomi che si arrendono.
I RICCHI DIVENTANO SEMPRE PIU’
RICCHI – Tra la meta’ degli anni 80 e la
fine dei 2000 il 10% della popolazione italiana piu’ ricca ha visto una
crescita di reddito pari all’1,1% (media Ocse 1,9%), mentre il 10% piu’ povero
dello 0,2% (1,3%): nel 2010, secondo l’Istat, il 20% piu’ ricco detiene il
37,2% della ricchezza, mentre il 20% meno abbiente l’8,2%.
IL SETTORE BELLICO NON CONOSCE CRISI – L’Italia, conclude Segio, nel 2011 e’ arrivata a
una spesa militare annua di circa 26 miliardi di euro, quanto una manovra
fiscale, ed e’ uno dei paesi europei che meno ha ridotto il peso delle spese
militari in rapporto al Pil nell’arco di vent’anni.
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