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martedì 13 marzo 2012

AFGHANISTAN: piani Usa e Gb per accelerare ritiro truppe

Migliaia di soldati potrebbero rimpatriare già a metà del 2013

Roma, 13 mar. - Anche se il Presidente americano Barack Obama ha ammonito contro un ritiro precipitoso dall'Afghanistan, la strage dei civili compiuta domenica scorsa da un soldato americano sta spingendo comunque Londra e Washington a valutare l'ipotesi di un accelerazione dei tempi del rimpatrio delle truppe. E' quanto scrivono oggi i giornali britannici e americani, in concomitanza con l'arrivo negli Stati Uniti del premier britannico David Cameron, per una visita di due giorni.

Secondo il Times di Londra, migliaia di soldati britannici e americani potrebbero lasciare l'Afghanistan già il prossimo anno, alla luce dei piani in discussione tra Londra e Washington che fissano alla metà del 2013 il momento in cui saranno le truppe afgane ad avere la responsabilità delle operazioni di combattimento nel Paese. Un'ipotesi che consentirebbe a Obama di annunciare il ritiro prima delle elezioni di novembre, sottolinea il quotidiano, a fronte di una maggioranza degli americani oggi favorevole a un ritiro più rapido delle truppe.

Da parte sua, il Financial Times scrive che il premier britannico annuncerà a Obama la sua decisione di ritirare i militari dalle operazioni di combattimento entro la metà del 2013, sei mesi prima del previsto, confermando comunque l'impegno britannico a fianco degli afgani fino alla fine del 2014, anche in operazioni da combattimento in caso di forte pressione da parte dei talebani.

Obama: nessuna corsa al ritiro dopo strage civili

Presidente: strage "straziante e tragica"

Washington, 13 mar. - Il Presidente americano Barack Obama ha assicurato che non ci sarà nessuna corsa per ritirare le truppe dall'Afghanistan, dopo la strage di civili compiuta da un militare statunitense nella provincia afgana di Kandahar.

In un'intervista all'emittente KDKA di Pittsburgh, alla domanda se la vicenda gli abbia fatto prendere in considerazione l'ipotesi di accelerare il ritiro, previsto per il 2014, Obama ha risposto: "Mi ha reso più determinato ad assicurare il ritorno a casa delle nostre truppe. Quello che non vogliamo fare è farlo come se fosse una corsa verso le uscite. Per noi è importante garantire un ritiro responsabile, in modo da evitare di doverci tornare".

Il Presidente ha quindi ribadito come la strage, in cui hanno perso la vita soprattutto donne e bambine, sia "assolutamente straziante e tragica", ma ha sottolineato come il ritiro di decine di migliaia di truppe debba essere compiuto in modo responsabile: "Abbiamo anche centinaia di consiglieri nelle zone civili, abbiamo tante attrezzature da riportare. Dobbiamo assicurarci che gli afgani possano proteggere i loro confini per scongiurare che torni al Qaida".

Panetta: responsabile strage rischia pena di morte

Capo Pentagono: ancora ignote le cause del gesto del militare

Il soldato americano sospettato di aver ucciso 16 civili nella provincia afgana di Kandahar rischia la pena di morte in caso di condanna. E' quanto ha dichiarato il Segretario alla Difesa Usa, Leon Panetta, ai giornalisti presenti a bordo del suo aereo in viaggio verso il Kirghizistan.

A fronte della richiesta del Parlamento afgano di sottoporre il responsabile a un processo pubblico in Afghanistan, Panetta ha ribadito che il militare sarà processato da una corte militare statunitense. Il capo del Pentagono ha quindi precisato che non sono ancora chiari i motivi che hanno spinto il soldato ad uscire dalla sua base, entrare nelle case degli afgani, aprire il fuoco contro i civili, "quindi, a un certo punto, voltarsi, rientrare nella base e consegnarsi". "Non sappiamo perchè, quali siano stati i motivi", ha sottolineato Panetta, che poi ha aggiunto: "La guerra è un inferno. Questo genere di eventi possono accadere".

Il Segretario Usa ha però tenuto a precisare che si tratta di un caso isolato e che gli Stati Uniti non consentiranno a "eventi di questo genere di minare la nostra strategia o la nostra missione".

Panetta ha quindi spiegato di essere diretto a Bishkek per discutere con i leader kirghisi dell'"importanza" della base aerea Manas, usata per l'invio delle truppe in Afghanistan e per il rifornimento degli aerei. "Voglio ringraziarli e assicurarmi che il rapporto possa proseguire in futuro", ha detto. Gli Usa pagano 60 milioni di dollari l'anno per l'uso della base.

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