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lunedì 2 aprile 2012

ITALIA: Art.18, Monti cade sulla Cei

Perché Bagnasco ha costretto il Prof a riaprire sulla riforma

Quando disse che «la partita sull’articolo 18 è chiusa» Mario Monti aveva messo in preventivo tutto. Che i sindacati favorevoli all’accordo – dalla Cisl all’Ugl passando per la Uil – si sarebbero potuti riavvicinare alle posizioni della Cgil di Susanna Camusso.
Che il Partito democratico di Pier Luigi Bersani avrebbe sterzato a sinistra. E persino che il centrodestra avrebbe abbandonato la linea della fermezza accomodandosi – come in realtà
vuole anche Silvio Berlusconi - su posizioni più morbide.
LA CEI RIAPRE LA PARTITA SULL'ART. 18. L’unico aspetto che il presidente del Consiglio non aveva messo in conto era il “fattore B”. Lo stesso che sta determinando la partita sulla modifica della riforma del welfare approvata “salvo intese” dal consiglio dei ministri di 10 giorni fa.
Questo “fattore B” non ha nulla a che vedere con Berlusconi. Ma rimanda direttamente alla Conferenza episcopale italiana e al suo presidente, il cardinale Angelo Bagnasco.
Qualche malelingua governativa – tra l’ironico e il serio – è arrivata a sostenere che si tratta di una specie di vendetta consumata Oltretevere per la storia dell’Imu sui locali commerciali della Chiesa. Tesi difficile da sostenere, visto che fu proprio Bagnasco il primo ad “aprire” all’imposta estesa dal governo Monti anche agli immobili del Vaticano.
Sia come sia, il “fattore B” è quello che più sta mettendo in difficoltà un esecutivo ormai rassegnato a vedersi modificare dal parlamento l’impostazione by Fornero della revisione dell’articolo 18. «Confido che ci sarà un ulteriore approfondimento per arrivare a soluzioni migliori e il più possibile condivise», ha detto il primo aprile Bagnasco. «Sono problemi di ordine tecnico», ha aggiunto, «e questioni delicate, sempre da trattare con serenità di intelligenza, di animo. Perché, al di sopra di tutto, c’è il bene del paese e, quindi, di tutti coloro che fanno il bene del paese, attraverso il lavoro e non solo».
LA CGIL NUOVA ALLEATA DI BAGNASCO. Una posizione, questa, che gli ha fatto guadagnare simpatie a sinistra, tra l’altro nella domenica (delle Palme) in cui la Cgil ha fatto volantinaggio anche davanti alle Chiese.
Il “fattore B”, insomma, sembra aver contribuito a cambiare la partita sull’articolo 18. E al suo ritorno dal road show asiatico, Monti è destinato a trovarsi una scacchiera diversa rispetto a quella che aveva lasciato 10 giorni fa. «Cerchiamo una soluzione equilibrata», è stato l’appello lanciato da Bersani dalle colonne di Repubblica. D’altronde, ha aggiunto il segretario del Pd, «avete visto le cose che ha detto il cardinal Bagnasco? Mica anche lui sarà al seguito della Cgil…».
Il presidente dei vescovi è stato evocato anche dal presidente designato di Confindustria, Giorgio Squinzi. Anche lui fedele al suo ruolo di “colomba”. «Non mi sembra il momento giusto per fare guerre di religione, come sull’articolo 18». La norma è destinata a essere modificata nel senso indicato dal modello tedesco. Con buona pace di chi, come il presidente del Consiglio, aveva definito «chiuso» l’argomento (Tommaso Labate)

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