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domenica 5 febbraio 2012

FRANCIA/PS: Il socialista Hollande: «Voglio rinegoziare il nuovo Trattato»

«Il nuovo Trattato europeo sulla disciplina di bilancio è stato appena varato dalla maggioranza dei Paesi (25 su 27) e già un'ombra si allunga sulla sua effettiva adozione. La minaccia non viene soltanto dall'alea rappresentata dalle procedure nazionali di ratifica ma anche, forse soprattutto, da una possibile richiesta di rinegoziazione da parte della Francia, che insieme alla Germania è stato il principale promotore del faticoso accordo.
Il candidato socialista alle presidenziali, François Hollande, ha infatti annunciato che in caso di vittoria chiederà di ridiscutere l'intesa, per orientarla verso un maggior sostegno alla crescita e all'occupazione. Una vittoria, quella di Hollande, che stando ai sondaggi viene ritenuta sempre più probabile. L'ultima rilevazione, effettuata dopo l'intervista televisiva di Nicolas Sarkozy, domenica scorsa, assegna il 31% al candidato del Ps (+3%) e soltanto il 24,5% (+0,5%) al presidente uscente (la frontista Marine Le Pen è al 19% e il centrista François Bayrou all'11,5%, entrambi in flessione di un punto).
Ed è escluso che la ratifica parlamentare francese avvenga prima del ballottaggio del 6 maggio.
La posizione di Hollande è chiaramente espressa al punto 11 del suo programma elettorale: «Proporrò ai nostri partner un patto di responsabilità, di governance e di crescita per uscire dalla crisi e dalla spirale di austerità che l'aggrava. Rinegozierò il Trattato europeo frutto dell'intesa del 9 dicembre privilegiando la crescita e l'occupazione, e rimodulando il ruolo della Banca centrale in questo senso».
Orientamento che è stato ribadito ieri dal responsabile della campagna di Hollande, Pierre Moscovici: «Il Consiglio europeo ha adottato un Trattato che conferma i nostri timori di dicembre. Non fornisce alcuna risposta alla crisi, rimane caratterizzato da un'ossessione sulla disciplina di bilancio che aggrava l'austerità e la recessione, non fornisce alcuna risposta ai temi della crescita, della solidarietà, della lotta ai rischi finanziari, ma anche a quelli del controllo democratico delle decisioni europee».
Moscovici, pur ribadendo l'impegno a risanare i conti pubblici francesi, ha insistito in particolare sulla «necessità di individuare nuove risorse per finanziare progetti di crescita e di avere una Banca centrale europea al servizio dell'economia reale». Sull'aspetto specifico dell'asse con Berlino e del modello tedesco come punto di riferimento per qualsiasi riforma - continuamente sottolineato da Sarkozy - Moscovici ha spiegato inoltre che «dinamica franco-tedesca non vuol dire identità franco-tedesca, non vuol dire imitazione della Germania da parte della Francia». Lasciando immaginare un diverso atteggiamento anche su quel fronte. A maggior ragione dopo l'inusuale endorsement della cancelliera Angela Merkel nei confronti del presidente-candidato Sarkozy.
I socialisti sono stati duramente attaccati dal Governo, che definisce «irresponsabile» l'eventuale retromarcia su un impegno ufficialmente assunto dalla Francia.

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