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domenica 29 aprile 2012

BIRMANIA: Ue revoca sanzioni per un anno

Suu Kyi non giura sulla costituzione nella prima seduta del Parlamento.
Primi segnali di cambiamento in Birmania. I ministri degli esteri dell'Unione europea hanno deciso di sospendere per un anno le sanzioni imposte al paese, con la sola eccezione dell'embargo di armi.  
RESTRIZIONI PER 800 IMPRESE. A fine aprile infatti sarebbero scadute le misure imposte dall'Europa: si tratta del blocco dei visti e dei beni contro 491 personalità, legate alla vecchia giunta militare, e contro 59 società ed organizzazioni. Restrizioni commerciali erano state inoltre imposte a 800 imprese, attive soprattutto nei settori del legno, delle pietre preziose e delle miniere.
La notizia è stata ben accolta dal ministro degli Esteri Giulio Terzi, mentre tra sei mesi è prevista una verifica del provvedimento.
UE: «ORA RILASCIARE PRIGIONIERI POLITICI». L'Ue ha richiesto anche «il rilascio incondizionato dei restanti prigionieri politici e la fine di tutte le restrizioni imposte a quelli già liberati».
La sospensione è infatti stata vista come un incoraggiamento del processo di riforme avviato in Birmania. I ministri hanno lodato il nuovo corso dello Stato che ha aperto all'Unione: «La Ue vuole ora avviare una collaborazione attiva con la Birmania nel suo insieme, allo scopo di assistere il processo di riforme e di contribuire allo sviluppo economico, politico e sociale».
SUU KYI NON GIURA IN PARLAMENTO. Intanto non si allenta il braccio di ferro tra Aung San Suu Kyi e la giunta militare al potere in Birmania.
La leader dell'opposizione non ha prestato giuramento durante la seduta del Parlamento che si è tenuta il 23 aprile nella capitale Naypyidaw. Si trattava della prima riunione dopo le elezioni dell'1 aprile. Insieme ad altri esponeneti del suo partito, la Lega nazionale per la democrazia (Lnd), Suu Kyi non ha nemmeno partecipato alla seduta.
Il premio Nobel per la pace ha precisato che i deputati non hanno voluto «boicottare» l'assemblea, ma solo posticipare il loro ingresso in aula.
COSTITUZIONE RIVISTA IN FUTURO. Da parte sua il presidente birmano Thein Sein ha detto di voler lavorare con la leader dell'opposizione per il futuro del Paese. «Vorrei averla in Parlamento, ma spetta solo a lei decidere se farne parte: non sarà rivista la formula del giuramento», ha detto Sein parlando da Tokyo, aggiungendo che «la costituzione della Birmania potrebbe essere rivista in futuro».
TERZI: «DEMOCRAZIA DIVENTI ACQUISITA». La decisione di Suu Kyi è stata commentata anche dal ministro degli Esteri d'Italia, Giulio Terzi: «Un negoziato è in corso e sono fiducioso che si possa trovare una formulazione che possa rispondere alle loro esigenze». Sulla sospensione delle sanzioni Terzi si è detto d'accordo: «Il messaggio è di una apertura fiduciosa» ha dichiarato, «un incoraggiamento della comunità internazionale a dialogare sempre di più con la Birmania e a stabilire rapporti sempre più solidi in modo che la democrazia diventi un fatto acquisito e non soltanto una democrazia fragile».
Il titolare della Farnesina, accompagnato dall'ex inviato speciale Ue per la Birmania Piero Fassino, è atteso dal 24 aprile a Naypyidaw per incontrare il presidente Thein Sein e e il 26 a Rangoon per incontrare proprio Aung San Suu Kyi.

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