Dopo la fumata nera
con la quale si sono chiusi i lavori per la pausa estiva del Comitato ristretto
della commissione Affari costituzionali del Senato che si occupa della riforma
elettorale, si torna a parlare del “compromesso” ufficioso che avrebbero
raggiunto Pd, Pdl e Udc sul nuovo sistema elettorale. I lavori riprenderanno il
29 agosto e un testo base potrebbe essere pronto il prossimo 5 settembre.
Quanto
ai contenuti, il compromesso sarebbe a portata di mano secondo i componenti del
Comitato ristretto. Il Pdl rinuncerebbe al reinserimento delle preferenze
accettando i collegi uninominali, il Pd accetterebbe che il premio di
maggioranza venga assegnato al partito che ottiene piu’ voti purche’ questo
premio passi dal 10 al 13 o al 15 per cento (Bianco ha proposto che possa
essere assegnato indifferentemente al partito o alla coalizione vincente,
qualora se ne formino). Assieme ai collegi, ci sarebbero le liste bloccate di
partito forse per il 15 o 25% degli eletti. La soglia di sbarramento per
accedere in Parlamento resterebbe fissata al 5%, con la deroga – pensata ai
fini della Lega Nord – per le forze politiche che in almeno cinque regioni
ottengono l’8%.
A fare chiarezza
sulle indiscrezioni che circolano in queste ore sul presunto accordo è il
senatore del Psi Carlo Vizzini, presidente della commissione Affari
costituzionali, che ha subito puntualizzato: «Mi aspetto che il 29 agosto in
commissione i due correlatori di Pd e Pdl siano in condizioni di riferire
questo presunto accordo raggiunto in sedi ufficiose perché sarebbe tragicomico
che i giornali avessero avuto dai partiti notizie che il parlamento non ha. Se
viene rappresentato un accordo fatto da tre partiti che rappresentano una
maggioranza larga il mio compito sarebbe prendere atto e andare in commissione plenaria,
sede deputata».
Presidente Vizzini
qual è il punto più critico di questo presunto accordo raggiunto?
Sicuramente quello
che riguarda il premio di governabilità. Sono convinto che se andasse al
partito che non va al governo sarebbe una pazzia, un paradosso, deve essere al
10% e deve garantire governabilità.
Altro punto sul quale
si dibatte riguarda la percentuale, insieme ai collegi, delle liste bloccate di
partito. Le ipotesi avanzate vanno dal 15 o 25% degli eletti. Quale percentuale
sarebbe corretta?
La proporzione
auspicabile sarebbe quella del Mattarellum, quindi massimo al 25%. Se
rinunciamo al Porcellum ma ne manteniamo una metà faremmo il Porcellinum. Più
parlamentari si recuperano tra quelli votati dai cittadini meglio è per
funzionamento della democrazia. Così come mi auguro che a tutto questo segua un
comportamento interno dei partiti volto a garantire una scelta trasparente dei
candidati.
Si parla di 6-8 mesi
per rifare i collegi?
I collegi si fanno in
2 mesi.
Premio di
maggioranza: il Pd accetterebbe che venga assegnato al partito che ottiene più
voti purché passi dal 10 al 13 o al 15 per cento.
Premio di maggioranza
al 10 va bene, è il massimo accettabile. Chiederò che il premio dato al partito
sia un premio di governabilità. Mi auguro che restiamo in un sistema nel quale
la notte delle elezioni si sappiano i risultati.
Con che tempi verrà
approvata?
Voglio arrivare al
più presto in commissione così da evitare che la discussione sulla legge
elettorale si trasformi in una specie di reality. La discussione verrà ripresa
all’interno del comitato ristretto il 29 agosto e successivamente il 5
settembre, poi nella stessa settimana si andrà in commissione. La nuova legge
si farà entro l’anno.
Il Pdl caldeggia di
nuovo elezioni anticipate con la legge elettorale.
Bene significherebbe
che vorrebbero far vincere Grillo.
Il rinnovato
affermarsi delle socialdemocrazie in Europa avrà una qualche influenza sulla
prossima legge elettorale?
Mi auguro che questo
Paese sappia trovare uno scarto di tipo europeo, che questo modello riporti i
valori del socialismo in Italia come con Hollande in Francia.
Una nuova legge
elettorale è un’esigenza primaria del Paese e strettamente legata alla sua
governabilità come chiesto più volte da Quirinale e Palazzo Chigi?
Preferisco Palazzo
Chigi quando si occupa di questioni economiche. Il presidente della Repubblica
ha dimostrato ancora una volta la capacità di intercettare il sentimento degli
italiani. La legge elettorale andrà in questa direzione: tornare a un rapporto
vero tra elettore e eletto. Perciò è importate che i partiti facciano procedure
che rendano pubbliche la scelta dei candidati. Soprattutto se si scelgono
collegi dico sì a primarie di partito. Oppure a regole chiare e trasparenti,
procedure interne ai partiti, che possono essere controllare dall’elettore.
Lucio Filipponio
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