Incredulità. Questo
il sentimento che serpeggia nella Casa dell’Architettura, il quartier generale
allestito dal Pd che ospita i giornalisti di mezzo mondo. C’erano la Tv
svizzera, la radio francese, i cinesi e una selva di telecamere ad attendere
l’esito delle elezioni che promettevano di consegnare l’Italia alla “Terza
Repubblica”. E, invece, dopo le prime proiezioni, i volti si sono fatti tesi e
quella che prometteva essere una festa si è tramutata in un’attesa estenuante
fatta di numeri, conferme, smentite, poi ancora conferme e, di nuovo, smentite.
Ma, alla fine, il quadro che prima sembrava fumoso è apparso chiaro a tutti.
Ingovernabilità. Questa l’ombra che si allunga, sinistra, sull’Italia. Il Pd è
la prima forza politica del Paese. Ma, non basta per governare. E’ stato
difficile spiegare ai giornalisti stranieri incollati ai monitor che, pur
avendo più voti, il centrosinistra ha strappato meno seggi al Senato: poi, dopo
il primo smarrimento, anche loro hanno capito di cosa sia fatto il “porcellum”.
L’ARABA FENICE - Quello che
nessuno, invece, è riuscito a spiegarsi, né gli stranieri, né gli italiani, è
come sia stato possibile il risultato del Pdl, di Berlusconi. Sembrava davvero
finita. In tanti credevamo di esserci messi finalmente alle spalle
quell’anomalia politica, culturale, democratica e giudiziaria, rappresentata
dalla figura di Silvio Berlusconi. E, invece, eccolo risollevarsi dalle ceneri
con i suoi trucchi da prestigiatore e il suo fare da guitto. Ha illuso,
avvelenato, intrattenuto, ingannato e ce l’ha fatta ancora. Davvero, a questo
punto, sarà dovere improrogabile della sinistra quello di interrogarsi
profondamente e cercare di dare una risposta ad una domanda difficile anche da
formulare.
INGOVERNABILITA’ – Certo è che, come
ha affermato il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, «andiamo incontro ad una
situazione che il Paese non ha mai vissuto». Letta si è appellato all’unica
figura che fino ad ora è riuscita ad incarnare un punto fermo nel bailamme
della realtà politica italiana: «Ad oggi, la prospettiva di un voto immediato
non pare essere una buona strada da seguire. Spero che il presidente della
Repubblica possa aiutare a trovare delle soluzioni migliori di questa in un
momento complesso».
NATALIE, LA
SOCIALDEMOCRATICA SVEDESE - «Quello che vedo mi lascia esterrefatta e
mi spaventa. Per tante ragioni. Non mi aspettavo un risultato di questo tipo.
Non riesco davvero a capire: sembra che il voto italiano apra la porta ad una
situazione d’instabilità che pone un’economia importante per l’Europa come
quella italiana in grave rischio di finire in una situazione greca». Lo dice
Natalie Sial, una giovane ragazza che lavora nel dipartimento web and social
media del Partito socialdemocratico svedese, venuta in Italia per presenziare
al voto: «davvero non riesco a raccapezzarmi di come sia possibile che il
partito di Berlusconi sia riuscito ad ottenere ancora tanti voti. In Europa si
è molto parlato delle elezioni italiane e, unanimemente, si vedeva nella
coalizione di centrosinistra la sola in grado di offrire un po’ di stabilità».
Natalie si dice anche «sorpresa per quello che riguarda la discrepanza tra i
sondaggi, gli instant polls e le proiezioni: ho visto tre differenti esiti e
non capisco come sia possibile. Sicuramente credo che anche il centrosinistra
alla luce di questo scenario debba rivedere qualcosa». Rispetto al futuro
dell’Italia afferma: «temo che un ritorno al voto possa creare molta
instabilità e danneggiare l’Italia come l’Europa, ma non riesco davvero ad
immaginare cosa possa accadere visto che i risultati non sono ancora
definitivi. E, comunque, per me è molto difficile comprendere a fondo quando si
tratta di politica italiana». Da stasera non solo per Natalie.
Roberto Capocelli
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