Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


lunedì 2 aprile 2012

ITALIA: PDL di Alfano travolto dalle correnti

Pdl a confronto: il segretario deve sedare le tensioni nel partito.

L’appuntamento in agenda è da cerchio rosso: martedì 3 aprile è stato convocato l’ufficio di presidenza del Popolo della libertà a Palazzo Grazioli.
La decisione di riunire i principali esponenti del partito è stata presa dal segretario del partito Angelino Alfano su richiesta di due esponenti di spicco tra gli ex di Alleanza nazionale.
INCONTRO PER RIFORME E MALESSERI. Il primo a chiedere l’incontro era stato l’ex ministro Ignazio La Russa per discutere della riforma del lavoro. Gli aveva poi fatto eco il senatore Altero Matteoli dopo il vertice in cui il leader del Pdl, con Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini avevano discusso sulla riforma della legge elettorale in chiave proporzionale.
Ma a rendere necessaria l'assise ufficiale anche la riforma del lavoro e i malesseri registrati negli ultimi mesi.
ALLE ELEZIONI LA FINE DEL PARTITO. Alfano sa che non ci sono soluzioni nel breve periodo e la fine del partito è quindi rimandata almeno fino alle elezioni amministrative di maggio.
Oltre a derubricare i possibili risultati delle urne come esempi locali, privi di valore nazionale, in via dell’Umiltà si cerca di capire che cosa aspettarsi dal voto.
Sondaggi alla mano per il Pdl le elezioni possono andare male. Ma anche malissimo. Insomma i risultati sono destinati a certificare il tracollo del partito.
Il segretario non vuole strappare con gli ex An
Discorso diverso per i malumori degli ex An. I forzisti più maliziosi leggono nelle continue prese di posizione dei colleghi la replica del divorzio registrato con Gianfranco Fini e i suoi futuristi.
Allora Berlusconi scelse la linea dura da contrapporre ai finiani, invece in questo caso Alfano è deciso a non peggiorare la situazione. Chi ha intenzione di strappare per primo è destinato a fare il passo determinate per la separazione, altrimenti il percorso comune deve proseguire.
ALFANO: EVITARE LA RESA DEI CONTI. Insomma, le premesse per una discussione accesa tra le mura di Palazzo Grazioli ci sono tutte e Alfano deve far ricorso alle sue abilità diplomatiche per evitare che l'incontro possa diventare una resa dei conti.
Messa da parte la ricerca del quid mancante, quello del 3 aprile è destinato a diventare la prima vera occasione di riscatto per il delfino designato, finora troppo debole.
IL RITORNO SILENZIOSO DEL CAV. Insieme con i notabili del partito è annunciata la presenza di Silvio Berlusconi, chiamato a sostenere la sua creatura politica.
Il sospetto di molti è che lo faccia più per dovere piuttosto che reale interesse.
«Fosse stato per lui», è stato un commento di via dell'Umiltà, «sarebbe stato in silenzio almeno fino alle amministrative, ma il segretario è un altro».
Quindi è probabile che il Cavaliere faccia sfogare i malumori interni senza prendere posizione, lasciando ad Alfano il ruolo di pacificatore.
QUATTRO MESI DI VUOTO. L’ultima volta che era stato convocato l’ufficio di presidenza era il 7 dicembre 2011, per appianare anche quella volta le divergenze tra ex An e forzisti.
Poi la riunione era stata sostituita dai 'caminetti' informali organizzati dal segretario in compagnia dei triumviri e dei capigruppo di Camera e Senato. Il segretario li alternava ad altri incontri confidenziali, in cui si confrontava con i parlamentari a lui più vicini.
Così sono passati quattro mesi senza che ci fossero vertici completi, nel fastidio degli esclusi e la confusione generale.
Intanto il partito collassa tra i malumori
Sul territorio, intanto si moltiplicano le liste locali. Dopo la prima Forza Lecco, le frammentazioni si sono ripetute a diverse latitudini, specie dove sono previste le amministrative.
Alfano si è detto «contrario allo spezzettamento», ma la cronaca ha preso il sopravvento. E dal Veneto all'Emilia Romagna, passando per Toscana e Trentino, l'elenco delle correnti non sembra aver fine.
FORMAZIONI PER SUPERARE I DISSIDI. Nascono per superare dissidi interni al partito, come è successo a Lecco, oppure per aggirare la separazione forzata con il Carroccio, come a Verona dove i fuoriusciti dal Pdl appoggiano il sindaco uscente Flavio Tosi.
Il risultato è sempre lo stesso, ogni nuova formazione è vissuta come un’emorragia dai vertici nazionali. E quel richiamo alla «Forza» del 1994, trincea ideale del berlusconismo duro e puro, non è passato inosservato.
LO SPIRITO AZZURRO DI RITORNO. Per questo la presa di posizione di Giancarlo Galan, ex ministro e forzista della prima ora, ha preoccupato molti.
L’esponente veneto ha detto che «la fusione tra An e Forza Italia non è riuscita», quindi ha invitato a valutare «una separazione consensuale».
Parole non nuove per Galan che hanno suscitato la reazione piccata degli ex colonnelli di An, chiamati in causa. Il primo a replicare è stato La Russa, che ha consigliato al collega di imitare Fini e fare un partito, mentre il senatore Maurizio Gasparri ha catalogato le parole di Galan come «sbagliate e stupide».
Gli ex socialisti pidiellini uniti da Stefania Craxi nei Riformisti italiani
Intanto, però, ci sono altre anime che si organizzano. Come i socialisti, chiamati a raccolta da Stefania Craxi, che è uscita dal Pdl per fondare i Riformisti italiani. È stata lei a fare un appello per l'unità degli eredi della tradizione socialista.
ATTRITI TRA CALDORO E NITTO PALMA. Il primo a risponderle è stato il governatore campano, Stefano Caldoro, eletto con il Pdl, ma da tempo in attrito con i vertici locali del partito, Francesco Nitto Palma in testa, e ben felice di riscoprire le sue origini.
La disponibilità a un progetto socialista unitario è stata manifestata anche dal segretario del Partito socialista italiano, Riccardo Nencini e non è escluso che altri pidiellini rispondano alla chiamata.
LA FRONDA CHE NON VOTA. I malesseri arrivano anche dalla una fronda di fedelissimi parlamentari che non hanno mai votato a favore del governo Monti. Sono una decina in tutto, ma di peso perché coinvolgono nomi di primo piano come Antonio Martino e Guido Crosetto.
A un mese dalle amministrative i termini di confronto e scontro tra i pidiellini sono molti. Manca la forza di Berlusconi, polo d’attrazione capace di sedare gli animi.
Alfano ha provato a prendere il suo posto, ma la tentazione del Cavaliere resta sempre rivolta a un nuovo soggetto politico che sparigli definitivamente le carte.
(Marianna Venturini – Lettera 43)

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