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mercoledì 11 aprile 2012

GRECIA: voto il 6 maggio, ma nessuno si candida

Venizelos e Samaras si sfidano, ma insieme arrivano al 30%.
Atene, 11 Aprile 2012 - La Grecia, a pezzi, ha scelto la data per le sue elezioni: il 6 maggio. La decisione è arrivata l'11 aprile, dopo giorni di discussioni e ipotesi di vario genere. È quindi iniziata una campagna elettorale particolarmente breve, ma con l'obbligo di essere rapida e con i partiti ancora in cerca di candidati per completare le liste elettorali.
FUGA DALLE CANDIDATURE. Non è un fatto semplice, perché in pochi vogliono candidarsi, come ha scritto anche il Financial Times citando fonti vicine a Nea Dimocratia (centro-destra). «Il numero dei probabili candidati per i due partiti maggiori, soprattutto in provincia, è stato ridotto. Professionisti rispettabili e validi dirigenti governativi respingono le proposte», ha detto al giornale un vecchio uomo politico di Nea Dimocratia.
CROLLO DEI DUE PARTITI MAGGIORI. Il risultato delle urne è difficile da prevedere a causa del crollo dei due partiti più importanti e del rafforzamento di quelli di sinistra, insieme con quelli che si esprimono contro il programma di risanamento del Paese deciso dai creditori internazionali della Grecia di comune accordo con il governo di salvezza nazionale. La conferma è arrivata dall'ultimo sondaggio d'opinione condotto dalla Gpo per conto della stazione televisiva Mega da cui risulta che i due maggiori partiti che hanno governato il Paese dal 1974, anno della caduta della dittatura dei colonnelli fino ad oggi, superano a malapena il 30% (32,4%). Nel 2009, alle ultime elezioni, i due partiti sfiorarono, insieme, l'80% dei voti, ottenendo 251 seggi su 300 disponibili.
SCAMBI DI ACCUSE TRA I DUE LEADER. I toni del confronto intanto si sono già alzati, con i leader dei due maggiori partiti, Evanghelos Venizelos del socialista Pasok, e Antonis Samaras, di Nea Dimocratia, a sfidarsi da subito con forza. Ma entrambi sanno che il futuro per loro prevede una coabitazione forzata per poter governare il Paese.
Il leader di Nea Dimocratia non perde occasione di chiedere agli elettori la maggioranza assoluta per poter governare «con le mani libere», come è solito dire. Venizelos lo accusa «di voler diventare a tutti i costi primo ministro e onnipotente», senza però fare il minimo cenno alle responsabilità del suo partito e del governo di Costas Karamanlis, del quale lo stesso Samaras faceva parte. Venizelos, ribatte dal canto suo Giannis Michelakis, portavoce di Nea Dimocratia, era il più convinto sostenitore di Papandreou anche quanto l'ex premier annunciava il catastrofico referendum, poi evitato, sulla permanenza o meno della Grecia nell'eurozona.

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