Pensare Globale e Agire Locale

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mercoledì 11 aprile 2012

ITALIA:Partiti, riforma in freezer

La democrazia interna può attendere.
Mercoledì, 11 Aprile 2012 - La riforma dei partiti può attendere. Sulla trasparenza dei bilanci, certificazione e sanzioni, il cambiamento è alle porte. Ma sul capitolo che attende da oltre 50 anni, ossia l'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione, quello che obbligherebbe i partiti a dotarsi di regole democratiche, la linea è rimasta quella del rinvio. Sine die. Si è visto mercoledì 11 aprile in commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati.
FUMATA NERA IN AULA. Ci si attendeva una riunione decisiva: dopo mesi di tira e molla (la diatriba è cominciata addirittura il 12 aprile 2011 e si è trascinata stancamente con pause perfino di tre mesi), era prevista la chiusura della discussione generale. Per presentare giovedì 12 aprile un testo che unificasse le 17 proposte di legge, presentate un po' da tutti i partiti, su questo tema. Così da arrivare in Aula ai primi di maggio. Invece niente. Fumata nera.
IL DOSSIER SU UN BINARIO MORTO. Il relatore, Andrea Orsini, di Popolo e territorio, gli ex Responsabili (nomen omen), non si è presentato. E non è la prima volta che capita. Per mesi, aveva lamentato radicale Maurizio Turco, la scenetta si è ripetuta. La regia, secondo l'Udc, è del Pdl che vuole tenere in freezer la riforma, in attesa dell'accordo 'ABC' (Alfano, Bersani, Casini) sui bilanci. O, come sospettano radicali e Pd, per dirottare il dossier su un binario morto.
TURCO: «RIFORMA CHE NON VUOLE NESSUNO». Come mai si assiste a quello che Pierluigi Mantini, Udc, definisce, con un eufemismo «un velato ostruzionismo»? Maurizio Turco ha spiegato a Lettera43.it: «Perché questa riforma non la vuole nessuno. Dare personalità giuridica ai partiti significa obbligarli a una democrazia interna che per molti partiti, costruiti attorno al leader, sarebbe una rivoluzione copernicana». Vuol dire, per esempio, stabilire per legge chi deve compilare le liste per le elezioni politiche e amministrative, mettere nero su bianco le procedure per l'approvazione degli atti politici, definire i diritti e doveri degli iscritti, le garanzie per le minoranze interne e dare potere agli iscritti anche nell'approvazione dei bilanci.
IL NODO FINANZIAMENTO. Senza contare che si affronterebbe anche il meccanismo del finanziamento, capitolo trattato in tutte le proposte di legge. E cosa che, si è capito, nessun partito per ora vuole cambiare. Forse, dicono i maligni, nemmeno i Radicali che, tra una denuncia e l'altra, ricevono dai rimborsi elettorali (per un accordo siglato con il Pd) 630 mila euro l'anno.
Insomma, i bilanci sono destinati (forse) a diventare più trasparenti. Ma i partiti no.
(di Edda Guerrini)

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