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sabato 2 febbraio 2013

FRANCIA - Ok ai matrimoni gay. Bagnasco: “Siamo vicini al baratro”


Approvato l'articolo che ammette le nozze e le adozioni omosessuali.
La promessa di François Hollande durante le elezioni è stata mantenuta e la Francia è sempre più vicina all'adozione della legge sulle nozze per le coppie gay.
L'Assemblea Nazionale - riunita eccezionalmente - ha compiuto il 2 febbraio un primo importante passo, adottando, con 249 voti a favore e 97 contrari, l'articolo 1, chiave di volta del progetto, che elimina l'esigenza di una differenza tra i sessi come condizione fondamentale per il diritto alle nozze.
Iltesto, infatti, recita: «Il matrimonio è contratto tra due persone di sesso differente o di stesso sesso».
Anche se a Parigi la battaglia in parlamento è destinata a durare ancora diversi giorni, con gli oltre 5 mila emendamenti presentati dall'opposizione, e il successivo passaggio al Senato.
BATTAGLIA INFINITA. Oggi, all'Assemblea Nazionale, la gauche - che ha deciso di non replicare agli interventi dell'opposizione per non perdere tempo - ha votato compatta a favore. Mentre la destra e il centro si sono espressi contro il progetto, una delle più grandi promesse del presidente Francois Hollande durante la campagna elettorale della scorsa primavera.
«Siamo felici e fieri di giungere a questa prima tappa», ha esultato il ministro della Giustizia, Christiane Taubira, che ha presentato il testo del governo.
«Stabiliremo per ognuno di noi la libertà di poter scegliere la propria o il proprio partner per costruire un avvenire comune».
Ma la destra non sembra apprezzare. «Il governo si impegna in una scelta di società che non vogliamo», ha replicato il deputato dell'Ump, Philippe Gosselin, riprendendo l'essenziale degli argomenti di chi non vuole il cosiddetto 'Matrimonio per tutti', sostenuti dalla Chiesa cattolica.
«Oggi», ha continuato, è il matrimonio, l'adozione, domani sarà la procreazione medicalmente assistita e la questione dell'utero in affitto», vietato in Francia.
PROTESTE IN TUTTO IL PAESE. Ma non è tutto. La destra teme anche che la Francia diventi «come Las Vegas», meta di un «turismo matrimoniale» per le coppie omosessuali.
Il nuovo testo consentirà infatti a una coppia gay straniera di sposarsi nel territorio francese, anche se la legge del Paese d'origine glielo impedisce.
Nonostante il voto, circa 90 manifestazioni contro la legge si sono tenute davanti all'Assemblea Nazionale e in diverse città francesi, tra cui Nizza e Lione.
Ma il dibattito non riguarda solo la Francia. In Gran Bretagna, il premier David Cameron deve confrontarsi con un'importante fronda nel partito conservatore che martedì 5 febbraio ha intenzione di presentare alla Camera dei Comuni un analogo progetto di legge, dibattuto per la prima volta al Parlamento di Londra.
LE REAZIONI
Nozze gay in Francia, Bagnasco: «Nel baratro»
Il presidente della Cei: «L'Italia non segua questo esempio».
Sabato, 02 Febbraio 2013 - La Francia socialista di François Hollande ha detto il suo primo sì alle nozze tra persone dello stesso sesso, e la Chiesa non l'ha presa affatto bene.
«Siamo vicino al baratro», ha detto l'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, commentando l'approvazione in Francia del primo articolo per l'istituzione del matrimonio per gli omosessuali.
L'Italia «non deve prendere esempio da queste situazioni che hanno esiti estremamente pericolosi. Non seguiamone le orme».
«RADICI DIMENTICATE». Bagnasco ha accusato: «L'Europa ha dimenticato le proprie radici cristiane, le radici della propria cultura e della propria civiltà. Volendo sistematicamente eliminare la religione dal proprio orizzonte crede di conquistare delle libertà nuove. Molti Paesi europei hanno varato leggi sbagliate su vita, famiglia, libertà, non crescono in civiltà più umana e solidale, semmai più individualista e più regressiva», ha detto Bagnasco intervenendo al convegno 'Famiglia: risorsa per la Chiesa, risorsa per la società'.
La paura di Bagnasco è che dal matrimonio omosessuale si possa passare all'adozione per le coppie gay.
«Basta guardare gli esempi che ci sono nei Paesi dove tutto questo già esiste. È un fatto inevitabile. Si apre una breccia e, prima o dopo, si allarga fino alla omologazione generale, totale», ha detto il presidente della Cei.
Si tratta di «un progetto, una intenzione, un piano che è presente nella mente di molti solo che, a volte, non si dice per strategia o tattica».
«FAMIGLIA ESPERIENZA UNIVERSALE». Il cardinale ha poi ricordato che «è esperienza universale che la famiglia non è un qualcosa che lo Stato o l'autorità abbia mai inventato», semmai «lo Stato ha sempre riconosciuto questa realtà, questo valore etico, spirituale, e culturale della famiglia come la nostra Costituzione molto bene riconosce».
Nella nostra società, ha detto ancora, siamo davanti a «un'inversione per cui la grande capacità di fare - che l'uomo ha assunto grazie alla tecnica - sta diventando la volontà di fare se stesso».
Ma «quando l'uomo dal poter fare grazie alla scienza pretende di fare se stesso a piacimento vuol dire che siamo vicino al baratro».

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