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venerdì 10 febbraio 2012

UE: Merkel dichiara «È incontrollabile il rischio default greco»

Atene, sciopero contro l'austerity: scontri tra manifestanti e polizia.
Venerdì, 10 Febbraio 2012 - La cancelliera tedesca Angela Merkel ha chiarito che un fallimento della Grecia è un rischio «che non si vuole affrontare, e che non si potrebbe controllare».
La mattina del 10 febbraio Merkel e il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble hanno incontrato a Berlino i vertici dei capogruupi parlamentari e, secondo quanto trapelato, avrebbero deciso che «la Grecia potrà ottenere il secondo pacchetto di aiuti soltanto se adempirà agli impegni sulle misure di risparmio, e al momento mancano ancora 325 milioni di euro».
MANIFESTAZIONI E SCONTRI AD ATENE. E delle falle si sono spalancate nell'accordo politico tra partiti greci sulle nuove misure di austerità pretese da Unione europea e Fondo monetario internazionale in cambio di nuovi aiuti. Il leader del partito di destra Laos, Georgios Karatzaferis, ha affermato che non intende votare a favore delle misure. Ma in tutta la Grecia la tensione resta alta: tre persone sono rimaste ferite durante gli scontri scoppiati nelle manifestazioni ad Atene contro tagli e sacrifici. Decine di giovani hanno lanciato bombe incendiarie e pietre contro gli agenti, che hanno risposto lanciando gas lacrimogeni. Migliaia di persone stanno protestando, dopo che i sindacati hanno proclamato lo sciopero generale per il 10 e l'11 febbraio. Secondo la polizia circa 17mila persone stanno prendendo parte a due cortei separati.

Il fallimento Greco una sconfitta per l'Europa

Il portavoce dell'esecutivo tedesco, Steffen Seibert, durante la consueta conferenza stampa di governo, ha spiegato che nel dibattito sulla Grecia «si parla sempre di risparmio, ma le misure proposte per Atene sono anche finalizzate al recupero della competitività e al fatto che torni ad essere attraente per i mercati». Il governo tedesco starebbe infatti lavorando «per un futuro positivo della Grecia e del popolo greco». Il fallimento del Paese ellenico «non può essere interesse né della Grecia, né della Germania né dell'Europa».
AIUTI UE BLOCCATI. Intanto le perplessità di Bruxelles a tendere la mano ad Atene hanno trovato conferma nell'Eurogruppo che ha rimandato l'attribuzione dei 130 milioni di euro previsti dal secondo piano salva-Grecia al prossimo vertice convocato per il 15 febbraio. «L'Eurogruppo non ha gli elementi necessari per sbloccare gli aiuti alla Grecia in questo momento», ha spiegato il presidente dell'Eurogruppo Jean Claude Juncker al termine del vertice. Il via libera al pacchetto è infatti condizionato all'«approvazione formale» delle misure concordate con la troika da parte del Parlamento greco. «L'impegno delle autorità greche non può esser soggetto all'incertezza di una campagna elettorale che comincerà presto» ha detto il portavoce del commissario Ue Olli Rehn. Il consenso politico deve essere «inequivocabile e scritto», ha concluso.
BARROSO: «L'ACCORDO È VICINO». Il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, però, durante il summit Ue-India, si è mostrato fiducioso riguardo al raggiungimento di una soluzione  nella settimana del 13 febbraio, in quanto «questa decisione è di cruciale importanza per il Paese ellenico, i suoi cittadini e la zona euro nel suo insieme».

Paese è di nuovo paralizzato da uno sciopero generale

Nel frattempo in Grecia è iniziata lo sciopero generale di 48 ore, proclamato dai principali sindacati del Paese, la Gsee (che raggruppa i lavoratori del settore privato), l'Adedy (che rappresenta i dipendenti del settore pubblico), e il Pame (quello vicino al Partito Comunista), in segno di protesta contro le nuove rigide misure concordate fra il governo ellenico e i rappresentanti dei creditori internazionali della Grecia. Oltre a partecipare allo sciopero, i sindacati hanno esortato i lavoratori a prendere parte compatti pure alle manifestazioni di protesta in programma fino al 13 febbraio, durante le quali si sono verificati alcuni disordini.
MANIFESTAZIONI IN TUTTA LA CAPITALE. La Gsee e l'Adedy hanno programmato per per il 10 e l'11, alle ore 11.00, raduni di protesta nella centralissima piazza di Atene, piazza Syntagma, mentre un'altra è in programma alle 17.00 del 12 febbraio, giorno della votazione in Parlamento del disegno di legge per le nuove misure. Il Pame, come di consueto, ha invece indetto una manifestazione alle 11.00 del 10 in un'altra piazza della capitale, quella di Omonoia.
DISORDINI IN PIAZZA SYNTAGMA. Nelle strade adiacenti a piazza Syntagma si sono registrati alcuni tafferugli tra dimostranti e polizia. Secondo quanto riferito da radio locali, un gruppo di manifestanti ha lanciato alcune bombe incendiarie contro una decina di poliziotti in assetto antisommossa dispiegati nei pressi del Parlamento. Questi ultimi hanno reagito all'attacco esplodendo candelotti lacrimogeni e mettendo in fuga gli aggressori.
CHIUSI ANCHE SCUOLE E OSPEDALI. Il 10 febbraio tutti i settori del lavoro si sono fermati. Tra questi i trasporti pubblici (autobus, metropolitane e treni). Anche le navi e i traghetti sono rimaste attraccate nei porti per effetto dello sciopero di 24 ore proclamato dalla Federazione Nazionale Lavoratori Marittimi e quindi non sono possibili i collegamenti da e per le isole. Si sono astenuti dal lavoro i liberi professionisti, medici ospedalieri, avvocati. Chiusi anche scuole e ospedali dove sono garantiti solo i servizi di pronto soccorso. Porte chiuse anche per i tribunali, le banche, le sedi delle Autonomie locali, come pure i musei e i siti archeologici.

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