Il leader Pd ai grillini: «Non
impediteci di governare». I capigruppo: «Nessun appoggio».
Mercoledì,
27 Marzo 2013 - Per Pier Luigi Bersani è arrivato il giorno più duro. Il
segretario del Partito democratico ha incontrato i rappresentanti del Movimento
5 stelle, nel tentativo di convincere i gruppi alla Camera e al Senato a votare
la fiducia al suo governo.
Una missione impossibile che, come era largamente previsto, è fallita. Già il 26 marzo i grillini hanno deciso in una riunione privata di confermare la linea indicata da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, fortemente contrari ad alleanze con qualsiasi forza politica.
Bersani ha chiesto ai grillini di non impedire la formazione del governo, ma da loro ha ottenuto una sola certezza: no alla fiducia. L'unica opzione per loro è la formazione di un governo 5 stelle.
E a chi chiedeva se potesse esserci un appoggio esterno, Roberta Lombardi, capogruppo alla Camera, ha detto: «Se appoggio esterno significa votare la fiducia senza entrare nel governo la risposta è no».
Lombardi, nell'incontro con Bersani, ha anche detto: «Sento le stesse promese da 20 anni, sembra di stare a Ballarò».
Una frase che ha infastidito Bersani che ha replicato: «Non è Ballarò, il governo è una cosa seria».
Una missione impossibile che, come era largamente previsto, è fallita. Già il 26 marzo i grillini hanno deciso in una riunione privata di confermare la linea indicata da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, fortemente contrari ad alleanze con qualsiasi forza politica.
Bersani ha chiesto ai grillini di non impedire la formazione del governo, ma da loro ha ottenuto una sola certezza: no alla fiducia. L'unica opzione per loro è la formazione di un governo 5 stelle.
E a chi chiedeva se potesse esserci un appoggio esterno, Roberta Lombardi, capogruppo alla Camera, ha detto: «Se appoggio esterno significa votare la fiducia senza entrare nel governo la risposta è no».
Lombardi, nell'incontro con Bersani, ha anche detto: «Sento le stesse promese da 20 anni, sembra di stare a Ballarò».
Una frase che ha infastidito Bersani che ha replicato: «Non è Ballarò, il governo è una cosa seria».
10.43 - «NON USCIREMO DALL'AULA». «Escludiamo
l'ipotesi di uscire dall'aula del Senato». Così Vito Crimi, capogruppo a
Palazzo Madama del M5s, ha risposto a chi chiedeva se il gruppo potesse
lasciare i propri posti durante il voto di fiducia.
10.32
BERSANI: «O SI VA A MESSA O SI STA A CASA». «Stavolta o si va a messa o si sta a casa». Così Pier Luigi Bersani ha
replicato ai capigruppo del M5s. «Mi creda», ha detto rivolto a Crimi,
«piacerebbe anche a me dire questo lo prendo, quest'altro no».
10.30 -
BERSANI: «NON SIAMO A BALLARÒ». «Purtroppo
non siamo a Ballarò; il governo è una roba seria», ha detto Pier Luigi Bersani
rispondendo agli esponenti di M5s che avevano rilanciato la richiesta di un
governo guidato dal loro Movimento.
10.24 - «GLI
ELETTORI CI DICONO DI NO». «Nonostante
quello che si dice sul nostro dibattito, il messaggio che riceviamo unanime da
nostri elettori non è quello della 'responsabilità', ma di non dare fiducia in
bianco». Così il capogruppo M5S Vito Crimi a Pier Luigi Bersani.
10.23 - «NOI
VOGLIAMO GOVERNARE». «Lei diceva
che solo un insano di mente può avere la fregola di voler governare il Paese;
ebbene, noi siamo quegli insani di mente perché abbiamo un progetto per il
Paese. Noi siamo disposti a prenderci la responsbilità, a riprenderci la
sovranità, a riprenderci il nostro Paese», ha detto Roberta Lombardi,
rispondendo a Bersani.
10.20 -
«SEMBRA BALLARÒ». «Sono 20
anni che sentiamo queste parole. Mentre parlava mi sembrava di sentire una
puntata di Ballarò. Sono 20 anni che voto e che sento parlare delle stesse cose
e non vengono mai realizzate». Così Roberta Lombardi, capogruppo alla Camera
del M5S, ha replicato al programma esposto da Pier Luigi Bersani alla sua
delegazione.
10.17 - «SOLO UN INSANO DI MENTE VORREBBE GOVERNARE». «Solo
un insano di mente potrebbe avere la fregola di governare in questo momento.
Sia chiaro: io sono pronto a prendermi una responsabilità enorme. Chiedo a
ciascuno di prendersene un pezzettino». Così Pier Luigi Bersani alla
delegazione M5S.
10.15 - «NON IMPEDITE IL GOVERNO». «A chi è più vicino
chiedo responsabilità. Alle forze che vogliono avere più autonomia chiedo di
non impedire questo percorso». Lo ha detto Pier Luigi Bersani durante
l'incontro con M5s.
10.14 - «NON SOLO I FINANZIAMENTI AI PARTITI». Il Pd
propone una «legge sui partiti che riveda sì il finanziamento pubblico, ma non
solo quello», ha detto Pier Luigi Bersani alla delegazione M5s.
