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martedì 7 agosto 2012

ITALIA - Ilva, il Riesame conferma il sequestro ma con facoltà d'uso

Taranto, lo stop all'impianto per la bonifica e non per la chiusura. I Riva restano ai domiciliari, scarcerati 5 dirigenti

Roma, 7 ago. - Il tribunale del Riesame ha confermato il decreto di sequestro dello stabilimento siderurgico di Taranto, finalizzato non alla chiusura ma alla messa a norma degli impianti inquinanti. Concessa, dunque la facoltà d'uso degli impianti ma solo per l'adeguamento dei sistemi alle norme anti inquinamento.

I giudici si sono espressi anche sulle richieste di scarcerazione degli otto tra dirigenti ed ex dirigenti. Ai domiciliari restano Emilio e Nicola Riva e il direttore dello stabilimento di Taranto Luigi Capogrosso. Gli altri cinque dirigenti sono stati scarcerati. I giudici hanno anche nominato Bruno Ferrante quale nuovo custode giudiziario dello stabilimento. Il provvedimento del Riesame è stato depositato nel primo pomeriggio. E ha disposto che i custodi garantiscano la sicurezza degli impianti e li utilizzino in funzione della realizzazione di tutte le misure tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo e della attuazione di un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni inquinanti.

Per il resto il decreto è stato confermato. Le motivazioni dell'ordinanza del tribunale del riesame saranno depositate nei prossimi giorni. Il termine previsto per legge di 5 giorni, non è però perentorio. Lo stesso tribunale del riesame ha confermato l'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per gli ex presidenti dell'Ilva, Emilio e Nicola Riva (padre e figlio), l'ex direttore del siderurgico di Taranto, Luigi Capogrosso.

Mentre ha annullato l'ordinanza di applicazione della misura cautelare dei domiciliari nei confronti dei responsabili dell'area sottoprodotti Ivan Di Maggio e dell'area agglomerato Angelo Cavallo, di Salvatore D'Alò, capo delle acciaierie 1 e 2 dell'Ilva di Taranto, Salvatore De Felice, già capo area altiforni e attuale direttore del siderurgico di Taranto (dopo le dimissioni di Capogrosso avvenute qualche settimana fa), e di Marco Andelmi, responsabile dell'area parchi minerali. Questi ultimi 5 tornano, dunque in libertà.

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