Pensare Globale e Agire Locale

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sabato 18 agosto 2012

ITALIA - I fumi dell'Ilva e quelli di Vendola

Facebook e la piazza contro il governatore pugliese. E la sua ars oratoria.

Fischiato a Taranto. E attaccato pure su Facebook. Il governatore della Puglia Nichi Vendola è finito nel mirino dei manifestanti ambientalisti contrari alla riapertura dell'Ilva che ormai hanno eletto a simbolo della loro lotta il gip della città Patrizia Todisco.
IL GIALLO DEL «POLO CHIMICO». Certo, non ha aiutato un commento che il leader di Sel ha postato sul profilo del social network riprendendo un'intervista rilasciata a L'Unità. «La domanda che faccio ai tanti che in questi giorni sentenziano sull’Ilva è soltanto una: ma davvero pensate che si possa chiudere il più grande polo della chimica?», si è chiesto retoricamente Vendola. Ed è bastato questo per scatenare la furia di molti internauti.
L'Ilva infatti, com'è noto, è uno stabilimento siderurgico. Insomma, un'acciaieria. E non un polo chimico come Porto Marghera, l'area veneziana che purtroppo - come molti hanno sottolineato, non ultimo l’ex sindaco della Serenissima Massimo Cacciari - rappresenta uno spettro che pesa sul futuro dell’impianto pugliese.

DISMETTERE «NON È PROGRESSISTA». Ma non è tutto. Il governatore ha continuato: «È progressista che l’Italia dismetta alcune sue antiche e robuste tradizioni produttive? È legittimo pensarlo ma io non sono d’accordo. È sbagliato ricondurre la questione in termini di una conflittualità irriducibile tanto più oggi che ci sono tecnologie che consentono abbattimenti importanti. Stiamo parlando di un problema generale, non è che le diossine e le polveri sottili sono specialità pugliesi».
LA VITTORIA DEI POTERI FORTI. A questo punto la Rete si è rivoltata. Antonio ha accusato Nichi di essersi «piegato ai poteri forti». «Questa», ha rincarato la dose, «è la tua ecologia e libertà».
Pasquale è andato ancor più sul pesante: «Sei al soldo dei soliti oligarchi. Se tu sei di sinistra, allora Stalin era un moderato timoroso di dio!».
È entrato più nel merito Fabio: «Il progressista», ha commentato, «se ne è accorto il 17 agosto 2012 che esistono tecnologie avanzate? È dovuta intervenire la magistratura per far capire al mondo quanto sei e siete cialtroni».
CITTADINI CONFUSI DALL'ARS ORATORIA. Ma a disorientare cittadini ed elettori sono stati anche i commenti fumosi del governatore, conosciuto per la sua ars oratoria.
«L'ARDIRE UTOPICO DEI PENSIERI LUNGHI». «Lo sguardo di chi governa deve pesare ciascuno dei beni da tutelare», ha sentenziato Vendola, «deve custodire tutte le promesse di futuro, ma soprattutto deve sentire la responsabilità di evitare che vinca il caos, e che l’ardire utopico dei pensieri lunghi si pieghi alla disperazione di un presente immobile, quasi divorato dal suo passato».
DALLA PARTE DELLA MAGISTRATURA. Mercoledì 16 agosto, invece, il governatore aveva postato su Facebook: «Io sono impegnato nel cercare una via d’uscita che possa essere anche una svolta storica. Non bisogna lodare la magistratura per una sorta di zelo istituzionale, bisogna farlo perché in questo caso la magistratura ha sanzionato qualcosa che è finalmente percepito come un fatto insopportabile».
VITA E SALUTE PRIMA DI TUTTO. Per poi preseguire: «Abbiamo vissuto in un’epoca nella quale all’interno del ciclo produttivo la salute e la vita umana avevano sempre di più un peso e sempre meno un valore. Oggi la magistratura restituisce valore a quel diritto alla vita e alla salute che era stato confinato in uno spazio quasi privato. Mi rendo conto che è forte il tuono che rimbomba ed evoca patologie come il cancro e la morte, ma ci sono gli strumenti per spostare in avanti il conflitto tra industria e ambiente che si è aperto a Taranto».
E DALLA PARTE DELL'AZIENDA. Ma non è tutto. Perché il leader Sel aveva anche ricordato che «l’Ilva rispettava i limiti e si è adeguata alla legge regionale sulla diossina». E che «l’Ilva è anche una metropoli che per 60 anni è stata un propagatore di veleni».
Parole e posizioni che hanno gettato più di un cittadino nella confusione, prima che nello sconforto. «Scusi», ha scritto Alessandra sulla bacheca, «sarò io sciocca, ma in sintesi, che vuol dire questa sua nota? Cosa ha da dire, invece, su come rendere conciliabili salute e posti di lavoro? La mia sensazione è che lei e tutti i suoi colleghi politici continuate a parlare e nessuno, dico nessuno, affronta e risolve i problemi».

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