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martedì 7 agosto 2012

ITALIA – L’ ”incredibile” Di Pietro

Caro Di Pietro, ma se Craxi aveva ragione perché non hai indagato sul Pci?
Alessandro Da Rold - 6 agosto 2012 – L’Inkiesta

C'era una volta Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori, ex pm di Tangentopoli, che a chi proponeva di intitolare una via a Bettino Craxi a Milano rispondeva: «Ci scrivano sotto condannato e latitante». C'era un Tonino, una volta, che pur di attaccare il presidente di regione Lombardia Roberto Formigoni sul caso Daccò diceva: «Fai come Craxi». C'era una volta, un Di Pietro, che nel 2010, 19 gennaio, attaccava il presidente Giorgio Napolitano che aveva inviato una lettera alla moglie del leader del Psi nell'anniversario della sua scomparsa: «Craxi? Qui osanniamo un delinquente. Un cattivo esempio per i giovani». C'era, perché adesso Tonino pare aver cambiato idea.
In un'intervista a Oggi di questa settimana, infatti, Tonino ha trovato una nuova versione su Craxi, per attaccare il presidente della Repubblica. «Ci sono due Napolitano: quello che ci racconta oggi la pubblicistica ufficiale, il limpido garante della Costituzione, e quello che raccontò l'imputato Bettino Craxi in un interrogatorio formale, reso, nel 1993, durante una pubblica udienza del processo Enimont", ha detto al settimanale. "Craxi descriveva quel Napolitano come un uomo molto attento al sistema della Prima repubblica specie coltivando i suoi rapporti con Mosca. «Credo che in quell'interrogatorio formale che io condussi davanti al giudice, Craxi stesse rivelando - ha sostenuto Di Pietro - fatti veri perché accusò pure se stesso e poi gli altri di finanziamento illecito dei partiti. Ora delle due l'una: o quei fatti raccontati non avevano rilevanza penale oppure non vedo perché si sia usato il sistema dei due pesi e delle due misure». Abbiamo sentito bene «fatti veri»?

Ci viene da ricordare, così, un'intervista a Tiziana Parenti, ex pm del pool di Mani Pulite che seguì il filone delle tangenti rosse, concessa alla Stampa l'anno scorso. Alla domanda "E Di Pietro il fustigatore?», ecco la risposta di Titti La Rossa: «Di Pietro è stata la persona che più di altri ha impedito di capire. La politica non è solo censura verso questo o quest’altro, ma fantasia, coraggio, capacità di costruire con gli altri».

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