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venerdì 1 febbraio 2013

RUSSIA - Legge contro i diritti gay: multe per chi li difende


Proteste e scontri fuori dalla Duma.
Dopo San Pietroburgo anche Mosca e la Russia intera si mettono contro i diritti degli omosessuali, con una legge che prevede multe salatissime per individui e associazioni che organizzino manifestazioni come il gay pride.
Così, mentre i diritti civili avanzano in tanti Paesi, compresi gli Stati Uniti d'America di Barack Obama, nella fredda Russia retrocedono.
QUASI L'UNANIMITÀ. La Duma ha infatti approvato in prima lettura, quasi all'unanimità, un testo che punisce la «propaganda dell'omosessualità ai minori».
La proposta era arrivata dalla regione di Novosibirsk, che col suo parlamento locale aveva già approvato una legge analoga. Ma avaeva fatto altrettanto anche San Pietroburgo, la stessa città del manifesto razzista dei tifosi dello Zenit e della denuncia a Madonna per aver pronunciato parole favorevoli agli omosessuali durante un suo concerto. Le sanzioni per chi partecipa a manifestazioni in favore della comunità Lgbt, sono salatissime: tra i 100 e i 125 euro per i singoli individui, fino ai 12.500 euro per gli enti giuridici.
KISS-IN E RISSA. La legge ha provocato forti moti di protesta da parte dei sostenitori dei diritti gay. Alcune coppie omosessuali hanno dato vita a un kiss-in appena fuori dalla Duma. Si sono baciati scatenando l'ira e la violenza di un gruppo di ultra-ortodossi, armati di bandiere, croci e icone sacre, ma anche di uova e vernice.
L'intervento della polizia ha portato all'arresto di una ventina dei dimostranti, perché la manifestazione non era stata autorizzata.
Servono ancora due letture per l'approvazione definitiva della legge, ma l'iter sembra poco più che una formalità. Il 25 gennaio, infatti, hanno votato a favore 388 parlamentari, uno contro, un altro si è astenuto.
«È LA RUSSIA, NON SODOMA E GOMORRA». Secondo Elena Minzulina, rappresentante del partito di opposizione Russia giusta, «la propaganda omosessuale limita il diritto dei minori» a scegliere liberamente il proprio orientamento sessuale.
Le ha fatto eco Dmitri Sablin, membro del partito di Putin, Russia unita: «Viviamo in Russia, non a Sodoma e Gomorra».
In Polonia, invece, il parlamento di Varsavia ha respinto tre progetti di legge volti a garantire più diritti alle coppie omosessuali. L'omofobia sembra un male piuttosto diffuso nell'Est europeo.

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