Pensare Globale e Agire Locale

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lunedì 2 aprile 2012

ITALIA: Crisi

Coldiretti: Nel 2011 chiuse oltre 50mila aziende agricole

"Adeguare la nuova Imu, altrimenti impatto sarà insostenibile"

Roma, 31 mar. - L'anno scorso oltre 50mila aziende agricole hanno dovuto chiudere per la crisi economica. Lo afferma la Coldiretti sulla base dei dati Movimpresa relativi al 2011, secondo cui nel settore agricolo ci sono 829mila imprese iscritte al registro delle Camere di commercio.

"A preoccupare per il 2012 - sottolinea la Coldiretti - oltre che gli effetti del maltempo e della crisi dei mercati, anche l'applicazione della nuova Imu. Se non sarà adeguata alle specificità del settore, sulla base delle conclusioni del tavolo fiscale, rischia di avere un impatto insostenibile su terreni agricoli e fabbricati rurali, dalle stalle ai fienili fino alle cascine e ai capannoni necessari per proteggere trattori e attrezzi, andando a tassare quelli che sono, di fatto, mezzi di produzione per le imprese agricole".

Cgia: Nel 2011 record fallimenti imprese, oltre 11.600

"Per chiusura aziende 50mila lavoratori hanno perso il posto"

Roma, 31 mar.  - L'anno scorso 11.615 imprese hanno chiuso i battenti per fallimento, una cifra record negli ultimi quattro anni di crisi economica. Lo sostiene la Cgia di Mestre, secondo cui il forte aumento dei fallimenti "segnala quanto siano in difficoltà le aziende italiane, soprattutto quelle di piccole dimensioni, che continuano a rimanere il motore occupazionale e economico del Paese".

"La stretta creditizia - sottolinea segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - i ritardi nei pagamenti e il forte calo della domanda interna sono le principali cause che hanno costretto molti piccoli a portare i libri in tribunale. Purtroppo, questo dramma non è stato vissuto solo da questi datori di lavoro ma anche dai loro dipendenti: almeno 50mila hanno perso il posto di lavoro".

Visco: Il 2012 anno di recessione, ma ripresa è possibile

Il governatore su Twitter al termine dell'Ecofin di Copenaghen

Roma, 31 mar. - Il 2012 sarà "un anno di recessione ma ci sono le condizioni per la ripresa". Lo ha sottolineato il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, al termine dell'Ecofin a Copenaghen.

Monti:aumenti fiscali rozzi,ma meglio di finire come Grecia

Premier a Pechino da Wen Jiabao:Italia non è focolaio della crisi

Roma, 31 mar. - Gli aumenti fiscali e tariffari possono essere "strumenti un po' rozzi", "ognuno vede quelli che lo riguardano", ma bisogna "tenere presente il grande sforzo di riequilibrio del carico fiscale e della lotta contro l'evasione, chiamando a contribuire maggiormente coloro che meno avevano contribuito in passato". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Monti, a Pechino, dove ha incontrato il premier cinese Wen Jiabao.

Monti ha tenuto a "far presente agli italiani" ciò che "è meno visibile ai loro occhi, ma che avrebbe potuto avere un destino molto più grave per le loro famiglie: quello di finire come la Grecia". "Sono ben consapevole che in questo momento stanno entrando in azione una serie di aumenti fiscali e tariffari", ha spiegato, precisando che in parte "sono comunque il risultato differito di decisioni prese da governi precedenti", mentre altre "sono misure di cui mi assumo le mie responsabilità e sono state introdotte da questo governo".

Nessuno può dire che la crisi nell'eurozona sia totalmente finita", ha proseguito il premier, ma dall'inizio "sono stati fatti progressi enormi, quando sono arrivato ero molto preoccupato che l'Italia potesse essere un nuovo focolaio della crisi, ma finora non è successo e credo che non succederà. Permettetemi di dire che siamo abbastanza sollevati".

Per quanto riguarda i rapporti tra Italia e Cina, "l'Italia considera la Cina un partner strategico, c'è già un'ottima cooperazione". "Quella di oggi - ha aggiunto Monti - è un'occasione preziosa per approfondire la conoscenza delle rispettive posizioni e trovare nuovi modi di collaborazione, sia bilaterale che multilaterale con la grande Repubblica cinese".

Dal canto suo, il premier cinese si è detto convinto che "l'Italia riuscirà a far fronte al contesto internazionale sfavorevole e, grazie alla messa in atto di riforme, rilanciare la sua crescita". "L'Italia - ha affermato - è un grande Paese manifatturiero, la sua economia ha basi solide e grandi potenzialità".

Non sono invece piaciuti al presidente Monti i retroscena di stampa che hanno attribuito la sua lettera al Corriere della sera a una "pressione del Quirinale" nei suoi confronti, per smussare la polemica con i partiti. "Non avevo parlato quel giorno col presidente della Repubblica", ha puntualizzato il premier che non ha gradito neanche le anticipazioni giornalistiche sulla sua agenda politica per la prossima settimana. Da Pechino Monti ha bacchettato i mass media: "Apprendo - ha detto - di avere due appuntamenti, il primo al Quirinale con il presidente Napolitano, il secondo a palazzo Chigi con i leader della maggioranza, ai quale chiederò un passo storico perché sostengano il testo, non so quale, presumo della riforma del lavoro...ma non ho nessun appuntamento specifico fissato". Un atteggiamento della stampa che "lascia perplessi", ha rincarato la dose, arrivando a chiedersi se certe "difficoltà di comprensione dell'Italia" all'estero, o addirittura "l'impossibilità stessa di conoscere la realtà" nazionale, non dipendano da queste modalità dell'informazione

Monti: E' quasi finita, Italia non è stata focolaio

Siamo abbastanza sollevati

Roma, 31 mar. - "Credo che questa crisi sia quasi finita. Forse nelle mie stime relativamente positive c'è solo una piccola componente psicologica. Quando sono arrivato, ero molto preoccupato che l'Italia potesse essere un nuovo focolaio della crisi, ma finora non è successo e credo che non succederà. Permettetemi di dire che siamo abbastanza sollevati". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Monti, in un passaggio della conferenza stampa a Pechino, trasmessa da Sky Tg24.

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