Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


martedì 12 giugno 2012

LAVORO: Uno spunto di riflessione

E' possibile dare un significato diverso al Lavoro ? Come ?
 " E' ovvio che esistono ancora aspetti coattivi nel lavoro, anche quando esso è volontario; l'uomo non ha ancora trasformato tutta la coercizione che lo circonda in un riflesso condizionato di natura sociale, e in molti casi produce ancora sotto la pressione dell'ambiente («costrizione morale» la definisce Fidel). Gli resta ancora da conquistare il piacere di un completo godimento spirituale del proprio lavoro, senza la pressione diretta dell'ambiente sociale, ma vincolato ad esso dalle nuove abitudini. Questo sarà il comunismo. Il mutamento non avviene automaticamente nella coscienza, così come non avviene nell'economia. Le variazioni sono lente e irregolari: ci sono periodi di accelerazione, altri di pausa e persino di regresso.
 Dobbiamo inoltre considerare, come abbiamo notato prima, che non siamo di fronte a un periodo di transizione puro e semplice, quale lo vedeva Marx nella Critica del programma di Gotha, ma a una nuova fase da lui non prevista: il primo periodo di transizione al comunismo o di costruzione del socialismo. Ciò avviene in mezzo a violente lotte di classe con elementi di capitalismo nel proprio seno, che rendono difficile una comprensione globale.
 Se a ciò si aggiunge lo scolasticismo che ha frenato lo sviluppo della filosofia marxista e impedito l'analisi sistematica del periodo, la cui economia politica non si è sviluppata, dobbiamo riconoscere che siamo ancora in fasce e che è giusto dedicarsi allo studio di tutte le caratteristiche fondamentali di tale periodo, prima di elaborare una teoria economica e politica di maggior respiro.
 La teoria che ne scaturirà darà inevitabilmente la preminenza ai due pilastri della costruzione: la formazione dell'uomo nuovo e lo sviluppo tecnologico. In entrambi gli aspetti ci resta molto da fare, ma è meno grave il ritardo per quanto riguarda la concezione della tecnica come base fondamentale, giacché non si tratta in questo caso di andare avanti alla cieca, ma di seguire per un buon tratto la strada aperta dai paesi più evoluti del mondo. E' per questo che Fidel batte con tanta insistenza sulla necessità della formazione tecnica e scientifica del nostro popolo e in particolare della sua avanguardia.
 Nel campo delle idee che riguardano attività non-produttive è più facile cogliere la divisione tra necessità materiale e spirituale. Da molto tempo l'uomo cerca di liberarsi dell'alienazione mediante la cultura e l'arte. Muore quotidianamente durante le otto e più ore in cui funge da merce, per rinascere poi attraverso la sua creatività spirituale. Ma questo rimedio ha in sé i germi della stessa malattia: è un essere solitario che cerca la comunione con la natura. Difende la propria individualità oppressa dall'ambiente e reagisce di fronte alle idee estetiche come un essere isolato, la cui aspirazione è rimanere immacolato.
 Si tratta solo di un tentativo di fuga. La legge del valore non è il semplice riflesso dei rapporti di produzione; i capitalisti monopolistici la circondano di una complicata impalcatura che la trasforma in una schiava docile, anche quando i metodi che usano sono esclusivamente empirici. La sovrastruttura impone un tipo di arte in cui bisogna educare gli artisti. I ribelli vengono dominati dal meccanismo e solo i talenti eccezionali potranno creare opere proprie. Gli altri diventano vili salariati oppure vengono schiacciati.
 Si inventa la ricerca artistica, intesa come sinonimo di libertà; ma questa «ricerca» ha i suoi limiti, impercettibili fino al momento in cui non ci si scontra, vale a dire fino a quando non si affrontano i problemi reali dell'uomo e della sua alienazione. L'angoscia irrazionale o il volgare passatempo rappresentano delle comode valvole di sfogo per l'inquietudine umana; si combatte l'idea di rendere l'arte un'arma di denuncia. Se si rispettano le regole del gioco, si ottengono tutti gli onori; quegli stessi che otterrebbe una scimmia esibendosi in piroette. L'accordo è di non cercare di fuggire dalla gabbia invisibile "
  E Guevara de La Serna.

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