Emigranti. Troppo spesso disoccupati o
destinati ad un impiego di rango inferiore rispetto alla loro qualifica. Sfiduciati nel
guardare al futuro. È questo il ritratto dei giovani italiani che emerge dal rapporto
annuale dell’Istat
presentato ieri alla Camera dei deputati alla presenza di Laura Boldrini.
DISOCCUPAZIONE RECORD – Il quadro
tracciato dal nostro istituto di statistica mette nero su bianco le difficoltà
di un’intera generazione di ragazzi che non fa figli, non trova lavoro ed è
costretta ad uscire dal territorio nazionale per costruirsi una speranza. Le
cifre parlano chiaro. Solo negli
ultimi 5 anni sono stati ben 1,8 milioni i ragazzi espulsi dal mercato del lavoro,
mentre il tasso di
occupazione degli under 35 è diminuito oggi fino al 40,2%, ovvero
circa dieci punti in meno rispetto al 2012. Ma non solo. Secondo l’Istat
sarebbero 2,4 milioni i
giovani che non studiano nè lavorano, i cosiddetti Neet, ovvero
‘not in education, employment or training’.
SOVRAISTRUZIONE – Si tratta di dati
preoccupanti, insomma, come preoccupanti risultano anche le cifre relative a
chi un impiego ce l’ha. La sovraistruzione,
il doversi accontentare di un ruolo inferiore rispetto alla propria qualifica
professionale, fenomeno che riguarda – seppur in minor misura – anche i
laureati, viene stimata al 34,2%
per gli under 35 e i più penalizzati sono i dottori in scienze
sociali o umanistiche.
EMIGRAZIONE GIOVANILE – Per quanto
concerne l’emigrazione negli
ultimi 5 anni avrebbero lasciato
l’Italia 94mila ragazzi, 26mila solo nel 2012, 10mila in più
rispetto al 2008, diretti pincipalmente verso Svizzera, Germania, Regno Unito e
Stati Uniti. Trovare un lavoro nel nostro paese oltre ad essere impresa ardua
richiede anche un lasso di tempo troppo lungo. Dai 17,7 mesi necessari per trovare un lavoro
nel 2008 si è passato ai 19
mesi di oggi. E non solo. Nell’81,9% dei casi i giovani
dichiarano di essersi rivolti a reti di conoscenza informale di parenti e
conoscenti.
POCHE NASCITE – Tasto dolente
anche le nascite.
In Italia si fanno meno figli. L’Istat fa sapere che nel 2013 abbiamo raggiunto
il record negativo
di 515mila
nuovi arrivati, 11mila in meno rispetto al record negativo del ’95. Un dato,
questo, che ci rende un paese sempre più vecchio e secondo in Europa solo alla
Germania. Per ogni 100 giovani nel nostro paese vivono 151,4 over 65 contro i
158 tedeschi.
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