Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


giovedì 25 aprile 2013

ITALIA - Enrico Letta premier.


Nato a Pisa nel 1966, Enrico Letta, frequenta la scuola dell’obbligo a Strasburgo per poi laurearsi in Diritto internazionale all’Università di Pisa, dove consegue il dottorato di ricerca in Diritto delle comunità europee alla Scuola Superiore “S. Anna”. A 25 anni è presidente dei Giovani del Partito Popolare europeo.

Il primo contatto con le istituzioni

Il suo incontro con Beniamino Andreatta nel 1990 lo portò a svolgere l’attività di ricercatore dell’Arel, l’Agenzia di ricerche e legislazione di cui è segretario generale dal 1993. Nello stesso anno avvenne il primo contatto con le istituzioni, quando seguendo proprio Andreatta, come capo della sua segreteria, al Ministero degli Esteri, nel governo Ciampi, viene chiamato nel 1996 al Ministero del Tesoro come segretario generale del Comitato per l’euro.

Un giovane ministro

Vicesegretario del Partito popolare italiano dal gennaio 1997 al novembre 1998, nello stesso mese diventa a 32 anni ministro per le Politiche Comunitarie con il primo governo D’Alema, il più giovane ministro della storia repubblicana battendo Andreotti, che divenne ministro a 35 anni.

Nel 2000 è ministro dell’Industria, Commercio e Artigianato nel secondo governo D’Alema. Incarico che conserva, con il governo Amato, per il quale è anche ministro del Commercio con l’Estero fino al 2001. Nel 2001 diventa deputato per la prima volta e s’iscrive alla Margherita.

Nel giugno 2004 rassegna le dimissioni dalla Camera e, da capolista dell’Ulivo, viene eletto deputato europeo per la circoscrizione Italia Nord-Est (circa 173.000 voti). Nella XV Legislatura torna deputato della Repubblica italiana e tra il 17 maggio 2006 e l’8 maggio 2008 è sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri nel governo Prodi.

L’impegno nel partito Democratico

Nel 2007 si candida alla segreteria del neonato Partito democratico ottenendo, con le primarie del 14 ottobre, oltre l’11% dei consensi. Nelle elezioni del 13 e 14 aprile 2008, capolista PD nella Circoscrizione Lombardia 2, viene eletto alla Camera dei Deputati. Poche settimane Walter Veltroni lo chiama a far parte del governo ombra del PD in qualità di responsabile Welfare. Nel 2009, in occasione del Congresso del Partito democratico, decide di appoggiare Pier Luigi Bersani e la mozione che lo sostiene. Il 9 novembre 2009 – dopo le primarie che eleggono Bersani segretario nazionale – viene nominato dall’Assemblea nazionale, vicesegretario unico del Partito Democratico.
Alle elezioni politiche del 2013 è capolista del Partito Democratico alla Camera dei Deputati nelle Marche e in Campania.

Vicepresidente di Aspen Institute Italia dal 2004, Letta ha svolto attività di insegnamento e di ricerca presso la Scuola superiore S. Anna di Pisa e l’Haute Ècole de Commerce di Parigi.

 

Previsione: il governo nascerà domani. Ecco perché

Il presidente della Repubblica vuole approfittare del “magic moment”. Lo stordimento dei partiti, la rielezione di Napolitano, l’incarico a Letta e i primi positivissimi riscontri sono tutti elementi che inducono all’ottimismo e anche alla necessitá di “chiudere” subito, prima che i mal di pancia (soprattutto in casa Pd) peggiorino e si trasformino in cancri per il nuovo governo.

Espletate le consultazioni ufficiali e fatte telefonate con i leader dei partiti (Berlusconi, Monti, Bersani ma anche Renzi e Casini), Letta potrebbe salire al Colle già domani pomeriggio ed uscirne con la lista dei ministri che potrebbero così giurare sabato.

Questa indicazione sembra trovare la conferma più autorevole, quella del Colle. Vediamo cosa succederà ma domani potrebbe essere proprio il giorno giusto per la nascita del Letta I.

Mimmo Pesce

 

Ecco chi saranno (forse) i ministri di Letta

Enrico Letta sta lavorando con pacatezza e determinazione per varare un esecutivo di solidarietà nazionale. La condivisione di un comune programma fra Pdl e Pd non sarà facilissimo ma neppure impossibile e il presidente incaricato sembra aver già trovato il passo giusto.

