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mercoledì 20 marzo 2013

ITALIA - Casta: Parlamento, gli impresentabili restano


Liste pulite addio. Tra gli eletti 3 condannati: Bossi, Bragantini, Sciascia. Record Pdl: 30 tra imputati e indagati.
Mercoledì, 20 Marzo 2013 - Nuova legislatura. Boom del Movimento 5 stelle. Campagne elettorali improntate sulle liste pulite. Eppure nonostante i proclami e gli sforzi, anche nel nuovo parlamento tornano gli impresentabili. Ora la lista è completa. Si tratta di 49 onorevoli, tra deputati e senatori, che hanno o hanno avuto guai con la giustizia. Addirittura si contano alle Camere tre condannati in via definitiva: Umberto Bossi e Matteo Bragantini della Lega nord e Salvatore Sciascia per il Pdl.
PDL MAGLIA NERA. Nonostante l'esclusione di qualche imputato eccellente, il partito di Silvio Berlusconi detiene la maglia nera. A partire dal leader. Il Cavaliere vanta infatti nel suo curriculum due amnistie, sette prescrizioni. In ben due processi i fatti contestati non sono più reati perché derubricati dalle leggi ad personam. Silvio poi è stato condannato in primo grado a quattro anni per frode fiscale nel processo sui diritti tivù-Mediaset, a un anno per rivelazione di segreto per il caso Unipol. Risulta inoltre imputato per concussione e prostituizione minorile nel processo Ruby e per corruzione per lo scandalo della compravendita di senatori scoppiata dopo le dichiarazioni di Sergio De Gregorio.
Un cv non immacolato, certo. Ma anche Lega, Pd, Udc e Scelta civica non sono da meno.
ASSOCIAZIONE A DELINQUERE, TRUFFA E FALSO. L'elenco degli impresentabili, stilato da Il Fatto Quotidiano, sempre in casa Pdl è di 30 nomi. Tra gli 'eccellenti' va ricordato Antonio Angelucci, editore di Libero e deputato. È imputato per associazione a delinquere, truffa e falso. Segue Deborah Bergamini, accusata di interruzione al pubblico servizio con richiesta di archiviazione. Merita una menzione anche l'ex presidente della Provincia di Napoli ed ex autista di Raffaele Cutolo, Luigi Cesaro, detto Giggino 'a purpetta, indagato per associazione camorristica.
DA D'ALÌ A FITTO. Sempre tra i berluscones, spiccano Antonio D'Alì, eletto al Senato, e imputato per concorso esterno in associazione mafiosa, e Raffaele Fitto, ex ministro finito alla Camera, imputato per corruzione, peculato, finanziamento illecito ai partiti e abuso d'ufficio.
Seguono Altero Matteoli, senatore, imputato per favoreggiamento. Ma il processo è stato annullato per l'immunità, Francesco Saverio Romano, deputato, su cui pende l'accusa di corruzione con richiesta di archiviazione. E l'ex governatore della Lombardia, il senatore Roberto Formigoni, indagato per corruzione e finanziamento illecito.
SANTANCHÉ E SAVINO. Non mancano poi le signore. Daniela Santanché ed Elvira Savino. Rispettivamente indagate per turbamento e interruzione di funzione religiosa e concorso in riciclaggio.
Guai anche per l'ex presidente del Senato Renato Schifani, indagato per concorso esterno in mafia, con richiesta di archiviazione, e il già citato Salvatore Sciascia, condannato in via definitiva a due anni per corruzione.
I GUAI DI VERDINI. Chiude la lista Denis Verdini, coordinatore nazionale del partito, indagato per bancarotta fraudolenta e associazione a delinquere nel caso del Credito cooperativo fiorentino, concorso in corruzione per gli appalti del G8, truffa allo Stato in qualità di editore de Il Giornale della Toscana, associazione a delinquere (P3). E rinviato a giudizio insieme con Marcello Dell'Utri per bancarotta e truffa.

La Lega nord scampata alle ramazze di Maroni

Restando nel centrodestra, pure il Carroccio non scherza. Il Senatùr Umberto Bossi è stato condannato a otto mesi di carcere per i 200 milioni della maxi tangente Enimont. Ma anche per istigazione a delinquere e oltraggio alla bandiera. Inoltre è indagato per truffa allo Stato per i soldi dati al figlio ex consigliere regionale lombardo Renzo detto il Trota.
Bragantini, invece, è stato condannato a due mesi per propaganda di idee razziste e violazione della legge contro la discriminazione. Prescritti i reati per Roberto Calderoli che ha beneficiato dell'immunità per attentato alla Costituzione, all'unità dello Stato e truffa.
Qualche scheletro nell'armadio ce l'ha pure l'alleato padano, Giulio Tremonti. L'ex ministro dell'Economia risulta indagato per finanziamento illecito.

Partito democratico: otto nel mirino

Anche il Pd ha le sue grane. Sono otto gli eletti ad avere qualche pendenza con la giustizia. Tra i più noti, l'esponente della cosiddetta società civile - tra l'altro in odore dicarica ministeriale - Rosaria Capacchione. Per lei, giornalista anti-camorra campana c'è l'imputazione per calunnia. Nicodemo Oliverio, deputato, è invece indagato per bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale aggravata.
Nel centrosinistra, non brilla il leader di Sel Nichi Vendola. Imputato per abuso d'ufficio, peculato, falso e ancora abuso d'ufficio, il governatore della Puglia è stato assolto in primo grado ma la procura ha presentato l'appello.

Montiani e Udc: da Lanzillotta a Cesa

Pure la Lista civica di Mario Monti ha la sua impresentabile. Si tratta di Linda Lanzillotta, condannata dalla Corte dei conti per danno erariale.
Nell'Udc, invece, è stato condannato in primo grado per corruzione aggravata a tre anni e tre mesi Lorenzo Cesa. Il reato però è stato prescritto.

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