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martedì 7 febbraio 2012

ITALIA/POLITICA:Luigi Lusi e Bettino Craxi, il doppiopesismo delle toghe

Affari Italiani.it - Martedì, 7 febbraio 2012 - 09:19:00 - di Pietro Mancini

Dobbiamo ritenere sincera l'indignazione di Francesco Rutelli, quando rivendica la sua estraneità alla accuse, che la Procura di Roma ha rivolto a Luigi Lusi- ex tesoriere della "Margherita", che era presieduta dall'ex Sindaco di Roma- di essersi appropriato- reato ammesso dal parlamentare- di un gruzzolone di 13 milioni di euro per scopi del tutto personali. Rutelli, dunque, onesto, anche se, forse, un pò avventato nel fidarsi di un personaggio, che non 10, ma appena 3 anni fa, venne "premiato" dai vertici del PD con la nomina a senatore della Repubblica, mentre ieri, dopo il"cartellino rosso" del gruppo di Palazzo Madama, è stato espulso per incompatibilità con il partito.
Ma un elemento, non proprio secondario,e sinora un po'trascurato, della vicenda è la completa diversità della linea, sin qui seguita dai magistrati della capitale, titolari dell'inchiesta sul caso-Lusi rispetto a quella, ben più severa, scelta dai loro colleghi di Milano, nel periodo di "Mani Pulite", di dipietresca memoria. 20 anni fa, l'allora segretario del PSI, Bettino Craxi, venne travolto da una grandinata di avvisi di garanzia, seguiti da rinvii a giudizio e da non poche condanne definitive, quasi tutte basate sul presupposto che il leader socialista "non poteva non conoscere" l'entità del flusso e le modalità della gestione degli ingenti finanziamenti, che arrivavano al partito, di cui si occupava, direttamente, il responsabile amministrativo, Vincenzo Balzamo.Insomma, l'ex premier sarebbe stato, secondo Borrelli e i suoi sostituti, perfettamente consapevole e responsabile di tutto quanto avveniva a via del Corso.
Nell'anno di grazia 2011, invece, svolta di 360 gradi, decisa dalle toghe romane, le quali ipotizzano che Lusi fosse un abile, ma isolato, "mariuolo", come Bettino definì l'ex Presidente del Pio Albergo Trivulzio, il socialista Mario Chiesa, il primo dei tanti craxiani, ammanettati da Di Pietro. E i capi della "Margherita"? Personaggi, lasciano capire i magistrati della Procura di Roma, un po' distratti, tutt'altro che accorti e vigili, ma esenti da alcuna responsabilità, personale e penale, per la movimentazione e i trasferimenti dei tanti soldi, che incassava il partito, poi passato a miglior vita, come il PSI nei primi, e ben più drammatici, anni 90. Una disparità di orientamenti e di valutazioni che, forse, l'ex direttore del "Corriere della Sera", Paolo Mieli, che ha coniato il neologismo, definirebbe un caso di "doppiopesismo" giudiziario. Non privo, peraltro, di conseguenze politiche, dal momento che l'inchiesta del pool di Borrelli fu fatale al destino, personale e come leader, all'epoca, di prima grandezza, di Craxi. Mentre l'ex Sindaco di Roma e gli altri ex dirigenti della appassita "Margherita" continuano, seppure non più in ruoli di protagonisti centrali, a tessere alleanze e ad abbozzare strategie, nell'ambito delle loro nuove case, il PD di Bersani e Rosy Bindi e il partitino rutelliano "API".
Non è la prima volta che i cronisti dei mass media devono occuparsi, contemporaneamente, di Craxi e di Rutelli. Correva l'anno 1993 quando l’allora candidato dei progressisti anti-Fini a Sindaco di Roma, Francesco
Rutelli- per guadagnarsi le simpatie dei dirigenti e conquistare i voti degli elettori del PDS di Occhetto e Violante, che ancora non gli avevano perdonato le passate simpatie, da dirigente pannelliano, per il "Cinghialone" socialista- si augurò, in diretta tv, di «vedere Craxi consumare il rancio nelle patrie galere». La combattiva figlia di Bettino, Stefania, la prese, comprensibilmente, molto male e definì Rutelli «un grandissimo stronzo». Lui querelò e vinse: "ben" cinquantamila lire di risarcimento ! E qui arrivò il colpo di scena, in quanto la Craxi-poi nominata da Berlusconi deputata del PDL e oggi passata nel gruppo misto della Camera- decise di versare l’importo, stabilito dal giudice, in cinquanta comode rate da mille lire cadauna, «per poter scrivere-spiegò- cinquanta volte “grandissimo stronzo” sulla causale di versamento». Si converrà che sono soddisfazioni....

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