Di fronte all'ostruzionismo dell'Ue
alla domanda di adesione di Ankara, il premier turco comincia a valutare
l'ingresso nella Sco, l'organizzazione che comprende Russia e Cina. Una mossa
ancora improbabile, ma che potrebbe avere conseguenze imprevedibili.
Sami Kohen 31 gennaio 2013 MILLIYET Istanbul
Quando nel luglio
scorso è stato intervistato dalla tv
turca Kanal 24, il primo ministro Recep Tayyip Erdogan aveva accennato a quando
Vladimir Putin gli aveva chiesto in tono scherzoso: “Perché siete ancora
interessati all’Europa?”. Erdogan gli aveva risposto (“non senza humour”, tiene
a precisare): “Permetteteci di entrare nell’Organizzazione di Shanghai per la
cooperazione (Sco) e lasceremo perdere l’Unione europea”.
Venerdì 25 gennaio
sulla medesima emittente Erdogan è ritornato sullo stesso tema,
solo che questa volta non scherzava affatto. Ha fatto intendere che sta
valutando sul serio l’ipotesi di abbandonare l’obiettivo dell’Unione europea
per aderire alla Sco. Ha anche sottolineato che la Turchia condivide valori
comuni con i paesi membri di questa organizzazione che si delinea come
un’alternativa all’Ue, e ha affermato che “il gruppo dei cinque di Shanghai è
migliore e più forte”.
Anche se queste
parole sono state pronunciate a braccio in televisione, riflettono chiaramente
le intenzioni del primo ministro. La prima alternativa di un Erdogan
scoraggiato dal processo di adesione all’Ue è il gruppo dei “cinque di
Shanghai”, diventati sei nel 2001 (ne fanno parte Russia, Cina, Kazakistan,
Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan). L’organizzazione promuove la
cooperazione nei settori della sicurezza, dell’energia, del commercio e della
politica.
La Turchia non gode
dello status di osservatore, ma ha appena ricevuto quello di “partner di
dialogo”. Erdogan fa intendere che il suo paese potrebbe aderire alla Sco
insieme a Pakistan e India. Questa uscita potrebbe essere soltanto un mezzo per
costringere l’Ue a uscire dall’ambiguità e a prendere una volta per tutte una
decisione sul progetto di adesione della Turchia. Ma la sua dichiarazione
mostra anche che se l’Ue non farà nessun passo avanti, Erdogan è più che deciso
a mettere il progetto di adesione alla Sco in cima alle priorità della politica
estera turca.
Si tratta
naturalmente di un argomento che richiede parecchie riflessioni e approfondimenti,
tanto più perché potrebbe avere come conseguenza un cambiamento radicale di
rotta per la Turchia, che volgerebbe le spalle all’ovest per guardare a est e
che si ritroverebbe in una posizione inedita, tanto sul piano interno che
estero. Resta in ogni caso da capire se Russia e Cina siano davvero disposte ad
accogliere nella loro organizzazione la Turchia, membro della Nato e, in caso
affermativo, se a sua volta la Nato accetterebbe tale situazione.
La vera questione è
capire se la Sco costituisce veramente un’alternativa migliore per la Turchia,
a maggior ragione perché l’Ue, malgrado la crisi che vive ancor oggi, conserva
un’innegabile superiorità in tutti gli ambiti, per esempio i valori democratici
e l’integrazione economica. Certo, non è insensato che la Turchia collabori con
organizzazioni come la Sco, ma sarà opportuno valutare bene le conseguenze di
volgere le spalle all’occidente. Di certo la questione non fa più ridere. (Traduzione
di Anna Bissanti
)
Commento
Delusione
comprensibile
“Se le cose stanno così, diremo
addio all’Ue”: Die Presse riprende le
parole del primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan a proposito dei
tentennamenti europei sull’adesione del suo paese. Il quotidiano austriaco
comprende la delusione di Erdogan e la considera un appello ai leader europei: Ormai
da mezzo secolo Ankara fa i suoi sforzi per essere accettata nel club europeo,
e da mezzo secolo il club europeo pone regole sempre nuove sull’adesione per
ritardare o impedire l’integrazione della Turchia.
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