Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


martedì 26 febbraio 2013

ITALIA - La notte dell’incredulità in cui misurammo l’Italia


Incredulità. Questo il sentimento che serpeggia nella Casa dell’Architettura, il quartier generale allestito dal Pd che ospita i giornalisti di mezzo mondo. C’erano la Tv svizzera, la radio francese, i cinesi e una selva di telecamere ad attendere l’esito delle elezioni che promettevano di consegnare l’Italia alla “Terza Repubblica”. E, invece, dopo le prime proiezioni, i volti si sono fatti tesi e quella che prometteva essere una festa si è tramutata in un’attesa estenuante fatta di numeri, conferme, smentite, poi ancora conferme e, di nuovo, smentite. Ma, alla fine, il quadro che prima sembrava fumoso è apparso chiaro a tutti. Ingovernabilità. Questa l’ombra che si allunga, sinistra, sull’Italia. Il Pd è la prima forza politica del Paese. Ma, non basta per governare. E’ stato difficile spiegare ai giornalisti stranieri incollati ai monitor che, pur avendo più voti, il centrosinistra ha strappato meno seggi al Senato: poi, dopo il primo smarrimento, anche loro hanno capito di cosa sia fatto il “porcellum”.
L’ARABA FENICE - Quello che nessuno, invece, è riuscito a spiegarsi, né gli stranieri, né gli italiani, è come sia stato possibile il risultato del Pdl, di Berlusconi. Sembrava davvero finita. In tanti credevamo di esserci messi finalmente alle spalle quell’anomalia politica, culturale, democratica e giudiziaria, rappresentata dalla figura di Silvio Berlusconi. E, invece, eccolo risollevarsi dalle ceneri con i suoi trucchi da prestigiatore e il suo fare da guitto. Ha illuso, avvelenato, intrattenuto, ingannato e ce l’ha fatta ancora. Davvero, a questo punto, sarà dovere improrogabile della sinistra quello di interrogarsi profondamente e cercare di dare una risposta ad una domanda difficile anche da formulare.
INGOVERNABILITA’ – Certo è che, come ha affermato il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, «andiamo incontro ad una situazione che il Paese non ha mai vissuto». Letta si è appellato all’unica figura che fino ad ora è riuscita ad incarnare un punto fermo nel bailamme della realtà politica italiana: «Ad oggi, la prospettiva di un voto immediato non pare essere una buona strada da seguire. Spero che il presidente della Repubblica possa aiutare a trovare delle soluzioni migliori di questa in un momento complesso».
NATALIE, LA SOCIALDEMOCRATICA SVEDESE - «Quello che vedo mi lascia esterrefatta e mi spaventa. Per tante ragioni. Non mi aspettavo un risultato di questo tipo. Non riesco davvero a capire: sembra che il voto italiano apra la porta ad una situazione d’instabilità che pone un’economia importante per l’Europa come quella italiana in grave rischio di finire in una situazione greca». Lo dice Natalie Sial, una giovane ragazza che lavora nel dipartimento web and social media del Partito socialdemocratico svedese, venuta in Italia per presenziare al voto: «davvero non riesco a raccapezzarmi di come sia possibile che il partito di Berlusconi sia riuscito ad ottenere ancora tanti voti. In Europa si è molto parlato delle elezioni italiane e, unanimemente, si vedeva nella coalizione di centrosinistra la sola in grado di offrire un po’ di stabilità». Natalie si dice anche «sorpresa per quello che riguarda la discrepanza tra i sondaggi, gli instant polls e le proiezioni: ho visto tre differenti esiti e non capisco come sia possibile. Sicuramente credo che anche il centrosinistra alla luce di questo scenario debba rivedere qualcosa». Rispetto al futuro dell’Italia afferma: «temo che un ritorno al voto possa creare molta instabilità e danneggiare l’Italia come l’Europa, ma non riesco davvero ad immaginare cosa possa accadere visto che i risultati non sono ancora definitivi. E, comunque, per me è molto difficile comprendere a fondo quando si tratta di politica italiana». Da stasera non solo per Natalie.
Roberto Capocelli

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