Nicholas Kulish 24
agosto 2012 THE NEW YORK TIMES New York
Mentre le autorità statunitensi
suonano l’allarme per quella che a loro dire è una nuova seria minaccia
proveniente dal gruppo sciita militante Hezbollah, migliaia di affiliati e di
sostenitori di questa organizzazione agiscono senza tante restrizioni in
Europa, raccogliendo fondi che sono poi spediti alla leadership del gruppo in
Libano.
Washington e Israele sostengono che
Hezbollah sia un’organizzazione terroristica appoggiata dall’Iran, che abbia le
mani sporche di sangue, che stia lavorando a stretto contatto con la Turchia
per addestrare, armare e finanziare la letale repressione in Siria dei ribelli
a opera dell’esercito. Tuttavia, l’Unione Europea continua a trattarlo in primo
luogo come un movimento
libanese politico e sociale.
Mentre Israele acuisce i timori di
un colpo preventivo sui siti nucleari iraniani, gli analisti dell’intelligence
mettono in guardia che Iran e Hezbollah reagirebbero con attacchi contro loro
bersagli all’estero.
Le autorità israeliane e
statunitensi hanno attribuito proprio a Hezbollah e Iran l’attentato
all’autobus in Bulgaria del mese scorso, che ha provocato la morte di sei
persone, cinque delle quali turisti israeliani, affermando che quell’operazione
rientra in una serie di offensive clandestine, frutto di complotti orditi in
Thailandia, in India, a Cipro e altrove. I difensori di Hezbollah sostengono
che non ci sono prove documentate del presunto coinvolgimento del gruppo
nell’attentato.
Nel suo rapporto annuale sui rischi
nel paese, l’agenzia tedesca di intelligence ha reso noto che anche se si crede
che Hezbollah operi in tutto il continente europeo, è in Germania che si
troverebbe il centro delle sue attività, con oltre 950 membri e sostenitori
presenti l’anno scorso, in aumento di 50 unità rispetto al 2010.
In Europa Hezbollah ha mantenuto un
basso profilo fin dagli attentati dell’11 settembre 2001, continuando per altro
a raccogliere fondi destinati ad attività umanitarie in Libano, alla
costruzione di scuole e piccoli ospedali e, secondo quanto affermano le agenzie
d’intelligence occidentali, ad attività terroristiche.
I servizi di sicurezza europei non
perdono d’occhio i sostenitori politici del gruppo, ma secondo gli esperti i
controlli diventano inefficaci quando si tratta di stare dietro alle cellule
dormienti che rappresentano il pericolo maggiore. “Hanno agenti reali e ben
addestrati in Europa che non entrano in azione da lungo tempo. Ma se venisse
loro ordinato, potrebbero farlo da un momento all’altro”, ha detto Alexander
Ritzmann, consulente politico dell’European Foundation for Democracy a Bruxelles, che ha
testimoniato davanti al Congresso Usa su Hezbollah.
“Se ci fossero prove concrete che
Hezbollah è impegnato in azioni di terrorismo, l’Ue prenderebbe in
considerazione l’idea di inserire l’organizzazione nell’elenco delle
associazioni terroristiche”, ha detto Erato Kozakou-Marcoullis, il ministro
degli esteri di Cipro che ricopre il ruolo di presidente a rotazione
dell’Unione europea.
La netta antitesi di opinioni
riflette i molteplici ruoli che Hezbollah ha ricoperto sin da quando si è
affermato in Libano dopo l’invasione israeliana del 1982. La sua ala militante
si è resa responsabile di una serie di rapimenti e di attacchi molto ben
organizzati in patria ed è stata accusata di attentati all’estero. Ma il gruppo
è diventato anche fornitore di servizi sociali che lo sconquassato governo
libanese è stato incapace finora di fornire e si è trasformato da allora in una
forza politica, con due ministeri di gabinetto e una dozzina di seggi in
parlamento.