L’altro aspetto fondamentale e sicuramente non secondario è il profilo della squadra che accompagnerá Letta nella sua avventura. Al di là dei già noti toto-ministri, l’impressione – e anche la speranza – è che prevalga l’idea di un Consiglio dei Ministri che abbia un’età media molto più bassa di quanto non sia stato in passato.

Si tratta dell’occasione di realizzare un primo, vero, rinnovamento generazionale. Potrebbero essere preferiti 40/50enni che abbiano un profilo politico affermato ma non consumato. L’identikit potrebbe corrispondere ai nomi di Maurizio Lupi, Francesco Boccia, Daniele Capezzone, Stefano Fassina, Angelino Alfano, Paola De Micheli, Mara Carfagna, Daro Franceschini, Luigi Casero. Anche all’economia un segno di discontinuità generazionale potrebbe essere dato dalla preferenza nei confronti di Enrico Giovannini (Istat) che potrebbe così spuntarla su Saccomanni (Bankitalia) e Padoan (Ocse).

In una società in cui l’immagine conta non meno della sostanza delle cose, se Enrico Letta riuscirà a portare al governo la generazione di mezzo potrà contare su un vantaggio di consenso che rafforzerà non poco la sua missione.

Jack Sparrow

 

“Scongelatevi”. Enrico Letta fa vedere le stelle a Crimi e Lombardi


“Mescolatevi”. “Scongelatevi”. Più che un vertice politico, sembrava una seduta di psico-politica.

Se la diretta streaming fra Pierluigi Bersani e il Movimento 5 Stelle aveva umiliato il Pd e Bersani, la diretta streaming oggi fra Enrico Letta e la rappresentanza parlamentare del movimento fondato da Beppe Grillo è stata una debacle per i grillini.

Il presidente del Consiglio incaricato ha indicato i fondamenti politici e programmatici su cui si baserà il suo esecutivo, se riuscirà ad avere la fiducia: provvedimenti fiscali pro crescita, riforma della politica che implica anche una revisione della Costituzione, nuova Europa per trasformare la sofferenza di molti Paesi in una proposta di inversione di marcia sul mero rigore finora perseguito.

Non vogliono perdere tempo. Penso di formare un governo di servizio e non sarà un esecutivo a tutti i costi. Sarà un governo snello e sobrio“, ha promesso Enrico Letta.

LE BACCHETTATE DI LETTA

Ma non è stato sui contenuti e sulla composizione dell’esecutivo in fieri che si è incentrato il vertice di “psico-politica”. Infatti Letta ha colto l’occasione per un invito al Movimento 5 Stelle a mescolarsi con altri su idee e con i voti. “Mescolatevi, scongelatevi, dialogate, basta muri di incomunicabilità”, ha invitato ripetutamente Letta nei confronti dei capogruppi alla Camera e al Senato, rispettivamente Roberta Lombardi e Vito Crimi.

GRILLINI IN DIFFICOLTÀ

La reazione della rappresentanza grillina non è parsa all’altezza delle attese e delle parole del premier incaricato. Sia Lombardi che Crimi hanno sì ricordato le loro priorità sulla riforma dei costi della politica (Lombardi ha consegnato la bozza di una proposta di legge grillina sull’abolizione dei rimborsi elettorali) ma sono apparsi fiacchi e stereotipati nel riproporre frasi fatte e parole di ordine, peraltro in una forma che non ha bucato la diretta streaming.

L’INCOERENZA DEL M5S SU PRODI

Per di più, in particolare Lombardi ha scantonato su temi extra parlamentari come le comunali di Roma e le elezioni recenti in Friuli. E soprattutto non è apparsa efficace la riproposizione della questione “perché no Rodotà” per l’elezione del successore di Giorgio Napolitano al Colle. Infatti Letta ha avuto buon gioco nel ricordare che il Pd aveva proposto dopo Franco Marini il nome di Romano Prodi, che compariva tra i candidati preferiti per il Quirinale dai militanti e gli iscritti del Movimento 5 Stelle. Rodotà ha avuto molti meno voti del candidato sindaco a Roma del Pd nelle primarie, ha tagliato corto Letta.

Leo Soto

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