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venerdì 2 marzo 2012

RUSSIA: Putin conferma “Medvedev sarà primo ministro

Intervista a direttori di alcuni dei principali giornali europei
Mosca 2 mar. - Quale la discriminante che ha portato Vladimir Putin a essere di nuovo candidato nelle elezioni di domenica alla presidenza, per un terzo mandato, rispetto alla possibilità di riproporre per un altro giro di giostra Dmitri Medvedev? Putin l'ha svelato in un'intervista congiunta ai direttori di alcuni dei principali quotidiani europei, tra i quali l'italiana Repubblica: un maggiore consenso. La scelta s'è basata su un accordo preciso. Putin nell'intervista ha comunque ribadito che Medvedev sarà primo ministro sotto la sua presidenza.

"Se sarò eletto, lui sarà il mio premier", ha detto Putin, rispondendo a una domanda. Per quanto riguarda il percorso che ha portato alla sua ricandidatura rispetto a quella dell'attuale presidente, Putin ha detto che la scelta è stata fatta in maniera concorde. "Noi abbiamo un accordo preciso, che si basa su questo: se i risultati della nostra opera sono buoni e le cose migliorano, noi dobbiamo valutare insieme serenamente chi ha più chance di essere eletto, e gode di maggior fiducia tra i cittadini. Cosa c'è di strano?" ha affermato il capo del governo russo. "Alla fine di quest'anno - ha proseguito - abbiamo visto che toccava a me perché il mio consenso era più alto di due punti percentuali. E non poteva che essere così, visto che i poveri si sono dimezzati e il reddito è cresciuto di 2,4 volte, mentre abbiamo ripreso in mano un Paese a pezzi e abbiamo rianimato l'esercito, risollevando perfino l'indice di natalità, problema di tutta l'Europa. La gente sa che queste cose le ha fatte il governo. Ecco dove nasce la mia ricandidatura".

Presidente della Russia per due mandati, poi premier, ora di nuovo candidato, dato per sicuro vincitore, alla massima carica dello Stato. Per Putin, intervistato dal direttore del quotidiano La Repubblica, è normale, macché oligarchia: "Kohl, sedici anni al potere, cos'era? Di Berlusconi non parlo perché è un mio amico. Ma il Premier canadese, altri sedici anni. Perché solo noi diventiamo oligarchi? Penso che candidarci sia un nostro diritto purché si agisca nell'ambito della legge e della costituzione". Quanto allo scambio di cariche con Medved, Putin conferma: "Sì, se sarò eletto, lui sarà il mio Premier". Poi, un altro mandato? "Se alla gente va bene, perché no? Ma in realtà non lo so, non ci ho proprio pensato".

Si dice che, se la periferia e le campagne sono con Putin, la classe media cittadina lo osteggi. "Siete proprio sicuri - risponde Putin - che la classe media sia contro di me? Magari in questa fascia di popolazione il consenso per me si riduce, ma è sempre la maggioranza. E poi, bisogna essere obiettivi: loro sono la novità, la Russia moderna, ma il nuovo non sta tutto qui. Anche nell'agricoltura, ad esempio, è in atto un processo di modernizzazione tecnologica. Non facciamo errori, ci vuole equilibrio. Però, certo, ammetto che la classe media è più esigente, e si scontra direttamente coi problemi, la corruzione, il malfunzionamento della burocrazia. E noi dobbiamo dare risposte. Ma questo riguarda tutto il sistema politico".
Putin nell'intervista risponde a chi teme che dopo il voto possa avere la tentazione di una prova di forza contro il dissenso: "Ma di che hanno paura? Perché dovrei farlo, se stiamo agendo esattamente in senso contrario? La nostra strategia è quella del dialogo. Del resto anche Medvedev ha presentato una legge per rinnovare e aprire il sistema politico, rendendo più facile la nascita di nuovi partiti e introducendo nuovi criteri per le elezioni della Duma. Quindi non capisco da dove nascano questi timori".

Sul timore di brogli elettorali, Putin replica: "esiste una legge: rivolgersi al tribunale. In passato è successo, gruppi di persone si sono rivolti alla giustizia e i risultati sono stati modificati. Ad esempio a San Pietroburgo. Molte persone anche nelle alte sfere del potere sono state inquisite e processate. Però bisogna avere le prove, deve esserci un processo. Non faremo mettere in galera la gente se non esistono riscontri indiscutibili sulla loro colpevolezza. È uno sport che nel passato del nostro Paese si è praticato troppo, e ha fatto molte vittime innocenti coi processi sommari. Non lo ripeteremo".

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