«C'è da dare un governo a questo Paese. Questa è un'esigenza conclamata. Il presidente della Repubblica ha fatto la sua parte in modo correttissimo sul profilo costituzionale e ha detto di provare a formare il governo senza dimenticare il quadro delle difficoltà, che si concretizzano in termini numerici».
«C'è da dare un governo a questo Paese. Questa è un'esigenza conclamata. Il presidente della Repubblica ha fatto la sua parte in modo correttissimo sul profilo costituzionale e ha detto di provare a formare il governo senza dimenticare il quadro delle difficoltà, che si concretizzano in termini numerici».
10.13 - «NIENTE GOVERNISSIMO». «C'è un'aspettativa di
governassimo, ma io dico 'non esiste'». Lo ha detto Bersani al M5S. Un no «non
per preclusione verso la destra, che la pensa diversamente da me ma è in tutta
Europa, ma perché metteremmo un coperchio politicista su una pentola che chiede
cambiamento: finiremmo per bloccarci reciprocamente. Questo non si farà».
10.08 -
«SERVE UN CAMBIAMENTO». «Parto dal
presupposto: governo sì, governabilità ok, ma senza cambiamento non ci può
essere governo. Voi di questo cambiamento siete protagonisti, ma non siete
esclusivi protagonisti.La mia forza sente questa esigenza. Io non farò governi
che abbiano davanti l'impossibilità di cambiamento». Così Bersani parlando al
M5S.
Le accuse dei colleghi alla
capogruppo: «Impreparata» e «incapace di lavorare in squadra».
Ancora
bufera sulla capogruppo grillina alla Camera Roberta Lombardi reduce insieme
con il collega Vito Crimi dall’incontro con Pier Luigi Bersani.
Mercoledì,
27 Marzo 2013 - Lombardi è stata infatti contestata dai suoi durante la
riunione a Montecitorio. A scatenare la rivolta, secondo la ricostruzione di Repubblica,
sarebbe stata la decisione della capogruppo di presentarsi con un intervento da
«maestrina». La rappresentante dei deputati, infatti, non ha parlato per nulla
dei temi discussi e concordati in Rete preferendo un discorso scritto
presumibilmente dal suo staff.
LA RIUNIONE DEI CONTESTATORI. Uno sgarro che i grillini infuriati non le hanno perdonato, indicendo una riunione urgente dopo l'assemblea. Fino alle 10 e mezza di sera le acque non si sono calmate.
«Dovevamo parlare di Cipro, della crisi economica», ha sbottato un 'cittadino' pentastellato, «e lei si è presentata con una brutta di tesi di laurea. Scritta forse dai suoi aiutanti. E noi dovremmo fidarci di qualcuno che nemmeno conosciamo?».
L'interessata dal canto suo ha cercato di difendersi dicendo che non le era chiaro che «dovesse cambiare tutto il suo discorso». Aggiungendo che con tutto il lavoro da fare, limare l'intervento non rappresentava certo una «priorità».
DAL SENATO ACCUSE DI INCOMPETENZA. Uno smacco per Lombardi, soprattutto dopo il successo ottenuto dal grillino Alessandro Di Battista che in Aula ha incassato persino i complimenti della presidente Laura Boldrini. Per la capogruppo le cose sono andate diversamente, tanto che c'è chi addirittura ha chiesto le sue dimissioni, come Adriano Zaccagnini. L'accusa è pesante. Non sa lavorare in gruppo Né gestire le persone.
Come se non bastasse, anche da Palazzo Madama è partito il fuoco amico. Secondo i senatori Lombardi non sarebbe abbastanza preparata. A dimostrarlo il suo intervento circa i debiti della pubblica amministrazione definiti senza mezzi termini una «porcata di fine legislatura». Una leggerezza che neppure la Rete le ha perdonato.
LA RIUNIONE DEI CONTESTATORI. Uno sgarro che i grillini infuriati non le hanno perdonato, indicendo una riunione urgente dopo l'assemblea. Fino alle 10 e mezza di sera le acque non si sono calmate.
«Dovevamo parlare di Cipro, della crisi economica», ha sbottato un 'cittadino' pentastellato, «e lei si è presentata con una brutta di tesi di laurea. Scritta forse dai suoi aiutanti. E noi dovremmo fidarci di qualcuno che nemmeno conosciamo?».
L'interessata dal canto suo ha cercato di difendersi dicendo che non le era chiaro che «dovesse cambiare tutto il suo discorso». Aggiungendo che con tutto il lavoro da fare, limare l'intervento non rappresentava certo una «priorità».
DAL SENATO ACCUSE DI INCOMPETENZA. Uno smacco per Lombardi, soprattutto dopo il successo ottenuto dal grillino Alessandro Di Battista che in Aula ha incassato persino i complimenti della presidente Laura Boldrini. Per la capogruppo le cose sono andate diversamente, tanto che c'è chi addirittura ha chiesto le sue dimissioni, come Adriano Zaccagnini. L'accusa è pesante. Non sa lavorare in gruppo Né gestire le persone.
Come se non bastasse, anche da Palazzo Madama è partito il fuoco amico. Secondo i senatori Lombardi non sarebbe abbastanza preparata. A dimostrarlo il suo intervento circa i debiti della pubblica amministrazione definiti senza mezzi termini una «porcata di fine legislatura». Una leggerezza che neppure la Rete le ha perdonato.
Nessun commento:
Posta un commento