IL SOCIALISTA VIZZINI SI DICE
«PESSIMISTA» -
Secondo i singoli esponenti dei gruppi «passi avanti se ne sono fatti» e «si è
trovato l’accordo su alcuni punti seri», ma sul tavolo è riapparso il nodo
preferenze: il Pdl, infatti, lo ritiene il miglior modo di garantire agli
elettori la scelta, mentre il Pd resta fermo sui collegi. Tutti torneranno a
vedersi mercoledì 5 settembre per quella che dovrebbe essere la «giornata di
svolta». Entro quella data, il presidente della Commissione, Carlo Vizzini, ha
annunciato di voler informare il presidente del Senato, Renato Schifani, dello
stato dell’arte e poi, in apertura di seduta, «informare la commissione in
seduta plenaria sull’andamento dei lavori».
Proprio il presidente della I commissione di
palazzo Madama, del resto, è stato l’unico a non ostentare sicurezza e
ottimismo. «Diciamo che io sono l’opposto di Quagliariello: lui è sempre
ottimista, io sempre pessimista. Insieme – ha continuato Vizzini – facciamo uno
normale. Quando qualcuno dice che “in una settimana si può fare la legge
elettorale” mi viene da rispondere: “Prego, si accomodi”. Sull’ipotesi che
l’aula di Palazzo Madama approvi una riforma elettorale entro la fine di
settembre Vizzini osserva: «Tutto è possibile. Ma non pensate che questa legge
passerà all’unanimità. Bisognerà vedere come reagiranno le forze che non
condividono l’impianto che si va delineando». Ma, per Vizzini, una cosa è
certa: «Continuo ad escludere che si tornerà a votare con il Porcellum».
LETTA: «IL RITORNO DI BERLUSCONI
PEGGIORA LE COSE» – «Il ritorno di Berlusconi ha peggiorato le cose.
L’accordo sulla legge elettorale l’avremmo fatto molto prima. Senza di lui il
Pdl stava diventando un partito conservatore europeo e invece ritorna
l’anomalia del partito carismatico personale. E’ colpa sua se ora ci sono
difficoltà». Lo dice Enrico Letta, vicesegretario del Pd. «Un po’ di liste
bloccate purtroppo resteranno -aggiunge Letta – anche se noi non le vogliamo.
Ci sono dei prezzi da pagare per cancellare il Porcellum che è il male assoluto
perché crea un Parlamento delegittimato. C’è un premio di coalizione che non
esiste in nessun Paese al mondo».
ESCLUSO IL VOTO ANTICIPATO A NOVEMBRE
-
Tutti hanno escluso l’ipotesi di voto anticipato a novembre, nonostante le voci
(puntualmente smentite) che vorrebbero un Silvio Berlusconi interessato ad
andare alle urne il prima possibile. A tenere il punto in Commissione sono
stati proprio gli uomini del Cavaliere, in particolare il relatore del Pdl
Lucio Malan, che ha sottolineato: «Per fare la legge i tempi volendo ci sono,
settembre non è ancora cominciato. Bisogna che ci sia la volontà di farlo».
Anche il relatore del Pd, Enzo Bianco, ha escluso un nesso tra la riforma
elettorale e l’ipotesi di elezioni anticipate a novembre: «E’ del tutto
destituita di fondamento – dice Bianco- noi continuiamo a lavorare per dare una
buona legge elettorale ai cittadini. Il tempo c’è per approvarla entro fine
settembre al Senato ed entro fine ottobre alla Camera. E avere così due mesi
per riscrivere i collegi e un sistema elettorale operativo per i primi mesi del
2013».
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