Il vertice dei capigruppo dei partiti di maggioranza, la
solidità politica di Merkel e il nodo degli Eurobond.
di Pierluigi Mennitti
Giovedì, 14
Giugno 2012 - Il vertice
alla cancelleria dei capigruppo dei partiti di maggioranza e opposizione di
mercoledì 13 giugno per raggiungere un consenso bipartisan in Bundestag
sull'approvazione del patto fiscale non ha prodotto l'accordo sperato, ma molti
scogli sono stati superati e nelle dichiarazioni dei protagonisti è prevalso
l'ottimismo. Aumentano dunque le probabilità che la Germania possa dare il via
libera sia al fiscal pact che al fondo permanente di aiuti Esm prima della
pausa estiva.
PRIMA DELL'INCONTRO A BRUXELLES. Resta da capire se l'approvazione possa avvenire anche prima del vertice europeo fra i capi di Stato e di governo a Bruxelles di fine giugno: se, insomma, Angela Merkel si presenterà di fronte ai suoi partner europei con il doppio pacchetto in tasca o più semplicemente con una doppia dichiarazione di intenti.
«Il poker fra i partiti sul patto fiscale prosegue», ha scritto il Taggespiegel, «e le controparti si mostrano da un lato prudenti, dall'altro fiduciose. Tutto lascia comunque intendere che non si tratti di un ottimismo di facciata. I capigruppo della maggioranza, Volker Kauder per la Cdu e Rainer Brüderle per l'Fdp, hanno diffuso molte speranze al termine delle due ore di incontro sull'ipotesi che l'approvazione possa avvenire prima dell'estate».
PRIMI SEGNALI DI DISGELO COI VERDI. Ma, fatto ancor più rilevante, segnali di disgelo li ha lanciati anche il capogruppo dei verdi Jürgen Trittin: «Molte questioni restano ancora aperte», ha detto il leader ecologista, «ma l'Europa dell'austerità è al capolinea e il governo è tornato al tavolo della trattativa sulla tassa sulle transazioni finanziarie». Sembra questo il punto decisivo per un accordo, sebbene proprio in quelle ore e a pochi metri di distanza il primo ministro italiano Mario Monti, volato a Berlino per raccogliere un premio dall'European school of management and technology, invitava tutti «a non attendersi grandi risultati dall'introduzione di una Tobin tax».
PRIMA DELL'INCONTRO A BRUXELLES. Resta da capire se l'approvazione possa avvenire anche prima del vertice europeo fra i capi di Stato e di governo a Bruxelles di fine giugno: se, insomma, Angela Merkel si presenterà di fronte ai suoi partner europei con il doppio pacchetto in tasca o più semplicemente con una doppia dichiarazione di intenti.
«Il poker fra i partiti sul patto fiscale prosegue», ha scritto il Taggespiegel, «e le controparti si mostrano da un lato prudenti, dall'altro fiduciose. Tutto lascia comunque intendere che non si tratti di un ottimismo di facciata. I capigruppo della maggioranza, Volker Kauder per la Cdu e Rainer Brüderle per l'Fdp, hanno diffuso molte speranze al termine delle due ore di incontro sull'ipotesi che l'approvazione possa avvenire prima dell'estate».
PRIMI SEGNALI DI DISGELO COI VERDI. Ma, fatto ancor più rilevante, segnali di disgelo li ha lanciati anche il capogruppo dei verdi Jürgen Trittin: «Molte questioni restano ancora aperte», ha detto il leader ecologista, «ma l'Europa dell'austerità è al capolinea e il governo è tornato al tavolo della trattativa sulla tassa sulle transazioni finanziarie». Sembra questo il punto decisivo per un accordo, sebbene proprio in quelle ore e a pochi metri di distanza il primo ministro italiano Mario Monti, volato a Berlino per raccogliere un premio dall'European school of management and technology, invitava tutti «a non attendersi grandi risultati dall'introduzione di una Tobin tax».
Gli incontri futuri
cruciali per le trattative
Più prudente
è apparso il capogruppo dei socialdemocratici Frank-Walter Steinmeier: «C'è
stato un avvicinamento sui temi generali, ma se questo produrrà un accordo per
assicurare la maggioranza di due terzi necessaria all'approvazione del patto
fiscale dipenderà dalle trattative dei prossimi giorni». Il quotidiano
berlinese ha fornito le tappe dei futuri incontri: «Nelle prossime settimane
sono già in calendario nuovi appuntamenti fra gli esperti e i capigruppo dei
vari partiti e il 21 giugno, una settimana prima dell'incontro a Bruxelles dei
ministri finanziari europei, è previsto un incontro forse risolutivo, nel quale
verranno affrontati i dettagli delle soluzioni proposte. La stessa Angela
Merkel vuole definire già il 14 giugno una sorta di road map per avere certezze
sui tempi.
