Russia: «Armi per la difesa di Damasco»
L'ipotesi
dell'intervento militare in Siria rischia di trasformarsi presto in realtà.
A chiederlo ufficialmente è stata il 13 giugno la Francia che ha evocato il ricorso al capitolo sette della Carta dell'Onu per scongiurare l'allargamento della guerra civile già in corso in alcune regioni chiave del Paese.
Parigi ha chiesto anche una zona di non sorvolo aereo. E gli Stati Uniti sono tornati a premere sulla Russia: «Assad deve andare via, è sbagliato continuare a sostenerlo».
HAFFA RIPULITA DA TERRORISTI ARMATI. Dalla Siria in rivolta, martoriata dalla repressione e dagli scontri tra ribelli e governativi, sono giunte la mattina del 13 giugno notizie di un nuovo massacro. Protagonista stavolta un'intera famiglia: uccisi la madre e i cinque figli dai sei anni a meno di uno, a nord di Aleppo, nei pressi di Afrin a maggioranza curda.
A un centinaio di chilometri a sud-ovest, nella regione costiera di Latakia, l'esercito governativo ha invece preso il controllo di Haffa, cittadina di 55 mila abitanti, sunniti e cristiani, circondata da villaggi alawiti, branca dello sciismo a cui appartengono i clan al potere da oltre 40 anni.
«La zona di Haffa è stata ripulita da terroristi armati penetrati dalla Turchia», ha riferito la tivù di Stato di Damasco. Mentre i rappresentanti locali dell'Esercito libero hanno affermato che 200 di loro si sono ritirati da Haffa per evitare un nuovo massacro della popolazione civile.
PER LA RUSSIA ARMI DI DIFESA. Intanto anche i rapporti diplomatici tra attori stranieri si sono infiamati. In un editoriale, il New York Times ha definito la Russia di Putin “Soviet Style”.
A chiederlo ufficialmente è stata il 13 giugno la Francia che ha evocato il ricorso al capitolo sette della Carta dell'Onu per scongiurare l'allargamento della guerra civile già in corso in alcune regioni chiave del Paese.
Parigi ha chiesto anche una zona di non sorvolo aereo. E gli Stati Uniti sono tornati a premere sulla Russia: «Assad deve andare via, è sbagliato continuare a sostenerlo».
HAFFA RIPULITA DA TERRORISTI ARMATI. Dalla Siria in rivolta, martoriata dalla repressione e dagli scontri tra ribelli e governativi, sono giunte la mattina del 13 giugno notizie di un nuovo massacro. Protagonista stavolta un'intera famiglia: uccisi la madre e i cinque figli dai sei anni a meno di uno, a nord di Aleppo, nei pressi di Afrin a maggioranza curda.
A un centinaio di chilometri a sud-ovest, nella regione costiera di Latakia, l'esercito governativo ha invece preso il controllo di Haffa, cittadina di 55 mila abitanti, sunniti e cristiani, circondata da villaggi alawiti, branca dello sciismo a cui appartengono i clan al potere da oltre 40 anni.
«La zona di Haffa è stata ripulita da terroristi armati penetrati dalla Turchia», ha riferito la tivù di Stato di Damasco. Mentre i rappresentanti locali dell'Esercito libero hanno affermato che 200 di loro si sono ritirati da Haffa per evitare un nuovo massacro della popolazione civile.
PER LA RUSSIA ARMI DI DIFESA. Intanto anche i rapporti diplomatici tra attori stranieri si sono infiamati. In un editoriale, il New York Times ha definito la Russia di Putin “Soviet Style”.
Mosca dal
canto suo, contraria al ricorso della forza, ha respinto le accuse, lanciate da
Washington e Parigi, di fornire armi usate dal regime nella repressione. Il
riferimento è agli elicotteri militari di recente utilizzati nelle regioni di
Homs, Hama, Latakia e Idlib.
«Si tratta di materiali difensivi in linea con i dettami del Consiglio di sicurezza dell'Onu e di altri accordi internazionali», hanno detto da Mosca.
Il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov, da Teheran, ha dal canto suo accusato gli Stati Uniti di fornire armi ai ribelli siriani.
«Si tratta di materiali difensivi in linea con i dettami del Consiglio di sicurezza dell'Onu e di altri accordi internazionali», hanno detto da Mosca.
Il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov, da Teheran, ha dal canto suo accusato gli Stati Uniti di fornire armi ai ribelli siriani.
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