Quest’ultima accusa mi vien nuova, e
probabilmente Ferrara si riferisce al fatto che, dopo le elezioni del 1987, sia
rimbalzata la notizia secondo la quale alcuni ambienti collegati alla mafia
avevano autonomamente deciso di dare un segnale alla Dc riversando voti sul Psi
e sui radicali. Con l’originale conseguenza, peraltro, che proprio Martelli, da
ministro della Giustizia, assieme a Vincenzo Scotti, ministro egli Interni, fu
l’autore di quel 41 bis che disponeva il carcere duro per i mafiosi e che per questo
venne più volte minacciato di morte e protetto dallo Stato, con tanto di scorta
armata e per diversi anni. Che dire poi della trattativa tra Stato e mafia? Che
doveva fare Martelli? Evitare di dire quel che sapeva?
E non prendere atto, ad esempio, delle
dichiarazioni dell’ex ministro Conso che dispose, senza che nessuno ne fosse
informato, l’esenzione del 41 bis per centinaia di mafiosi come segnale “verso
l’ala moderata della mafia”, cioè quella che allora era rappresentata da
Bernardo Provenzano? Che dire degli attentati del 1993, che solo in questo modo
vengono spiegati e cioè come tentativo di fare ulteriore pressione sullo Stato
per arrivare a un punto di intesa? Ma lasciamo anche perdere queste valutazioni
e concentriamoci invece sul disprezzo di Ferrara per i socialisti. Quel suo
“pensate, un socialista” come per aggiungere, con quell’aggettivo, scarsa
credibilità al personaggio evocato, in questo caso a Martelli, fa veramente
rabbrividire. Ma cos’era Giuliano Ferrara? Non venne egli presentato da Giusy
Laganga al convegno di Viareggio del 1985 del Psi, del quale divenne subito un
rappresentante autorevole? Non fu egli commentatore Rai in quota Psi e poi
eletto europarlamentare nelle fila del Psi dal 1989? Sputare così nel piatto in
cui si è mangiato mi ha fatto un pessimo effetto. Perchè Giuliano Ferrara è
stato per anni, anche lui “pensate, un socialista”…
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