La magra
vittoria del centrosinistra alle elezioni del 24 e 25 febbraio non permette di
definire una maggioranza chiara. La stampa europea si sforza di capire e si
preoccupa delle conseguenze per l'Europa.
Süddeutsche
Zeitung, De Volkskrant, I Kathimerini & altri 3
Il risultato delle elezioni
politiche appare come un rifiuto della politica di rigore portata avanti dal
presidente del consiglio uscente Mario Monti, grande sconfitto di questo
scrutinio. Lo testimoniano l'affermazione del comico Beppe Grillo e il ritorno
di Silvio Berlusconi, da molti considerato responsabile della crisi del paese.
"Regnano il populismo, il
chiasso e le bugie", commenta la Süddeutsche
Zeitung. Senza Monti, il grande perdente, l'Italia non sarebbe mai
sopravvissuta alla crisi, sottolinea il quotidiano di Monaco, per il quale le
elezioni italiane sono una dura lezione per tutti i protagonisti della crisi
dell'Ue: chi esita perde; chi balbetta sarà punito, perché le cose fatte a metà
non contano. Con il loro voto gli elettori italiani hanno dato un messaggio
chiaro: 'Non capiamo più nulla!' Non si può dare la colpa a loro, perché vivono
in un clima politico che favorisce le mezze verità e che innalza la satira a
ragion di stato. Due comici si sono presentati e sono stati ricompensati per le
loro dichiarazioni quasi diffamatorie: Silvio Berlusconi e Beppe Grillo.
"Gli elettori precipitano
l'Italia nel caos", scrive De
Volkskrant, che considera l'Europa "la grande perdente di queste
elezioni", vista la sconfitta di Monti: A Bruxelles e nella maggior parte
delle capitali europee si aveva la speranza che Monti, nominato capo del
governo nel 2011 per salvare l'Italia dal crollo finanziario, potesse
continuare la sua politica di riforme formando una coalizione con Pier Luigi
Bersani. [...] L'affermazione di Berlusconi e del partito di protesta di Grillo
devono preoccupare i dirigenti europei, tanto più che anche in Spagna questa
miscela tossica di rabbia contro il rigore e la corruzione comincia a farsi
sentire".
Il greco Kathimerini si preoccupa del "rischio di anarchia in
Italia". Quasi un anno dopo le elezioni greche, che si erano risolte in
uno stallo politico e in un nuovo scrutinio, il quotidiano fa un'analogia fra i
due paesi: In Grecia gli indignados si sono distribuiti in tre direzioni: il
partito di sinistra radicale Syriza, già in parlamento; il partito populista
dei greci indipendenti; e il movimento neonazista Alba dorata. In Italia
l'intera popolazione è stata soggiogata dal discorso anti-sistema del non
fascista Grillo, che ha interpretato il ruolo di attore tragico, e un'altra piccola
parte dall'esperto Berlusconi e dai suoi gesti teatrali. Oltre al populismo,
un'altra caratteristica che avvicina Grillo a Berlusconi, anche se su livelli
diversi, è la loro opposizione all'egemonia della Germania e il risveglio
dell'orgoglio nazionale.
"Molto probabilmente il nuovo
capo del governo Bersani avrà le mani legate da una forte opposizione di
destra, che gli impedirà di continuare le riforme avviate da Monti", scrive il polacco Rzeczpospolita. Per il quotidiano
conservatore: diversi scenari devono essere presi in considerazione. Nuove
elezioni saranno probabilmente necessarie. Tuttavia per evitare che la
situazione attuale si ripeta sarà necessario modificare la legge elettorale. Ma
sarà possibile farlo in un parlamento diviso? O si dovrà eleggere un nuovo
parlamento per votare una sola legge? L'Italia è di fronte a una situazione
molto complicata.
Le Monde constata che "l'Italia anti-rigore allarma
l'Europa". Nel suo editoriale il quotidiano francese considera che il
vicolo cieco nel quale si trova l'Italia all'indomani delle elezioni riflette
il "Basta!" degli elettori italiani. Uno slogan "preoccupante
per la penisola e allarmante per l'Europa".
La grave situazione italiana è anche
un severo avvertimento rivolto all'Europa. In questo paese firmatario del
trattato di Roma nel 1957 e il cui impegno europeista era sempre stato molto
forte, oggi più della metà degli elettori sostiene candidati che hanno fatto
tutta la loro campagna sul "no" all'"Europa tedesca"
(Berlusconi) o sul "no" all'Europa, all'euro e ai suoi vincoli
(Grillo). Ormai la questione riguarda direttamente Bruxelles, Berlino e Parigi:
fino a che punto sarà possibile imporre delle politiche di rigore a delle
opinioni pubbliche che in Italia, in Spagna, in Grecia o in Portogallo le
rifiutano sempre di più? Fino a che punto si potrà andare avanti in questa
direzione senza aumentare questa preoccupante divisione democratica? Fino a che
punto questa contraddizione sarà sopportabile senza minacciare un domani
l'unità stessa dell'Unione europea? I responsabili europei dovranno dare una
risposta a tutti questi interrogativi.
"L'Europa inciampa su
Berlusconi", titola lo spagnolo Abc, per il quale l'Unione europea "si scontra con il
populismo". Di fronte al successo dell'ex capo del governo e di Grillo, la
sconfitta di Monti è la sconfitta "dell'ortodossia riformista
europea". "L'Ue e i dirigenti che avevano elaborato 'l'operazione
Monti' devono riflettere sulle ragioni di questo fallimento", commenta il
quotidiano. L'editorialista Ignacio Camacho si interroga su un possibile
allargamento del successo del Movimento 5 stelle di Grillo ad altri paesi
dell'Europa, in particolare del sud: La sua irruzione sulla scena politica
rivela una patologia comune all'intera regione mediterranea, che nelle
difficoltà politiche dell'Italia ha trovato la possibilità di esprimersi sotto
forma di una fobia anti-sistema. I tentativi di imitazione saranno facili nei
paesi in cui le élite subiscono un forte degrado del loro prestigio, come in
Spagna.
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