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venerdì 27 aprile 2012

REPUBBLICA CECA: Il valzer delle poltrone

Il governo conservatore di Petr Nečas è appeso a un filo. Con ogni probabilità la serie di rimpasti che va avanti dal 2006 è destinata a continuare.
Ondřej Neumann 27 aprile 2012 Ekonom Praga


Il ritmo del ricambio dei governi e dei ministri ha superato i limiti accettabili. Dalla formazione del primo governo Topolánek nel settembre 2006 siamo al sesto ministro dei trasporti, al quinto ministro dell’agricoltura, e ben presto avremo un quinto ministro dell’istruzione e un quarto ministro dell’industria e del commercio. Inoltre dal 2006 si sono succeduti tre primi ministri. Tutto questo in cinque anni e mezzo.

Con ogni nuovo ministro la linea politica assume un orientamento diverso. L’ordine delle priorità è completamente stravolto e molto del lavoro fatto – spesso bene – viene completamente azzerato. Ai vertici dei ministeri quello che conta è la fedeltà al nuovo capo e non la competenza e la lealtà allo stato. Un nuovo capo che peraltro deve soddisfare gli appetiti degli alleati politici del momento, che vogliono approfittare del denaro pubblico. Il nuovo ministro non fa in tempo a liberare le scrivanie dei dirigenti nominati dal suo predecessore, che deve già prepararsi ad andare via.

Da due settimane la sorte dell’intero governo è in bilico. Un nuovo rimpasto ministeriale è all’ordine del giorno. Inoltre le simpatie degli elettori si sono fortemente spostate a sinistra. Di conseguenza si potrebbe assistere non solo a un rimpasto, ma a una revisione completa degli orientamenti del governo su numerosi argomenti, dall’economia alla crisi del debito, dall’Unione europea all’euro, dalle sovvenzioni alla strategia di sostegno alle esportazioni e così via [se si dovesse arrivare a delle elezioni anticipate, un sondaggio recente mostra che il Čssd, il Partito socialdemocratico ceco, otterrebbe il 37 per cento dei voti. E il Čssd non esclude una collaborazione con il Partito comunista, accreditato del 20 per cento delle intenzioni di voto].

Josef Pravec [giornalista economico di Ekonom] ha fatto una lista di tutto quello che il Čssd vuole proporre di diverso rispetto al governo di centrodestra.

Secondo Pravec “i sindacati farebbero pressione su un governo di coalizione Čssd-comunisti per avviare un vero programma di sinistra. Le riforme adottate e le misure dirette a lottare contro gli effetti della crisi sarebbero quindi molto diverse da quelle attuali. In primo luogo si metterebbe fine ai tagli di bilancio e verrebbe data la precedenza alle politiche di sostegno della domanda. L’aumento delle imposte dovrebbe però essere la prima fase di questa politica. E Bohuslav Sobotka, capo del Čssd, che dovrebbe diventare il nuovo primo ministro, continua a parlare di un aumento progressivo di almeno il 3-4 per cento delle aliquote fiscali".

Le dichiarazioni dei leader socialdemocratici indicano chiaramente la volontà di formare, al più tardi fra due anni [alla fine della legislatura attuale], un governo sostenuto dai comunisti. Se si dà un’occhiata al programma presentato da questi ultimi in occasione delle elezioni del 2010, fin dalle prime righe si può leggere la seguente affermazione: “L’obiettivo fondamentale del programma del Ksčm [Partito comunista di Boemia e Moravia] è il socialismo, […] con una funzione fondamentale attribuita alla proprietà collettiva”. Non so voi, ma io in ogni caso io preferisco ancora il governo di Nečas. (Traduzione di Andrea De Ritis)

Contesto


Il peso degli scandali
“Ultima chance per il governo di Petr Nečas”, titola Mladá Fronta Dnes mentre l’esecutivo conservatore chiede la fiducia al parlamento, a due anni dalla fine del suo mandato. A causa di uno scandalo di corruzione che ha travolto il partito Affari pubblici (Vv), il 24 aprile la coalizione tra Ods, Top09 e Vv si è sciolta.

Il governo dovrebbe ottenere il sostegno di 11 ex deputati di Vv raccolti attorno all’ex vicepresidente del partito e vicepremier Karolína Peake, conquistando in questo modo la maggioranza in parlamento. “Ma per quanto tempo durerà?”, si domanda il quotidiano di Praga. Secondo Mladá Fronta Dnes il governo potrebbe avere grossi problemi a trovare il sostegno necessario a far passare provvedimenti come la riforma delle pensioni, la restituzione dei beni della chiesa confiscati dai comunisti nel 1948 o l’elezione a suffragio diretto del presidente della repubblica.

La manifestazione contro la politica di austerity che il 21 aprile ha radunato in piazza circa centomila persone dimostra che il governo Nečas sta perdendo anche il sostegno dei cittadini, stanchi dell’instabilità politica provocata dagli scandali, sottolinea Mf Dnes che li ha rivelati.

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