I partiti nascono per rappresentare i
cittadini in Parlamento e trasformare un’idea di società in legge.
La
scelta del Psi è stata condivisa e osteggiata.
Intini,
Martelli, Covatta, Amato, Acquaviva e parte eccellente della cultura socialista
ha giudicato la strada imboccata l’unica possibile; altri no.
Tre
casi. Tipologie diverse di opinioni contrarie e di giudizi sprezzanti.
Beppe
Tamburrano si lamenta perché non troverà il piccolo partito socialista. Proprio
lui che, abbandonato da tempo il Psi, aveva steso con Cesare Salvi e vecchi
dirigenti comunisti un manifesto politico inneggiante alla sinistra
massimalista.
Rino
Formica, invece, aveva confidato in Tremonti. Un partito nuovo, il rilancio
dell’Avanti-Critica Sociale contro l’Avanti on line del PSI e promesse
illimitate.
Tremonti, l’ex ministro di Berlusconi, è
diventato la spalla di Maroni e corre con il centro-destra. Domandate a Rino:
dov’è la novità?
Il
terzo caso non ha un nome. Si tratta perlopiù di ex, compagni fino al 1993/94,
che hanno scelto strade diverse, spesso politicamente alternative. Un coacervo
di sentimenti, anticomunismo e reducismo in testa, conditi con la dimenticanza
di ciò che è avvenuto e di ciò che dopo, subito dopo, è stato il partito erede
del Psi. E che, quanto alle responsabilità, sono di manica larga nel non
riconoscere le loro.
Non
vanno associati a questi tre casi i compagni critici che hanno combattuto nella
nostra medesima trincea. Ce ne fossero.
Morale:
più che dai nemici esterni i socialisti debbono guardarsi da loro stessi.
Litigiosi, poco solidali e mai propensi a convertirsi alla penitenza, uno stato
di riflessione che anche la laicità non esclude affatto.
Barone
Rosso - Avantionline
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