Pensare Globale e Agire Locale

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mercoledì 20 febbraio 2013

ITALIA - Lega, scontro fratricida a Novara e crisi tra i vertici


Il partito nel ciclone Finmeccanica. La frattura tra Cota e Giordano in Piemonte. E Bobo teme per la Lombardia.
Mercoledì, 20 Febbraio 2013 - A cinque giorni dalle elezioni nazionali e regionali del 24 e 25 febbraio, trema la Lega Nord in uno dei suoi feudi, il Piemonte.
Fibrillano gli animi e si incupisce l'umore - già compromesso dalle implicazioni nello scandalo delle tangenti Finmeccanica  - mettendo a dura a prova alleanze consolidate.
La vicenda è quella dell’assessore regionale alle Attività Produttive Massimo Giordano, ex sindaco di Novara, accusato di corruzione, concussione e abuso d’ufficio. Secondo i magistrati, che il 19 febbraio hanno perquisito casa e ufficio dell'ex sindaco, Giordano era a capo
di un «sistema di corruzione» che, in più occasioni, avrebbe avvantaggiato professionisti e imprenditori amici in cambio di favori.
Un duro colpo per l'amministrazione di Roberto Cota, già in crisi per il crac della sanità.
A RISCHIO LA MACROREGIONE. Cota prova a mantenere salda la giunta, rigettando le dimissioni di Giordano. Ma è soprattutto il partito che ha bisogno di restare solido. Il problema non è tanto la difesa di Giordano ma la dimensione nazionale e la tenuta del progetto di macroregione del Nord su cui punta Roberto Maroni per conquistare la Lombardia.
In ballo ci sono i consensi su un territorio, Novara e provincia, che come ricordato dal quotidiano piemontese La Stampa con i suoi voti ha sempre regalato il premio di maggioranza al Senato al centrodestra - nel 2008 per poco più di 13 mila voti - e nel 2010 ha concesso a Cota stesso la vittoria alle regionali.
I CONTATTI TRA LE DUE INCHIESTE. «Si tenta di condizionare il voto con falsità e insinuazioni su me e la Lega: questo non è giornalismo ma terrorismo», ha commentato Maroni martedì 19 febbraio, dopo ore di silenzio, riferendosi sia agli articoli di giornale che parlano del coinvolgimento di leghisti nell’inchiesta Finmeccanica, sia al caso di Novara.
Esistono d'altronde punti di contatto come Beppe Cortese, l’ex capo della segreteria del governatore Cota, coinvolto in entrambe le vicende.

Lo scontro fratricida al vertice della Lega in Piemonte

Secondo gli osservatori politici, la vicenda di Novara chiude il decennio d'oro della Lega in Piemonte, dove il Carroccio è cresciuto fino a diventtare la terza forza politica, dopo Pd e Pdl, con il 15- 20% dei consensi.
Il nuovo filone di indagine parte proprio da Novara, dove Giordano è stato sindaco. La vicenda affonda in una serie di esposti contro il bar del teatro Coccia, di proprietà del Comune, per disturbi notturni. Era il 2006 e Giordano, stando alle carte, aveva protetto il locale diventato punto di riferimento del mondo politico leghista novarese facendo pressioni sulla polizia municipale.
IL FEUDO DI GIORDANO. Da quel bar, secondo la Procura di Novara, Giordano faceva il bello e il cattivo tempo. Una volta arrivato all’assessorato regionale, tuttavia, le sue competenze cambiarono.
L'idillio dell'ex sindaco con il governatore Cota, secondo il quotidiano piemontese, finì intorno al 2011. Dopo aver conquistato la Regione nel 2010, l'alleanza non resse quando si trattò di riconquistare anche Novara.
Giordano voleva confermare la sua posizione di potere candidando proprio il fedelissimo Beppe Cortese, ma Cota si oppose.
LA ROTTURA CON COTA. Il Carroccio presentò Mauro Franzinelli, ma le divisioni interne favorirono il centrosinistra: la città finì al renziano Andrea Ballarè.
Una storia che oggi nessuno ha voglia di rivangare, glissando sugli scontri fratricidi e sulle responsabilità del gruppo dirigente.
Ma anche l’ultimo affaire attribuito dalla procura a Giordano, quello della cordata di imprenditori «invitati» a sostenere l’avventura editoriale del quotidiano Il Nord Ovest, alimenta le polemiche. E sembra provare che le alleanze, nel feudo piemontese, traballino: pare che il quotidiano ami criticare ferocemente la riforma sanitaria varata proprio dalla giunta di Cota.
Oltre ai guai giudiziari, insomma, la Lega deve ora arginare il terremo

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