Pensare Globale e Agire Locale

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lunedì 23 aprile 2012

ITALIA: Il “lupo” democristiano non perde il pelo e ritrova lo scudo

Qualche giorno fa la costituente di Centro ha deliberato la fine dell’UDC e la nascita del Partito della nazione. Confluiranno nella nuova formazione politica anche il FLI di Fini e l’API di Rutelli. Assistiamo così all’ennesimo atto di trasformazione della sigla e del simbolo dei tre partiti.

E’ una procedura attuata in Italia dai dirigenti delle organizzazioni politiche con particolare frequenza negli ultimi decenni, in seguito alla dissoluzione dei due grandi partiti che hanno dominato la scena durante la Repubblica, la DC e il PCI. Non c’è bisogno di ricordare le varie denominazioni assunte dai movimenti politici negli ultimi tempi. Basta ricordare la trasformazione della DC che assume il nome prima di Ppi e Centro Cristiano Democratico,Cristiani Democratici Uniti,confluiti nella Casa della Libertà. CCD e CDU si fondono poi nella Unione dei Democratici Cristani di Centro che insieme alla Rosa per l’Italia e alla Margherita danno vita all’UDC. Dal PCI nascono il PDS i DS,il PD.
Sembra che tutti i dirigenti siano stati colpiti da un’incoercibile furia riformatrice intesa soprattutto a mutare la faccia.

Ad eccezione del PSI, i partiti, dunque, hanno cambiato nome e simbolo più di una volta. Ma gli uomini al comando sono sempre gli stessi. L’apparenza è diversa ma la sostanza non è cambiata. Ormai da decenni i componenti della nomenclatura politica occupano i posti di potere. Con quali risultati ? Non è migliorata la gestione della cosa pubblica, non è stata superata la paralisi delle decisioni, non sono stati risolti e neppure affrontati i problemi più importanti del Paese: il lavoro, la criminalità, la riforma della struttura dello Stato, la corruzione della burocrazia e il finanziamento ai partiti.

Come giudicare la nuova ondata di restyling che si preannuncia in questi giorni? Basta modificare la facciata per cambiare l’edificio ? E’ questo che chiedono gli Italiani ? Evidentemente no. Sale dal Paese la irresistibile domanda di un radicale e sostanziale rinnovamento di uomini e di metodi di governo. E’ finito il tempo delle chiacchiere,delle operazioni farlocche, delle promesse. Oggi la gente vuole fatti.

Questo dato così evidente e condiviso viene ignorato dai politici che ancora si trastullano con provvedimenti inadeguati se non addirittura fasulli,ancora giocano con le parole e credono di poter prendere in giro i cittadini, semplicemente presentatosi con un’altra faccia. Tutte le loro operazioni e i loro movimenti sembrano avere come obiettivo principale la difesa della poltrona e dei privilegi acquisiti e la tenace occupazione del potere. Cambiano i nomi, ma dove sono i progetti politici, le proposte per uscire dalla crisi, la visione dei problemi sociali ? Non basta cambiare i nomi, è tempo di cambiare gli uomini.(Alfonso Siano)

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