Pensare Globale e Agire Locale

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giovedì 22 marzo 2012

ITALIA: Riforma del lavoro 2 ° round

No di Bersani a Monti: non ci stiamo prendere o lasciare
In Parlamento noi votiamo solo quando siamo convinti.
Roma, 22 mar. - L'articolo 18 così come lo ha riformato il Governo "non va bene", il Pd "si prenderà la briga di trovare le strade per correggere". Il segretario Pd Pier Luigi Bersani lo, ospite ieri sera a Porta a porta, mette agli atti il no del Pd alla riforma che il Governo Monti ha dichiarato non più discutibile con le parti sociali.

"Lei pensa che il presidente Monti - ha ammonito Bersani possa dirci 'prendere o lasciare'? Io non me lo aspetto, noi votiamo quando siamo convinti. Con noi si ragiona."Un po di soldi ci sono per ammortizzatori - ha ammesso Bersani - anche se non abbastanza. Ma un passo avanti c'è. Sul mercato del lavoro: io avrei detto che siamo secondo paese per esportazioni in Europa, paese manufatturiero. Aggiustiamo alla tedesca il nostro sistema di regole, non alla americana. Lo stiamo facendo? Per alcune cose sì, alcune modifiche in quella direzione ci sono e sono targate Pd: per esempio che i contratti a tempo determinato debbano costare di più e che bisogna intervenire sulle false partite iva".

Il punto è che con la formulazione scelta dal Governo "nessuno ti dirà 'ti licenzio perché sei gay, ebreo, e nemmeno perché sei un lavativo. Diranno, ti licenzio 'per motivi economici".

Casini:Capisco timori Bersani ma falchi tornino in gabbia

Pd non si sfilerà. Strumeno lo decide Governo,ddl forma opportuna

Roma, 22 mar.- "I falchi devono tornare in gabbia. Tutti. Da una parte e dall'altra. La riforma del lavoro è coraggiosa, innovativa ma soprattutto necessaria". E quanto allo strumento per realizzarla, "vedremo il Governo cosa proporrà" e "non confluirà necessariamente in un unico provvedimento" ma in ogni caso "il disegno di legge è la forma più opportuna per un confronto parlamentare che, deve essere chiaro, potrà modificare alcuni aspetti ma non snaturare la riforma: solo migliorarla". Ancora una volta paladino più di ogni altro del governo Monti e delle sue scelte, il leader Udc Pier Ferdinando Casini si dice convinto che alla prova del voto sulla riforma del lavoro anche il Pd ci sarà.

"Il Pd - ha detto Casini, intervistato da Repubblica- è un grande partito che ha fatto dei sacrifici per sostenere questo governo e ha manifestato in questi mesi tutto il suo senso di responsabilità. Non credo che voglia tornare indietro. Non è un partito incosciente. Il Pd non può restare indifferente se la Cgil non firma. Ma sono certo che anche stavolta il partito di Bersani darà prova di responsabilità e concretezza".

Maroni-Sacconi: Ora il conflitto non solleciti violenza

Riforma nel segno di Biagi,in Parlamento non si dimentichi storia

Roma, 22 mar. - "Al di là della nostra diversa collocazione parlamentare e delle specifiche valutazioni di merito che daremo, vogliamo insieme ricordare a tutti il tempo vissuto perchè non si riproducano modalità conflittuali che nel linguaggio o nei comportamenti possano sollecitare quelle attitudini alla violenza sempre latenti in un Paese nel quale sono stati copiosamente diffusi i germi dell'intolleranza ideologica". E' l'appello congiunto degli ex ministri del Lavoro di Lega e Pdl Roberto Maroni e Maurizio Sacconi, in vista del confronto parlamentare e non solo sulla riforma del mercato del lavoro che il Governo Monti si appresta a varare, contenuto in una lettera aperta al 'Corriere della Sera'.

Maroni e Sacconi, in particolare, invitano ad affrontare il passaggio riformista "nel segno di Marco Biagi" che ha pagato con la vita per mano terrorista il suo impegno per cambiare le regole sul lavoro. "Come comunità - è scritto nella lettera aperta di Sacconi e Maroni- abbiamo già pagato molto in termini di vite spezzate e tempo perdute. Ora la responsabilità passa al Parlamento il cui compito sarà quello di considerare non solo l'equilibrio complessivo della riforma ma anche la concretezza dei suoi singoli atti in modo che, al di là dei simboli e senza scambi astratti, possa prodursi una maggiore propensione delle imprese a intraprendere e assumere in un tempo carico di incognite e variabili imponderabili".

Alfano: Se compromesso cambia a ribasso non ci stiamo

No a riformetta, se sì a modifiche devono essere bilatera

Roma, 22 mar.- "Se questo compromesso del governo" sulla riforma del lavoro "resta in piedi, bene: abbiamo detto di sì. Se questo compromesso viene smontato, il Pd non si illuda che possano essere fatte le cose che hanno in mente loro e noi non rivendichiamo qualche limite da risolvere rispetto alle piccole e medie imprese e alle ingessature sulla flessibilità in entrata". Lo ha detto il segretario del Pdl, Angelino Alfano, durante un'intervista a 'Radio Anch'io".

"Se ci saranno interventi - ha insistito - devono essere bilaterali. Se in Parlamento diventa un compromesso al ribasso, una riformetta, noi non siamo d'accordo. Se il compromesso si tocca, non sarà solo dal lato che dice il Pd".

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