Una fotografia postata sul
blog che ritrae
Giorgio Orsoni, il sindaco di Venezia finito in manette nello scandalo Mose,
accanto all’ex segretario democratico Pierluigi
Bersani. Con un nuovo affondo di Beppe Grillo al
partito del premier Matteo
Renzi: «Il Pd
non c’entra? Siamo oltre al ridicolo, oltre la
farsa». Dopo il risultato modesto raccolto alle Europee e le polemiche per la possibile
alleanza del Movimento 5
Stelle con l’Ukip di Nigel Farage all’Europarlamento, il leader dei
pentastellati aveva tentato di galvanizzare il proprio elettorato, depresso dal
voto, con le accuse (senza alcuna prova) sui presunti brogli. Ma sono stati gli arresti nell’affaire
veneziano l’occasione attesa per poter rilanciare gli attacchi al proprio
rivale politico, considerato il coinvolgimento di alcuni esponenti democratici.
BEPPE GRILLO ATTACCA
IL PD SULLO SCANDALO MOSE – Se nei giorni scorsi in casa dem c’è
stato chi, come Luca
Lotti, ha tentato di prendere le distanze dal sindaco Orsoni,
da Napoli il premier
Matteo Renzi non ha invece negato le responsabilità della politica.
Comprese quelle del suo stesso partito: «Al suo interno ha anche persone
che commettono reati, ma è il Pd che autorizza gli arresti quando non c’è il
fumus persecutionis. Se nel Pd c’è gente che ruba deve andare a
casa a calci nel sedere», si è difeso il segretario. Dal proprio blog
Grillo però ha rilanciato le accuse: «Quando Renzi dice “Il problema della
corruzione non sono le regole che non ci sono, ma quelle che non si rispettano,
il problema sono i ladri, non le regole” è troppo. Ma i ladri stanno (anche)
nel tuo partito, li
avete fatti eleggere voi, avete dovuto aspettare la
magistratura per fare il lavoro che avreste dovuto fare voi?».
Per poi continuare,
in merito alla vicenda Orsoni:
«Si discetta con
stile bizantiniano, carnevalesco (… dal giudice Carnevale che annullava le
sentenze di condanna per i mafiosi in Cassazione per vizi di forma) se Orsoni
sia o meno iscritto al Pd. Le foto con Bersani sul palco con una scenografia in
cui le lettere “PD” sono gigantesche non fa testo e neppure che il Pd lo abbia
candidato. No. Ce l’aveva o no la tessera Pd? In caso negativo che c’entrano i
segretari di partito che si sono succeduti in questi anni? Che c’entra il Pd?
Nulla. Qui andiamo oltre. Oltre il ridicolo. Oltre la farsa. Oltre la presa per
il culo. Oltre l’avanspettacolo»
CORRUZIONE – Per Grillo gli
scandali sono conseguenza della mancanza di norme adeguate sul versante
anti-corruzione. Tanto da ricordare l’assenza di un’adeguata legge sul conflitto d’interessi
e accusando come la magistratura sia stata «resa (quasi) innocua da decine
di leggi fatte dal partito unico PD/Forza Italia in vent’anni». Il leader
pentastellato ha concluso:
«Quanti voti sposta
la corruzione? Tanti. Di tutti quelli che ne godono, anche di poche briciole
gettate sotto il tavolo. Dopo l’astensione, la corruzione è il primo partito
del voto. Primum vivere, comunque sia, e a culo tutto il resto».
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