L'INCONTRO CON MERKEL E HOLLANDE A ROMA. I gruppi parlamentari di Cdu e Fdp avvieranno in questa stessa settimana la richiesta di calendarizzare la votazione del Bundestag per il 28 giugno, alla vigilia del vertice dei capi di Stato e di governo in Belgio». In questo modo, la cancelliera potrebbe presentarsi a Bruxelles con le spalle più larghe.
Nel mezzo di questa corsa a ostacoli tutta tedesca, la cancelliera sarà a Roma il 22 giugno per un vertice a tre con Mario Monti e François Hollande.
LA TROIKA DEI SOCIALDEMOCRATICI. Ma la cosiddetta troika dei socialdemocratici (i tre leader che guidano il partito e si giocano la candidatura alle prossime elezioni nazionali del settembre 2013: Sigmar Gabriel, Frank-Walter Steinmeier e Peer Steinbrück), ha giocato d'anticipo sulla cancelliera, volando nella serata del 13 giugno a Parigi per incontrare all'Eliseo il nuovo presidente francese. «Una piccola ritorsione da parte di Hollande», ha notato con perfidia la Bild, «al quale non è andato giù il fatto che la cancelliera non abbia voluto incontrarlo quando era in campagna elettorale contro Nicolas Sarkozy».
EUROBOND, ARGOMENTO INDIGESTO. La visita lampo del terzetto è servita a mettere a punto le strategie fra i due partiti progressisti in vista di una posizione comune sulla crisi europea. Si è parlato anche di eurobond, anche se sull'argomento, indigesto all'elettorato tedesco, i socialdemocratici restano prudenti. L'Spd ha deciso di puntare sulla sponda francese per impostare una campagna elettorale d'attacco contro Angela Merkel e la sua politica di austerità e provare in questo modo a ribaltare i sondaggi che ancora concedono alla cancelliera un rassicurante vantaggio. Sebbene manchi ancora più di un anno al voto, la frammentazione politica tedesca lascia oggi intendere che la partita si giocherà fra i due partiti maggiori. Chi prevarrà, guiderà il prossimo governo di Große Koalition. Sempre che l'evoluzione della crisi, che finora ha risparmiato l'economia della Germania, non rimescoli energicamente le carte in tavola.
L'INCONTRO CON MERKEL E HOLLANDE A ROMA. I gruppi parlamentari di Cdu e Fdp avvieranno in questa stessa settimana la richiesta di calendarizzare la votazione del Bundestag per il 28 giugno, alla vigilia del vertice dei capi di Stato e di governo in Belgio». In questo modo, la cancelliera potrebbe presentarsi a Bruxelles con le spalle più larghe.
Nel mezzo di questa corsa a ostacoli tutta tedesca, la cancelliera sarà a Roma il 22 giugno per un vertice a tre con Mario Monti e François Hollande.
LA TROIKA DEI SOCIALDEMOCRATICI. Ma la cosiddetta troika dei socialdemocratici (i tre leader che guidano il partito e si giocano la candidatura alle prossime elezioni nazionali del settembre 2013: Sigmar Gabriel, Frank-Walter Steinmeier e Peer Steinbrück), ha giocato d'anticipo sulla cancelliera, volando nella serata del 13 giugno a Parigi per incontrare all'Eliseo il nuovo presidente francese. «Una piccola ritorsione da parte di Hollande», ha notato con perfidia la Bild, «al quale non è andato giù il fatto che la cancelliera non abbia voluto incontrarlo quando era in campagna elettorale contro Nicolas Sarkozy».
EUROBOND, ARGOMENTO INDIGESTO. La visita lampo del terzetto è servita a mettere a punto le strategie fra i due partiti progressisti in vista di una posizione comune sulla crisi europea. Si è parlato anche di eurobond, anche se sull'argomento, indigesto all'elettorato tedesco, i socialdemocratici restano prudenti. L'Spd ha deciso di puntare sulla sponda francese per impostare una campagna elettorale d'attacco contro Angela Merkel e la sua politica di austerità e provare in questo modo a ribaltare i sondaggi che ancora concedono alla cancelliera un rassicurante vantaggio. Sebbene manchi ancora più di un anno al voto, la frammentazione politica tedesca lascia oggi intendere che la partita si giocherà fra i due partiti maggiori. Chi prevarrà, guiderà il prossimo governo di Große Koalition. Sempre che l'evoluzione della crisi, che finora ha risparmiato l'economia della Germania, non rimescoli energicamente le carte in tavola.
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