29 - 03 - 2013 Le
banche cipriote hanno ripreso l’orario di apertura abituale, ma restano in
vigore le restrizioni decise dal governo di Nicosia per evitare il rischio di
una fuga di capitali. Dopo 12 giorni di chiusura le banche avevano aperto ieri
per sei ore, senza che si siano verificati incidenti o disordini.
Le uniche
file si sono registrate questa mattina davanti alle agenzie della Laiki Bank,
secondo istituto finanziario del Paese, destinata ad essere liquidata in
conformità all’accordo raggiunto fra il governo cipriota e la “troika” dei
creditori (Ue, Bce ed Fmi).
Il Ministero delle Finanze cipriota ha stabilito in 300 euro giornalieri il tetto massimo per i prelievi bancomat e agli sportelli bancari; è previsto un tetto ai bonifici verso l’estero di 5mila euro mensili, per ogni persona e per singola banca, mentre i turisti che lasciano l’isola non potranno portare con sé più di mille euro in contanti; inoltre verrà vietato l’incasso degli assegni e sarà possibile solo versarli sul proprio conto.
Il Ministero delle Finanze cipriota ha stabilito in 300 euro giornalieri il tetto massimo per i prelievi bancomat e agli sportelli bancari; è previsto un tetto ai bonifici verso l’estero di 5mila euro mensili, per ogni persona e per singola banca, mentre i turisti che lasciano l’isola non potranno portare con sé più di mille euro in contanti; inoltre verrà vietato l’incasso degli assegni e sarà possibile solo versarli sul proprio conto.
Per le
transazioni commerciali non è prevista alcuna limitazione ma per gli ammontare
superiori a 5mila euro le imprese dovranno provare davanti ad una commissione
che le spese sono dovute alle attività ordinarie mentre per le somme superiori
a 200mila euro la stessa commissione dovrà tenere conto anche della situazione
della banca coinvolta prima di concedere l’autorizzazione.
Le imprese
potranno invece pagare regolarmente gli stipendi dei dipendenti all’estero e le
compagnie di assicurazione versare gli indennizzi senza alcuna limitazione;
inoltre, i residenti ciprioti saranno autorizzati a sostenere le spese dei
figli che studiano all’estero fino a un massimo di 5mila euro a trimestre.
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