Pensare Globale e Agire Locale

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giovedì 14 giugno 2012

ITALIA – Legge anti corruzione

Vietti: Incandidabilità condannati sia da 2013


Vice presidente Csm: Norma ha senso se vale da prossime elezioni


Roma, 14 giu. - "La mia è una valutazione positiva, sarei intervenuto in modo più netto e drastico sulla prescrizione, avrei allungato i tempi. Resta il problema che durante la pendenza del processo i termini della prescrizione continuano a correre. E'un elemento che induce ad allungare i termini del processo, bisogna intervenire stabilendo un momento in cui, in pendenza di processo, la prescrizione non corre più. Questo avrebbe un effetto immediato sull'accelerazione dei processi". Così il vice presidente del Csm Michele Vietti, intervistato a 'Prima di tutto' su Radio1, ha commentato il ddl corruzione approvato ieri dalla Camera con tre voti di fiducia.

"E' una legge che affronta il problema in modo organico - ha aggiunto Vietti -, non è un intervento ad personam, punisce una serie di condotte che meritano sanzioni penali e che finora erano al di fuori delle precisione della legge, prevede un'autorità contro la corruzione e l'importante norma sull'incandidabilità". E proprio sull'incandidabilità per i condannati in via definitiva, tema che ha fatto nascere numerose polemiche, Vietti ha aggiunto: "Il governo deve fare in fretta, questa norma ha un senso se vale per le prossime politiche. Siamo solo a metà del guado, c'è ancora il voto e l'approvazione definitiva del Senato. Credo ci siano i tempi per approvarla in via definitiva entro la fine della legislatura". "La corruzione - ha concluso Vietti - altera la concorrenza, è un mare che per la Corte dei conti ammonta a 60 miliardi, la metà dell'intero giro d'affari in Europa, e questo ci mette in grave imbarazzo".

Severino: Entro 2013 intervento su incandidabilità


'Un anno termine massimo, cercheremo di accelerare'


Roma, 14 giu.  - "Il tempo di un anno previsto nell'articolo 10 del ddl anticorruzione è il termine massimo. Cercheremo di accelerare al massimo e di legiferare sull'incandidabilità dei condannati entro il 2013". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Paola Severino, commentando alla Camera le polemiche sulla norma contenuta nel provvedimento anti-corruzione all'esame dell'Aula.

Oggi la Camera vota il ddl dopo la triplice fiducia


Ma il Pdl già annuncia modifiche alla legge a palazzo Madama


Roma, 14 giu. - Conto alla rovescia per il primo sospirato voto del Parlamento sulla legge anticorruzione del Governo Monti che porta il nome dei ministro Severino e Patroni Griffi. La seduta a Montecitorio è prevista dalle 9, alle 12 avranno inizio le dichiarazioni di voto e quindi, al termine , il voto finale per il primo via libera dopo mesi di trattative defatiganti. Un disco verde che, seppure potrà far registrare defezioni e malumori nel risultato numerico, non sembra essere in discussione dopo i tre sì di ieri a Montecitorio alla fiducia posta dal Governo sulle qustioni più controverse: incandidabilità dei condannati, traffico di influenze, riscrittura del reato di concussione.

Norme delicate, maldigerite dal centrodestra, sugli scudi ancor più dopo l'annunciato impegno del ministro Patroni Griffi a rendere operativa 'da subito' , cioè già dalle elezioni 2013, la non candidabilità. Un centrodestra che, forte dei numeri di Pdl, Responsabili (e Lega, pronta sembre a far saltare i provvedimenti di Monti) al senato già preannuncia un possibile percorso tutto in salita della nuova legge anticorruzione una volta che da stasera sarà trasmesso a palazzo Madama "E' auspicabile che al Senato - ha anticipato il capogruppo a Montecitorio di Berlusconi e Alfano Fabrizio Cicchitto- questo disegno di legge abbia alcune modifiche, in primo luogo per quello che riguarda il 'traffico di influenza' perchè esso rischia di dare ai pubblici ministeri una discrezionalità del tutto eccessiva". Seguito dall'omologo al Senato, Maurizio Gasparri: "Quando il provvedimento anti corruzione arriverà qui verificherò quello che molti sostengono e cioè che il disegno di legge, su cui il governo Monti ha chiesto tre volte la fiducia, contenga una norma salva Penati. Si tratta del noto braccio destro del segretario del Pd Pierluigi Bersani, indagato per lo scandalo di Sesto San Giovanni che richiama tutta una serie complessa di vicende, che investono situazioni non soltanto locali. Se così fosse ci troveremmo dinanzi ad una grave contraddizione. Da un lato si parla di provvedimento anti corruzione, dall'altro invece si potrebbe garantire impunità a possibili corrotti. In questo caso non ho alcuna intenzione di dare il mio consenso ad una norma pro corrotti travestita da anti-corruzione. Quando il provvedimento sarà al Senato approfondiremo la questione ma sia chiaro fin d'ora che c'è un limite a tutto".

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