Il segretario generale del gruppo,
Hassan Nasrallah, ha detto che essere inseriti nella lista nera europea sarebbe
“devastante per Hezbollah, perché le fonti dei nostri finanziamenti si
prosciugherebbero e il sostegno politico morale e materiale andrebbe
distrutto”.
Rispetto agli Stati Uniti, l’Europa
è da sempre molto più tollerante nei confronti dei gruppi militanti islamici.
Prima degli attentati dell’11 settembre, Al Qaeda aveva aperto un ufficio
stampa per i media a Londra. Buona parte della pianificazione e
dell’organizzazione necessarie agli attentati si svolse ad Amburgo, in
Germania, dove viveva il capo del complotto, Mohamed Atta.
Per anni le autorità statunitensi si
sono lamentate in via riservata della riluttanza da parte della Germania a
reprimere le attività che aggirano di fatto le sanzioni contro l’Iran. Le
pressioni paiono aver dato qualche frutto, visto che l’anno scorso la Germania
ha finalmente approvato l’inclusione della European-Iranian Trade Bank, con
sede ad Amburgo, nella lista nera dell’Unione Europea.
Nondimeno, laddove i governi di
Stati Uniti e Israele vedono fervere i preparativi di Iran e Hezbollah per dare
il via ad azioni di terrorismo internazionale con le loro cellule dormienti,
gli europei distinguono categoricamente tra una rete terroristica
internazionale quale è Al Qaeda e quello che considerano un conflitto che vede
schierati da una parte Israele e gli Stati Uniti e dall’altra Iran, Siria ed
Hezbollah.
Alcuni analisti ritengono che i
gruppi sciiti come Hezbollah pongano meno rischi rispetto a organizzazioni
sunnite militanti quali per l’appunto Al Qaeda. “Il pericolo maggiore da parte
dei militanti islamisti arriva dai salafiti: non dagli sciiti, ma dai sunniti”,
ha affermato Berndt Georg Thamm, un esperto di terrorismo di Berlino, facendo
riferimento al movimento dalla linea dura dell’Islam sunnita.
Tacito
accordo
Il divario delle percezioni da una
sponda all’altra dell’Atlantico è a tal punto ampio che le autorità Usa
sembrano più preoccupate dalla minaccia di Hezbollah in Europa degli stessi
europei. I Paesi Bassi hanno dichiarato Hezbollah un’organizzazione
terroristica nel 2004, dicendo di non voler fare distinzioni tra l’ala politica
del gruppo e quella terrorista, cosa che invece fa il Regno Unito, per il quale
soltanto l’ala militante è schedata.
Ritzmann ha detto: “I britannici lo
considerano un espediente: se cambiano li tolgono dall’elenco. I francesi,
invece, non pensano che sia intelligente metterli nell’elenco delle
associazioni terroristiche, vista la loro importanza come attori politici”.
“Non c’è un parere unanime su Hezbollah, dunque, e ciò non cambierà in un
immediato futuro”, ha confermato Thamm.
In Europa gli scettici pensano che
quando Hezbollah è diventata un’entità più politica, il gruppo abbia preso le
distanze dal proprio passato terroristico, arrivando addirittura a
dimenticarselo del tutto, e che Israele attizzi le paure nel tentativo di
legittimare un attacco agli impianti nucleari iraniani.
Secondo alcuni esperti, le autorità
della sicurezza del continente sarebbero reticenti a inserire il gruppo
nell’elenco delle associazioni terroristiche perché sembrano aver constatato
una tacita distensione, in virtù della quale Hezbollah non compie attentati e
le autorità delle forze dell’ordine in Europa non interferiscono con il suo
lavoro di raccolta fondi e di organizzazione.
“C’è il timore di attirarsi le ire
di Hezbollah e in definitiva di scatenare attentati nei rispettivi paesi”, dice
Bruce Hoffman, professore di studi sulla sicurezza a Georgetown ed esperto di
terrorismo, “Perché mai raccogliere un sasso da terra per vedere che cosa c’è
sotto?”.
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