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martedì 3 aprile 2012

Stangata Imu, il triplo dell'Ici

Prima casa, aumenti dal 60%. Acconti con aliquote base

In arrivo da tutti i Comuni la maxi stangata Imu. Mentre sono stati sciolti i dubbi legati alla questione degli acconti di giugno, calcolati sulle aliquote base, il Sunia, il sindacato degli inquilini della Cgil, scommette che l'Ici, una delle tasse più odiate dagli italiani e magicamente tolta con un colpo di bacchetta dal Pdl dopo la vittoria su Prodi nel 2006, sia solo un labile ricordo a confronto.
Un colpo pronto a piegare soprattutto i proprietari di seconde case sfitte. In quasi tutte le aree metropolitane l’aliquota è orientata al 10,6 per mille, ben tre punti al di sopra dell’aliquota ordinaria del 7,6 fissata dal governo per le seconde case. Dopo l'allarme dei Caf, i Centri di assistenza fiscale, che hanno evidenziato la «crescente preoccupazione» per quanto riguarda l'Imu, in una lettera inviata al ministero dell'Economia, La Stampa e il Sunia hanno evidenziato gli effetti del rialzo delle nuove aliquote sui cittadini in nove grandi Comuni italiani.
A oggi solo il 6% delle giunte comunali ha già deciso in merito il da farsi, anche se non sono state ancora approvate delle delibere.
Rimane certo però che i Comuni - a eccezione, per il momento, di Napoli - sono propense all’aumento delle aliquote ordinarie per porre una toppa alla grave crisi di buona parte dei bilanci.

CGIA: «UN SALASSO DA 1.500 EURO IN PIÙ PER IMPRESA». A dare, in particolare l'allarme è il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi: «L'Imu rischia di mettere in ginocchio il sistema produttivo del Paese».
Bortolussi ha spiegato così gli effetti del provvedimento: «Le imprese manifatturiere artigiane e quelle industriali pagheranno quest'anno oltre 1.500 euro in più all'anno per ogni azienda». Per gli uffici l'aumento medio in capo agli studi professionali è previsto al 949 euro, mentre per i negozi il maggior prelievo nelle tasche dei commercianti è di 569 euro.

Addizionale sulla prima casa, cresce in quasi tutti i comuni

Addizionale sulla prima casa per Roma (dal 4 al 5 per mille), Palermo (con una crescita dello 0,8 rispetto all’aliquota standard del 4), Catania (che vorrebbe raggiungere il 6 per mille), Genova (5 per mille) e Torino (5,5 per mille).
Milano, Firenze, Bologna e Bari si assestano al 4 per mille. Scenderebbe invece l'aliquota a Firenze, Bologna e Palermo.
Ma dovrebbero comunque alzarsi i contributi data l'impennata prevista dalla rivalutazione della base imponibile sulla quale calcolare le aliquote.
Per conteggiare l'Imu che dovrebbe essere versata si deve partire dalla rendita catastale rivalutata del 5% e applicare dei moltiplicatori che a loro volta sono stati rivalutati del 60% rispetto alla vecchia Ici. Nonostante la detrazione fissa di 200 euro più i 50 per ogni figlio a carico (con un tetto massimo di 400) il risultato è che per un appartamento tipo di 80 mq in zona semiresidenziale accatastato come A2, ossia abitazione civile, l’Imu aumenterebbe al 69% a Roma e del 32% a Milano.

La vera stangata: aumenti per le seconde case sfitte

Aumenti a tre cifre percentuali a Milano (+239%) e Catania (+146%) sulle seconde case sfitte. Una vera stangata. In valori assoluti per un appartamento tipo si dovrebbe spendere circa 2.160 euro a Roma e Milano, 1.915 a Bologna, tra i 1.200 e i 1.300 euro a Torino, Genova e Bari e a Firenze sui 1.500 euro.

In molte città affitti concordati

Sulle seconde case in affitto è ancora tutto da decidere. I grandi comuni temendo una ricaduta sugli affittuari sarebbero orientati ad alleggerire il peso. A eccezione di Roma, Catania e Genova che non vorrebbero essere più indulgenti con chi affitta, lasciando per tutti l’aliquota massima del 10. Nelle altre città l’aliquota per la case affittate a canone concordato va dal 4,6 di Milano al 9,6 di Palermo.
A Torino si è pensato di favorire i canoni d’affitto concordati (leggi calmierati) applicando l’aliquota minima del 4, mentre sulle case ad affitto libero si dovrebbe rimanere al 10.

Canoni liberi, orientati verso l'aliquota massima del 10,6

Per quanto riguarda gli affitti liberi invece Roma, Bologna, Catania e Genova sarebbero orientati verso l’aliquota massima del 10,6, mentre a Firenze del 9,9 e a Milano e Palermo dovrebbe essere del 9,6. Si calcola una crescita del 60% anche per gli affitti liberi con aumenti a tre cifre rispetto all’Ici. Con impennate del 207% a Milano per un immobile A2, del 198% a Bologna e del 167% a Torino. La stangata dei comuni sulle case sfitte è ben motivata: con l'assorbimento nell’Imu dell’Irpef sui redditi da fabbricati, diventerebbe quasi più vantaggioso lasciare sfitta una casa piuttosto che affittarla. Un paradosso che si teme possa avere conseguenze negative in molte città.

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