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sabato 7 giugno 2014

ITALIA - Continua il massacro sociale degli under 35 italiani


Emigranti. Troppo spesso disoccupati o destinati ad un impiego di rango inferiore rispetto alla loro qualifica. Sfiduciati nel guardare al futuro. È questo il ritratto dei giovani italiani che emerge dal rapporto annuale dell’Istat presentato ieri alla Camera dei deputati alla presenza di Laura Boldrini.

DISOCCUPAZIONE RECORD – Il quadro tracciato dal nostro istituto di statistica mette nero su bianco le difficoltà di un’intera generazione di ragazzi che non fa figli, non trova lavoro ed è costretta ad uscire dal territorio nazionale per costruirsi una speranza. Le cifre parlano chiaro. Solo negli ultimi 5 anni sono stati ben 1,8 milioni i ragazzi espulsi dal mercato del lavoro, mentre il tasso di occupazione degli under 35 è diminuito oggi fino al 40,2%, ovvero circa dieci punti in meno rispetto al 2012. Ma non solo. Secondo l’Istat sarebbero 2,4 milioni i giovani che non studiano nè lavorano, i cosiddetti Neet, ovvero ‘not in education, employment or training’.

SOVRAISTRUZIONE – Si tratta di dati preoccupanti, insomma, come preoccupanti risultano anche le cifre relative a chi un impiego ce l’ha. La sovraistruzione, il doversi accontentare di un ruolo inferiore rispetto alla propria qualifica professionale, fenomeno che riguarda – seppur in minor misura – anche i laureati, viene stimata al 34,2% per gli under 35 e i più penalizzati sono i dottori in scienze sociali o umanistiche.

EMIGRAZIONE GIOVANILE – Per quanto concerne l’emigrazione negli ultimi 5 anni avrebbero lasciato l’Italia 94mila ragazzi, 26mila solo nel 2012, 10mila in più rispetto al 2008, diretti pincipalmente verso Svizzera, Germania, Regno Unito e Stati Uniti. Trovare un lavoro nel nostro paese oltre ad essere impresa ardua richiede anche un lasso di tempo troppo lungo. Dai 17,7 mesi necessari per trovare un lavoro nel 2008 si è passato ai 19 mesi di oggi. E non solo. Nell’81,9% dei casi i giovani dichiarano di essersi rivolti a reti di conoscenza informale di parenti e conoscenti.

POCHE NASCITE – Tasto dolente anche le nascite. In Italia si fanno meno figli. L’Istat fa sapere che nel 2013 abbiamo raggiunto il record negativo di 515mila nuovi arrivati, 11mila in meno rispetto al record negativo del ’95. Un dato, questo, che ci rende un paese sempre più vecchio e secondo in Europa solo alla Germania. Per ogni 100 giovani nel nostro paese vivono 151,4 over 65 contro i 158 tedeschi.

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