Pensare Globale e Agire Locale

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giovedì 18 aprile 2013

ITALIA - Marini rischia col voto segreto


I renziani si sfilano. E non sono i soli a sinistra. Salta tutto con altri 15 no nel Pdl.

Giovedì, 18 Aprile 2013 - Franco Marini potrebbe essere la vittima – forse inconsapevole – di una pericolosa ribellione interna nel Pd che potrebbe trasformarsi in un momento di svolta per il partito.
I 1.007 GRANDI ELETTORI. Alle 10 del 18 aprile si inizia a votare per il nuovo Capo dello Stato. Gli elettori sono 1.007 (630 deputati, 319 senatori, 58 delegati delle Regioni: uno dalla Valle d'Aosta, tre da ogni altra regione). Nei primi tre scrutini occorre la maggioranza di due terzi, pari a 672 voti. Dalla quarta, eventuale, votazione (venerdì pomeriggio) basta la maggioranza assoluta, pari a 504 voti.
SERVONO 672 VOTI. I numeri dicono che per essere eletto tra il primo e il terzo scrutinio, l'ex presidente del Senato ha bisogno di 672 voti. Sulla carta, teoricamente, i tre partiti che hanno deciso di sostenerlo possono contare su circa 785/790 grandi elettori.
LA CHIUSURA DEI RENZIANI. Ma il suo nome al Quirinale resta in bilico. Perché se la dissidenza fra le fila del Partito democratico superasse i 54 grandi elettori (e già i renziani da soli sono circa una sessantina) Marini non potrebbe essere eletto nei primi tre scrutini.
GLI ALTRI 15 'NO' DECISIVI. Il realtà, insomma, Renzi non è solo. Semmai la sua presa di posizione potrebbe avere dato ad altri il coraggio di prendere una posizione. Semmai a forse spingo un po’ ad accelerare l’identificazione di questa falange dei contrari. Basterebbero altri 15 'no' a Marini nel centrodestra, per mandare tutto a carte quarantotto e far fare a Marini la fine che fece il suo illustre predecessore Arnaldo Forlani.
IL DESIDERIO DI ROMPERE LE RIGHE. Perché, come ha spiegato Il Fatto quotidiano, sotto la cenere covava già il risentimento e il desiderio di rompere le righe. Persino Rosy Bindi risulta imbambolata, e incapace di comprendere la scelta di Bersani: “Se Marini sarà il presidente delle larghe intese non sarà il mio presidente”.

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