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domenica 29 aprile 2012

LIBIA: Beni Gheddafi, ricorso libico contro il sequestro

La Lia: «Appartengono al Paese». Un miliardo di euro in azioni.
Libia contro Italia, ancora una volta. Pomo della discordia i beni libici sequestrati dalla Guardia di finanza a marzo, per un valore di 1 miliardo di euro. La Libyan Investment Authority (Lia) ha fatto ricorso contro il provvedimento e attraverso il presidente del suo comitato di gestione, Mohsen Derregia, ha annunciato di volerlo depositare il 27 aprile alla Corte d'Appello di Roma.
SEQUESTRATI IL 28 MARZO. L'ordine di sequestro era stato dato il 28 marzo e riguardava principalmente quote azionarie in società quotate UniCredit, Eni, Finmeccanica e Fiat, per un valore totale di circa 1 miliardo di euro.
LIA: «MALINTESO DA CHIARIRE». «Secondo quanto disposto dalle corti italiane, tali beni sono di proprietà della famiglia Gheddafi ma, al contrario, essi appartengono a Lia, che a sua volta è controllata dal governo libico per conto della popolo libico. Sarà nostra premura porre in essere tutte le misure necessarie per chiarire tale malinteso nel più breve tempo possibile», ha affermato Derregia attraverso una nota.
La Lia ha incaricato gli avvocati Michael Bosco e Giovanni Battista Bruno dello studio Shearman & Sterling LLP di Roma e l'avvocato Fabrizio Petrucci di Milano quali difensori di fiducia nell'azione legale.

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