Pensare Globale e Agire Locale

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mercoledì 11 aprile 2012

FRANCIA 2012: guerra di getto

La sfida elettorale fra Sarkò e Hollande ora passa dalle banlieu.
Parigi, 11 Aprile 2012 - La campagna elettorale francese si è spostata nelle ultime settimane su temi tradizionalmente importanti per gli elettori e assolutamente determinanti per il voto. L’immigrazione e la sicurezza, cavalli di battaglia di Sarkò, sono stati abbondantemente evocati, anche a causa dei tragici omicidi che hanno scosso l’opinione pubblica.
LE BANLIEU AL CENTRO DELLA SCENA. Sia il presidente uscente sia il suo rivale socialista François Hollande hanno infatti deciso di riportare la questione delle banlieu al centro dell’attenzione politica e mediatica. Martedì 10 aprile, due giorni dopo l’esponente del Ps, il capo di Stato si è recato nel dipartimento della Seine-Saint-Denis, a Nord di Parigi, tra i più poveri del Paese. Ha quindi pubblicamente accusato il suo principale concorrente di non avere «neanche un’idea» su come risolvere il problema della violenza e del degrado delle periferie.
I RESPONSABILI DELLE COMUNITÀ RELIGIOSE. Il candidato neogollista ha scelto Drancy, alle porte della capitale, per il seguitissimo spostamento. Ha incontrato i responsabili delle comunità religiose locali e degli esponenti dell’etnia berbera, prima di pranzare con dei ragazzi impegnati nel servizio civile e nelle associazioni. La visita, annunciata all’ultimo momento, sembra sia stata organizzata in fretta e furia, ma i membri dello staff di Sarkò hanno negato che si trattasse di una semplice risposta al sopralluogo effettuato dal candidato socialista pochi giorni fa.
«Sono da sempre molto impegnato nella vita dei nostri quartieri», ha dichiarato l’inquilino dell’Eliseo. «Ho visto che François Hollande ci ha passato due giorni di recente, senza però riuscire a produrre una sola idea valida».
LA POLEMICA SUI FONDI STANZIATI. L’esponente dell’Ump ha poi proseguito il suo attacco: «Cosa ha fatto la sinistra per risolvere questi problemi? Assolutamente nulla. È stato il mio ministro Jean-Louis Borloo ad avere l’idea della rinascita urbana. Chi ha stanziato i fondi necessari? Prima il presidente Chirac, e poi io», ha assicurato Sarkò, prima di concludere: «Ci sono quelli che parlano della miseria, quelli che la sfruttano, e poi c’è chi come me prova a fare in modo che ci siano meno ghetti».

Per Sarkò accuse di opportunismo a pioggia

Le opposizioni hanno immediatamente fatto notare al presidente in carica che a parte qualche rapido passaggio nei quartieri rimessi a nuovo, questa è stata la prima vera visita di Nicolas Sarkozy in una banlieue a rischio dall’inizio della sua campagna. Le accuse di opportunismo sono quindi piovute sull’inquilino dell’Eliseo, che ha ribattuto ricordando che proprio la città di Drancy, amministrata da una giunta della coalizione di maggioranza, rappresenta un esempio di buona gestione e di convivenza pacifica tra le comunità etniche e religiose.

UNA DIFESA DELLA PROPRIA LAICITÀ. Sarkò si è lasciato andare a una vibrante difesa del principio di laicità, dichiarando che «la Repubblica non è nemica delle religioni. I suoi principi vanno difesi perché permettono il dialogo tra le diverse sensibilità».
Un’uscita del presidente, in particolare, ha destato scalpore: dopo aver ribadito la differenza tra religione e fanatismo, il capo di Stato ha comunque invitato i musulmani a «non invitare predicatori estremisti alle loro manifestazioni», prima di moderare i toni dicendo di voler «lottare contro chi vorrebbe strumentalizzare le religioni».

LE PESANTI ACCUSE DELLO STAFF DEL PS. Il Ps ha immediatamente reagito ai commenti del presidente uscente, come ha notato L’Express. Uno dei membri dello staff di Hollande, Razzy Hammadi, non ha esitato a lanciare pesanti accuse: «Sarkozy mente come un cattivo cavatore di denti», ha detto. Quanto a Bruno Le Roux, portavoce del candidato socialista, ha confermato l’analisi del suo compagno di partito affermando che l’inquilino dell’Eliseo «esprime la sua frustrazione attraverso la menzogna».

UNA LINEA PORTATA AVANTI DAL 2007. L’entourage del neogollista, da parte sua, ha fatto notare agli avversari del Ps e alle opposizioni in generale che la linea del loro candidato è rimasta leggibile e chiara dal 2007 a oggi, come ha analizzato Le Nouvel Observateur. Fermezza e nessun rimorso, quindi, nonostante le posizioni del Sarkò ministro degli Interni di Jacques Chirac non corrispondano in tutto e per tutto con quanto affermato dal presidente uscente a Drancy.

IL SILENZIO DELL'ESTREMA DESTRA. La questione delle banlieu, per il momento, è stata evocata in modo approfondito solo dai due favoriti, nonostante i loro concorrenti la abbiano evocata sporadicamente. Clamoroso è stato però il silenzio dell’estrema destra, a tal punto che Marine Le Pen ha sentito il bisogno di giustificare la sua assenza dal dibattito, come ha notato Le Figaro. Il segno, forse, che questa tematica riveste un ruolo più importante di quanto la politica non voglia ammettere. (di Paolo Saccò)

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